Tra le vittime illustri del TERREMOTO registrato il 30 aprile scorso a seguito dell’approvazione del PUC c’è anche Ninetto Sindoni, non in quanto tale e neppure come Padre della stampella di Biancheri, ma nella sua qualità di presidente della categoria edili di Confartigianato a nome della quale ha presentato l’Osservazione n. 31, che è stata parzialmente accolta ma che essendo sostanziale è stata stralciata dalla Regione.

 

E’ il caso di dire che non sempre sono figli a non dover rispondere delle colpe dei padri, qualche volta si verifica il contrario, come in questo caso visto che anche suo figlio figura tra i consiglieri comunali che hanno respinto la pregiudiziale Solerio e l’emendamento Lombardi presentati affinché l’Assemblea cittadina costringesse Biancheri a ripubblicare il PUC stravolto dall’accoglimento di 126 Osservazioni dei cittadini, dei sindacati professionali e di categoria e degli stessi burocrati comunali in autotutela.

 

Nel caso dell’Osservazione n. 31 la colpa del pargolo beneficia delle attenuanti generiche come generici e vaghi sono i contenuti della richiesta: una serie di “linea guida”, come Ninetto tanto tempo prima le aveva definite in sede di consultazioni e poi nella primavera del 2015 alla presentazione del PUC preliminare.  

 

Cioè permettere a chi fa parcheggi sottoterra di sopraelevarli fuori terra, oppure di inserire aree verdi nel TU (Tessuto Urbano), oppure allargare le strade comprese (!!!) le “vecchie mulattiere”, o incentivare maggiormente la dismissione di serre e il rifacimento dei muri a secco, o promuovere la vegetazione autoctona o considerare  nella sola Valle Armea la messa in sicurezza idrogeologica e sismica come opere di urbanizzazione scomputabili dagli oneri monetari, o ridurre la fascia cimiteriale di inedificabilità assoluta (200 metri) e, dulcis in fundo, riesumare la “Formula Chintagna Ciuvin” per lo smaltimento degli inerti in assenza della possibilità del loro riutilizzo e  riciclaggio in base al Regolamento statale “Terre e rocce”.

 

È proprio vero che oggi non c’è più dialogo tra Padri e Figli ma neppure tra Padrone e subordinati visto che a bocciare gran parte delle “linee guida” di Ninetto aveva già provveduto Biancheri che in sede di controdeduzioni ne aveva accettato solo un paio, ma poi il colpo di grazia glielo ha dato lo stralcio delle rimanenti in sede di approvazione del PUC in conseguenza della sua mancata ripubblicazione.

 

Me ne occupo non per prendere in giro un Amico carissimo dei tempi della DC (me ne guarderei bene!) e neppure per criticare la scelta di suo Figlio di arruolarsi sotto le bandiere PD, ma per portare questa Osservazione n. 31 a esempio del disinteresse di Biancheri verso la spina dorsale dell’occupazione e dell’economia cittadina, l’edilizia artigiana e della piccola e media impresa.

 

E’ solo un piccolo esempio, quelli grandi riguardano invece il “Piano Casa”, il recupero dei Centri Storici e il regime normativo in materia ambientale, paesistica, idrogeologica, sismica e soprattutto in materia edilizia con riferimento all’ampliamento delle tipologie e alla semplificazione delle procedure di assentimento dei permessi, concessioni, autorizzazioni al subappalto e quant’altro.

 

Sire, il trono vacilla!”, è il monito che esce da questo piccolo esempio.

 

Altri moniti più grandi e importanti diranno nei prossimi giorni che il trono di Biancheri è già crollato col fallimento della politica aerospaziale dei rendering e delle operazioni strategiche megagalattiche nella stratosfera, una politica che si è dimenticata dei comuni mortali su questa terra.

 

Come è successo con la strage dei piccoli degli esercizi familiari