Le anime belle, Papa Bergoglio argentino e noi tutti un pensierino dovremmo farlo su ciò che Lutero ha definito sterco del Diavolo accumulato a nostra insaputa in un angolo remoto del pianeta da chi nel villaggio globale predica giustizia sociale.

Ne parlavo in un post dell’anno scorso, un anno esatto ad oggi, e Facebook me lo ricorda come fosse un nodo al fazzoletto.

Ma non ce n’era bisogno, certe cose non si dimenticano facilmente, anche perché puzzano.

Ecco il post.

“Accadde oggi, venerdì 7 febbraio 2020, un anno fa: Bruno Giri sta leggendo “Avkin Pivke Mapu: Comunicación Mapuche”.

Oggi è venerdì 7 febbraio 2020, giorno di magro e la tradizione vuole che si mangi pesce, per esempio sardine, animali non di terra e a sangue freddo, con le quali i Padri della Chiesa permettono di cibarsi, inclusi anfibi, rettili e molluschi.

E a proposito di sardine, stamane sulle prime pagine dei quotidiani c’è la buona notizia del divorzio consensuale dei loro genitori Benetton e Toscani a compensare quella brutta di un primo (e speriamo anche ultimo) nostro connazionale positivo al coronavirus. 

Secondo i giornali, Toscani, il papà n. 2 delle sardine, messo alla porta da Benetton, il loro papà n. 1, per impossibilità di continuare il ménage sotto il medesimo tetto si compiace per essersi finalmente liberato dai problemi del coniuge con queste parole: “Mi sento benissimo, mi sono liberato della responsabilità di Autostrade allontanandomi dai Benetton. Io ero lì per fare altre cose e c'era il problema del Ponte Morandi... ora basta, non devo più difendere nessuno, solo me stesso. Sono felice, mi sono liberato. È ovvio che non intendessi dire quello che tutti hanno interpretato.”

A partire da Cambronne in poi per arrivare ai “Gilets jaunes” di Macron i francesi di cose imbarazzanti come questa se ne intendono, e loro per catalogarle scrivono sull’etichetta “bâton merdeux”, un bastone che ti sporca le dita di merda da qualunque parte tu lo afferri.

In questo caso il modo peggiore di afferrarlo è il testa-coda delle sardine con il movimento mapuche della Patagonia argentina, una popolazione né argentina né cilena ma autoctona come lo sono i curdi, i catalani, i palestinesi, gli armeni e tanti altri popoli che nel mondo difendono la propria identità e rivendicano libertà e autonomia.

E’ un po’ come il testa-coda di Ponte Morandi che ha sporcato le dita di Toscani quando ha minimizzato l’ecatombe di 43 innocenti, nel senso che Benetton non solo è evidentemente esente da ogni e qualsiasi responsabilità personale per quanto è accaduto ma anzi merita apprezzamento per il contegno tenuto in seguito, di partecipazione al dolore e di collaborazione.

Stesso discorso vale per 924 mila ettari di territorio, quasi il doppio della Liguria, ricco di risorse minerarie, idriche e turistiche, che nel 1991 il presidente Carlos Menem ha venduto per 50 milioni di dollari alla “Compañía de Tierras Sur Argentino” della famiglia Benetton se un Toscani argentino dicesse alla radio argentina a nome loro, per esempio, che non interessa a nessuno  la morte di Santiago Maldonado attivista del movimento Mapuche fermato dalla polizia il 1 agosto 2017 e desaparecido, poi ritrovato morto il 18 ottobre.

Perché il testa-coda non riguarda i Benetton, loro il bastone non lo sporcano mentre nuotano nell’acqua che trovano, lo fanno da imprenditori e non da missionari, e si adeguano alla realtà politica di ciascun Paese per quanto brutta, sporca e cattiva sia.

La merda è invece degli art directors che nella loro pirotecnica creatività spesso trovano modo spalmarne un po’ sul bastone, come sta succedendo adesso con l’operazione “sardine”, studiata dopo il “problema Morandi” per fare un piacere al PD che intende confermare la concessione autostrade e dare un dispiacere al M5S che vuole revocarla.

L’operazione doveva nascere per caso, come un fungo spontaneo, senza riferimenti, al massimo qualche isolato endorsement paternalistico e bonario, e alla larga da padrini, da sponsor e soprattutto da papà imbarazzanti, le sardine dovevano essere figlie di nessuno.

La fotografia con i due papà e il quadrumvirato delle sardine dalle parti di Treviso ha rovinato tutto provocando un testa-coda tra sardine e mapuche dagli effetti devastanti perché si amplificano e estendono dovunque.

Nel mare aperto dove nuotano le sardine di Toscani, per esempio, affiorano ricordi che secondo lui possono non interessare nessuno ma che fanno a pugni con l’immagine dei pesciolini che si è voluto dare, come, per esempio, l’incendio del Rana Plaza in Bangladesh, una fabbrica nella quale per un incendio sono morte 1134 persone, quasi tutte donne e bambini che vi lavoravano per una miseria e in condizioni inadeguate.

Oppure lo squadrismo di un regime sudamericano che con l’accusa di terrorismo giustifica e copre una repressione infinita, imprigiona gli oppositori come Facundo Jones Huala leader del popolo mapuche, tutte cose vere o gonfiate che siano ma non certamente false, che però fanno a pugni con l’antifascismo delle sardine, la loro declamazione sulla lotta al razzismo e sulle campagne di odio.

Il divorzio tra Benetton e Toscani è una buona notizia perché il primo ha preso le distanze dal “bâton merdeux” e lo ha lasciato in mano al secondo.

Ma la notizia diventerà ottima quando finalmente Benetton risponderà alla domanda che il 14 luglio 2004 Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel per la pace nel 1980 gli ha rivolto sulla lotta del popolo mapuche: “Chi ha comprato la terra a Dio?” e se lo farà da uomo di cultura e non da imprenditore.

Tutte cose che fino alla fotografia galeotta nessuno poteva immaginare, neppure la più furba delle sardine.