Questa mattina, San Valentino 2021, Facebook mi ricorda un post dell’anno scorso e i sonori “Estikazzi!” che accompagnavano le consuete combinazioni di “innamoramento” disvelate al mondo e alle quali, nei mesi successivi del Covid il Governo aggiungerà quella della “relazione stabile”.

Ecco il mio pensiero di un anno fa.

“Accadde oggi, 14 febbraio 2020, un anno fa: Bruno Giri sta festeggiando San Valentino.

Se potessimo ritornare ai tempi di “Carosello”, che era per noi ragazzini lo spartiacque tra il giorno e la notte e dopo il quale gli adulti parlavano come mangiavano, il 90 % delle notizie di oggi sarebbe accolto con un romanesco “Estikazzi!”.

Sintesi pecoreccia del consiglio alato di Oscar Wilde di evitare il duello verbale con un cretino per non scendere al suo livello e poi farsi battere dalla sua esperienza.

Un caso esemplare è quello delle proprie tendenze sessuali che illustri ignoti e desaparecidos dalla pubblica ribalta sentono finalmente di dover disvelare al mondo nella trasparente intenzione di fare notizia, tendenza radicata da decenni anche in politica dove fare “outing” è una regola del gioco, compresa la sua variante “oneself” che è il contropiede che previene -anticipandola- la scoperta che la trasgressione rientra nel battage pubblicitario di un evento LGBT.

Oggi è il 14 febbraio, San Valentino, giorno festivo e di precetto degli innamorati quando una volta all’anno veniamo a conoscere cosa succede ai VIP sotto le lenzuola anche per i rimanenti 364 giorni.

In merito a questa moda la settimana scorsa il settantesimo festival è stato il megafono che ha anticipato raffiche di indiscrezioni e relativi estikazzi! grazie all’abbigliamento, alla mimica allusiva e scarsamente mimetica, e ai testi delle canzonette interpretate alle diverse fasce di età.

I protagonisti piuttosto avanti nei decenni, in quella che i francesi chiamano “âge d'or”, lasciavano alla fantasia degli spettatori immaginare improbabili tempeste ormonali combattute a suon di viagra, prostamol e altri aiutini forniti al demone della notte fonda.

Quanto ai giovani le loro performances tra gorgheggi, movenze effeminate, trucco e acconciature non hanno lasciato spazio al dubbio sul loro desiderio di farlo strano, alla Verdone. 

Ma il pensiero di tutti noi oggi va d’obbligo al coming out omosessuale della ex europarlamentare ex PD ex “Possibile” di Pippo Civati e oggi promossa sul campo “Circe delle sardine” dell’Emilia Romagna prima con oltre 20.000 voti nella classifica delle preferenze, la quale però in amore non si comporta come i pesciolini in alto mare e come i frati in convento, che si uniscono senza conoscersi, stanno uniti senza amarsi e muoiono senza piangersi.

Lei invece ama una ragazza e lo fa sapere al mondo intero allo scopo di abbattere “il tabù omofobico che univa destra e sinistra” come riportano in prima pagina e a caratteri cubitali le più importanti testate di regime, con una notizia che francamente in altri tempi e dopo “Carosello” sarebbe stata commentata non con dei panegirici ma con un sonoro estikazzi!

Anche perché la regola medioevale “nisi caste saltem caute” non è affatto un tabù omofobico repressivo ma l’esortazione, nell’intimità di qualsiasi genere, a comportarsi con riserbo, pudore e decoro senza offendere l’altrui sensibilità.

Un po’ come la freddezza asessuale dei giudizi storici e di alta politica che prescindono dalla res gesta “sotto la cintola” o come il distacco e l’astrazione delle dispute neotestamentarie sul celibato dei chierici o come il sarcasmo e l’ironia sul voto di castità dei religiosi o la raffinata pruderie dei vaudeville e delle pochades dell’Ottocento.

Il giorno degli innamorati non si dovrebbe parlar d’altro, sui social c’è tregua armata nelle campagne d’odio di Salvini e della destra mentre sul fronte opposto imperversano nei baci Perugina informatici le frasi d’amore della sinistra e dei casseurs dei Centri sociali verso il leader della Lega, però un pensierino di tutt’altro genere sorge spontaneo scorrendo la biografia della “Circe delle sardine”, una curiosità che riguarda suo Nonno materno.

Senatore socialista toscano, sul matrimonio “tomba dell’amore” lui è stato uno dei Padri della riforma del diritto di famiglia del ’75 che ha sostituito la potestà maritale con la parità coniugale nei diritti e nelle responsabilità, ha istituito il nuovo regime patrimoniale di comunione o di separazione dei beni, ha introdotto la separazione tra coniugi per intolleranza e ha abbassato la maggiore età a 18 anni, estikazzi!

Ma il pensierino riguarda altre riforme per le quali il Nonno si è battuto, processo penale, responsabilità civile dei magistrati, accusa e difesa nel giusto processo, eccessi del libero convincimento, del pentitismo e della chiamata di correo, sistema inquisitorio duro a morire e mille altre storie di ordinaria ingiustizia.

Ricordando Croce, Gentile, Papini, Ungaretti, Panzini, Corradini e Bellonci e altri che Gramsci nei suoi Quaderni ha sbeffeggiato chiamandoli nipotini del gesuita padre Bresciani autore del libro “L'ebreo di Verona”, non è -solenni estikazzi!- che questa nipotina di tanto Nonno si vergogni un po’, non per la sua vita privata, assolutamente legittima e mai tabù, ma per quella pubblica fianco a fianco di persone come il Guardasigilli grillino al quale suo Nonno non avrebbe certamente stretto la mano ma neppure scambiato un saluto e rivolto la parola?”

Post scriptum: ieri si è insediato Draghi a Palazzo Chigi e la politica torna ad essere una affare sopra la cintola.