Ventimiglia è la metafora dell’Italia.

Oggi l’Italia scopre le follia dei “NO” al gas, all’alta velocità, al nucleare e all’autarchia alimentare e tutti, Partiti e Istituzioni, ne disconoscono la paternità politica.

Secondo loro, non potendo essere figli di nessuno, i “NO” sono figli nostri, del popolo anonimo e la loro Mamma è la democrazia elettiva e referendaria che ha ceduto ai nostri folli desideri.

Come se i Partiti non fossero i contenitori di interessi a dire “NO” a determinate opzioni e “SÌ” a determinate altre contrapposte e come se non fossero ostaggio delle lobby relative.

Oggi Ventimiglia scopre la follia di scendere da un treno in corsa e tutti, Partiti e Istituzioni hanno pronto un motivo per averlo fatto.

Pazienza il PD, Partito di minoranza, che assisteva in tribuna, ma tutti e tre i Partiti di maggioranza che hanno viaggiato per tre lunghi anni in prima classe e dormito in vagoni letto oggi dicono che il convoglio era fermo su un binario morto e qualcuno è arrivato a negarne addirittura l’esistenza.

Per Lorenz il grande meteorologo e per il suo “Butterfly Effect” una farfalla che sbatte le ali in Brasile può causare un tornado in Texas e lo stesso succede oggi quando a Roma si tenta di rimediare ai “NO” e a Ventimiglia quando si pensa che il treno è pronto a ripartire come non fosse successo niente.

Col gas in Italia cadiamo dalla padella russa nella brace africana, con l’alta velocità andiamo a occidente mentre l’asse terrestre si sposta a oriente, con il nucleare cambiamo droga e dipendenza, da idrocarburi a uranio, e con l’autarchia alimentare abbiamo tirato il collo alla gallina che tutte le mattine ci faceva l’ovetto.

Più o meno la stessa cosa a Ventimiglia, dove era in corso d’opera una delle tante bolle sparse nel mondo moderno e all’interno delle quali si creano veri e propri paradisi in terra.

Posti nei quali la felicità è riservata ai ricchi sui mega yacht e nei resort esclusivi ma di riflesso e in ugual misura goduta da tutti gli altri che ci vivono e lavorano in ambienti necessariamente speciali per natura, storia, clima, cultura e quant’altro.

Requisiti necessari ma non sufficienti se manca quello che regge l’intero impianto: la sicurezza.

Di chi investe e deve essere garantito del rientro e di chi acquista il prodotto e pretende identica garanzia che non degradi il suo godimento e che non si deprezzi il suo valore a causa di fattori esogeni alla bolla.

Questa garanzia possono darla soltanto i pubblici poteri e sappiamo che le dinastie di sangue e di censo sono le preferite in democrazia mentre per i regimi autoritari il problema ovviamente non si pone.

Ventimiglia in passato questa garanzia non l’ha mai data pur rispondendo pienamente a tutti gli altri requisiti e i Partiti e le Istituzioni per la presenza di una importante quota di origine calabrese si sono trincerati dietro alla ndragheta nelle opposte versioni del riciclaggio di danaro sporco degli investitori cattivi oppure del pizzo da pagare che teneva lontani i buoni.

In realtà nessuno avrebbe mai investito in un porto turistico tecnicamente inadatto e  finanziariamente in default come quello degli Scoglietti o in una operazione immobiliare come quella di Borgo del Forte impegnandosi con una Amministrazione ballerina e appesa al filo di un paio di voti di una delle tante liste civiche “ad personam”.

Miracolosamente tra il 2014 e il 2019 si sono venute a creare le condizioni per la svendita delle concessioni marittime e del cantiere interrotto e soprattutto per modifiche progettuali del porto privato e a seguire per l’approvazione di strumenti urbanistici indispensabili per la valorizzazione del territorio retrostante e del borgo medievale soprastante.

Embrione di una bolla che dopo il 2019 è andata estendendosi e arricchendosi, quanto meno nelle intenzioni e nei progetti.

A questo punto proprio l’altro ieri pomeriggio poichè su 17 consiglieri comunali ben 7 erano stati eletti in liste civiche e il Sindaco era uno di quelli, i quattro Partiti presenti di cui tre di maggioranza e uno di minoranza hanno ritenuto di dover reagire al “NO” alla loro offerta facendo deragliare il treno in corsa nella speranza che gli elettori l’anno prossimo lo rimettano sui binari della politica sfruttando la concomitanza con le elezioni per il rinnovo del Parlamento.

Posso sbagliarmi, anzi certamente mi sbaglio, ma temo che la bolla sia scoppiata, che la sicurezza sia svanita e che per tantissimi anni ancora Ventimiglia dovrà aspettare che passi un altro treno, sempre che ce ne siano ancora sulla rete ferroviaria.

Quanto all’Italia riesce difficile ai Partiti che sostengono il Governo e a quello che fa finta di fare opposizione dare la colpa al popolo dello scoppio della bolla nazionale.

Quella bolla, per intenderci, con dentro la felicità prossima ventura della ripresa economica, della solidità valutaria, della sostenibilità del debito, del tetto alle bollette, della stabilità del prezzo della benzina e ultimamente del risultato vincente della nostra mobilitazione bellica.

Dovranno prima o poi far deragliare il treno di Draghi pieno di speranze tradite da loro e non da noi, come a Ventimiglia.