L’altro ieri, se ricordate, ho chiuso con una previsione su Verona e con un auspicio su Ventimiglia che per comodità ricopio.

“Ma la lezione gli arriverà domani anche lì [ai Partiti a Verona n.d.r.] e sarà utile l’anno prossimo a Ventimiglia a far capire ai preti che non devono molestare i frati.”

I concittadini di Tosi e di Sboarina ieri nella Città scaligera hanno incaricato frà Damiano di ricordarglielo e frà Gaetano dopo tre anni di molestie della Curia Partitica Intemelia farà lo stesso l’anno prossimo nella Città di confine.

I suoi Salmi Penitenziali, a onor del vero, toccano anche una seconda categoria di peccatori che si dovrebbe pentire e redimere, le Istituzioni pubbliche, con lo Stato in testa.

Di giorno i Partiti schiamazzavano nel refettorio del suo Convento mentre di notte nel chiostro prefettizio le Istituzioni pubbliche spacciavano roba tagliata male.

Ironia della sorte fino al prossimo anno il timone della barca alla fonda nella palude prefettizia lo prenderà proprio lo Stato, un hacker che da queste parti ha conquistato una pessima fama.

Sono sufficienti due fotografie a dirlo, la prima  quella di un bivacco di migranti che può essere indifferentemente a Lampedusa oppure a Ventimiglia, gemellate dalla identica resa dello Stato, la seconda degli argini e dell’ambiente montano di un qualche piccolo comune francese, tipo Breil, Saorge o Casterino, in una val Roya rimessa a nuovo da Macron in quattro e quattr’otto dopo la terribile tempesta “Alex” che al suo passaggio nella notte tra il 2 e il 3 ottobre di due anni fa ha devastato tutto, dal Tenda fino al mare, dove ha trascinato i detriti della romantica “Passerella Squarciafichi” che a Ventimiglia collegava il lungo Roya dall’altezza dei giardini pubblici Tommaso Reggio a via Trossarelli

Ci sarebbe anche una terza fotografia da aggiungere al lungo elenco di peccati delle Istituzioni statali, il Parco ferroviario dismesso, un enorme cetaceo spiaggiato tra un incantevole mini-Colosseo della Albintimilium romana e il fiume.

Ma dal pulpito civico è soprattutto ai Partiti che il Savonarola della situazione dovrebbe rivolgere la predica.

Parlavo prima della “Passerella Squarciafichi” che idealmente scavalca il Rubicone che scorre tra due mondi, la Côte d'Azur e Riviera dei Fiori, e tra due idee di mondo, Provenza e Liguria e proprio lei potrebbe essere il Pomo della Discordia.

Il Commissario leghista nella parte di Paride che tra Municipio e Montecitorio sceglie il primo e scatena la guerra di Troia, almeno a sentire le malelingue e le comari.

Uso il condizionale “potrebbe” però da andreottiano penso all’indicativo.

Evidentemente è una mela avvelenata vista la difficoltà di accusare di “inefficienza” chi è riuscito in poco tempo a sollevare il macigno e di “opportunismo” la stessa persona che a missione compiuta ha immediatamente offerto alla Regione l’anguilla che c’era sotto.

Parlo della nomina di un Commissario straordinario sul modello vincente della ricostruzione del “Ponte Morandi” sul Polcevera per accelerare i tempi.

Dal canto suo in soli 164 giorni, festività comprese, tra il 3 ottobre 2020 e il 16 marzo 2021, frà Gaetano ha indetto e concluso l’appalto-concorso per il progetto architettonico e di massima con 32 partecipanti e ha presentato il progetto vincente, per una spesa complessiva di 6 milioni e 300 mila euro dove la parte del leone non è della campata unica di 130 metri in acciaio “CorTen” (CORrosion resistance e TENsile strength) del costo di 1 milione e 700 mila euro ma della spesa per lavori edili di messa in sicurezza geologica e idraulica e di arredo urbano da eseguire sugli argini.

L’associazione temporanea di imprese in soli 329 giorni ha concluso l’iter di sua competenza che normalmente è di 34 mesi con il deposito e l’approvazione da parte della Giunta del progetto definitivo, avvenuta l’8 febbraio 2022 mentre, ovviamente, quello esecutivo, ripartito nelle diverse categorie e nei relativi subappalti seguirà a cura dell’affidatario solo alla consegna lavori e accompagnato dal cronoprogramma vincolante.

 “Personalismo” è un’altra accusa mossa a frà Gaetano per aver tagliato troppi nastri negli ultimi tre anni, per aver preso troppe iniziative e per essere riuscito in qualche caso a resuscitare miracolosamente pratiche morte e sepolte, tipo il Porto degli Scoglietti, o certe lottizzazioni che facevano a pugni con leggi, logica e buonsenso e pure per aver rianimato diverse opere pubbliche e cantieri in carenza di ossigeno e con encefalogramma piatto.

Per stemperare le critiche annoto qualche boutade, per esempio frà Gaetano “divisivo”, anche se offrendo la mela della discordia alla Regione ha fatto un assist imparziale ai due consiglieri regionali di Ventimiglia di due Partiti contrapposti.

Oppure le magiche virtù dei commissari prefettizi inviati dalla Divina Provvidenza a salvare brandelli di mondo in preda al caos, ai vizi e al loro Padre, l’ozio.

Ne ricordo uno, tra i tanti, paracadutato dal Viminale come Mandrake ai tempi di Mancino e Malpica direttore generale.

Un prefetto che a Sanremo su impulso diretto e personale di Scalfaro aveva preso il posto del sindaco di Sanremo Canessa accusato di essere incapace di appaltare il casinò e che a sua volta ha mandato deserti due appalti facendo una figura di merda come Grand Commis d’Etat.

Il commissario che arriva domani dalla prefettura di Massa vuole il caso che anche lui abbia avuto a che fare con un ponte, quello ANAS sul Magra ad Albiano comune di Aulla in Toscana, collassato su sé stesso l’8 aprile 2020 e ricostruito e riaperto al traffico il 30 aprile 2022 reso famoso in una Italia ancora sotto shock per il crollo del Morandi a Genova.

E chiudo con il mio caso, di uno che per 35 anni è passato quasi ogni settimana sotto quegli stralli del Morandi pensando ogni tanto al verbale 21 giugno 1983 della commissione aggiudicatrice dell’appalto della sala di contrattazione del nuovo mercato dei fiori di Sanremo presieduta dal professor Baldacci di Genova n.° 1 in Italia e sulle dita di una mano al mondo nel settore delle costruzioni.

Tra le offerte ce n’era una progettata da un altro luminare del Politecnico di Milano, il professor Zorzi, che appendeva la copertura della sala a stralli e Baldacci la escluse perché “sarebbe stata una bomba a orologeria”.

Chiudo con questo ricordo che mi ha aiutato a capire che in amministrazione pubblica uno non vale mai uno e neppure 9 preti valgono 1 frate anche quando lo mandano a far penitenza.