“Il progetto non esiste! È una invenzione del Tiranno!”, il 23 giugno 2022 sull’uscio di via della Repubblica n. 8 sono state le prime parole di uno dei tre “carbonari” tirannicidi mentre usciva dallo studio del notaio Lucia Serraino con le mani sporche di inchiostro.

Il tiranno è Tano Scullino e il progetto è quello della passerella “Squarciafichi” che la tempesta ALEX.1 si è portata via il 3 ottobre 2020 e che il 3 ottobre 2022 è destinata a essere travolta una seconda volta dalla tempesta ALEX.2, il Decreto regionale n. 6062, regalo del CDX Unito genovese da nascondere all’elettore medio di Ventimiglia.

“Va sans dire” che quella del killer “carbonaro” era una bugia perché il progetto definitivo esiste davvero.

Esiste fin dal 12 aprile 2022, quando il Dirigente dell’area tecnica con Determinazione n° 293 aveva annunciato la positiva conclusione della Conferenza di servizi decisoria indetta il 21settembre 2021 che si era svolta in forma semplificata e con modalità asincrona.

E di conseguenza che era intervenuta l’approvazione del progetto definitivo per la realizzazione sia della passerella ciclopedonale sul Roya e sia per la messa in sicurezza degli argini nel tratto terminale del fiume e per la riqualificazione urbana dei due lungo Roya contrapposti.

 

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Che il franco idraulico del manufatto in calcestruzzo costruito negli Anni Settanta del secolo scorso fosse insufficiente a far passare senza danno il flusso di piena lo sapevano anche i martin pescatori e le gallinelle d’acqua che non sanno leggere cosa dice il Piano di Bacino del 2003 e le varianti successive.

Tano Scullino invece sa leggere e il 7 aprile 2011 aveva portato in Giunta il preliminare degli ingegneri Collu, Rossi e Ravera per risolvere il problema, ovviamente con il benestare delle Autorità competenti e cercando i soldi necessari.

Poi a febbraio dell’anno successivo lo hanno mandato a casa e di acqua sotto il ponte ne dovrà passare parecchia prima di tornare in sella, esattamente sette anni dopo.

Stava riprendendo il cammino interrotto quando il Roya è uscito dagli argini, a sinistra lungo via Gerolamo Rossi e a Roverino alle Gianchette e a destra in via Trossarelli, a Lago e a Peglia con le conseguenze che conosciamo.  

Con le strade, le cantine e i piani terra inondati dal limo, dal fango e dall’acqua tutti si aspettavano che la Regione e il Governo centrale replicassero il modello “Ponte Morandi” e accettassero l’invito di Scullino di nominare un Commissario da mettere in corsia di sorpasso.

Se lo aspettavano perché solo un mese dopo il disastro la loro Città aveva finalmente un rappresentante di maggioranza in Consiglio regionale, una donna della Lega che subentrava a un leghista imperiese promosso vice-presidente della Giunta e soprattutto perché a Roma aveva un concittadino deputato della Lega.

Se lo aspettavano anche perché il limo stava impermeabilizzando lo strato dell’osmosi tra alveo e subalveo dove italiani e francesi pompano acqua potabile e irrigua tra Andora e Antibes.

Aspettative deluse perché a Genova quelli che dovevano provvedere pensavano uno al Magra e l’altro al Bisagno e si disinteressavano del Roya e della variante che bolliva nella pentola dell’Autorità distrettuale di Bacino dell’Appennino Settentrionale, mentre a Roma col taglio dei parlamentari e i sondaggi in forte calo il deputato pensava a trovarsi un’altra poltrona.

 

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Invece di una mano amorevole dalla pentola genovese, come sappiamo, è uscito ALEX.2 idraulico che dal 15 dicembre 2021 ha collocato in fascia A e BB di inedificabilità assoluta le aree interessate dal progetto definitivo.

Così Tano Scullino da quel momento ha dovuto impostare l’istruttoria sulla deroga prevista dall’articolo 15 bis delle Norme Tecniche del Piano di Bacino a favore delle opere pubbliche strategiche dichiarate indifferibili e urgenti, deroga subordinata a 6 tassative condizioni.

Dopo tre mesi di frenetico lavoro finalmente il 29 marzo 2022 il feroce Tiranno otteneva dal Settore Difesa del suolo di Imperia del Dipartimento regionale Ambiente e Protezione Civile l’Atto di assenso, cioè l’attestazione del rispetto delle 6 condizioni accompagnata dall’approvazione del progetto definitivo però subordinata a ulteriori 19 prescrizioni operative alle quali ha fatto acquiescenza.     

Dopo di che dal 12 aprile 2022 sono partite le formalità relative alla copertura finanziaria del primo stralcio e stavano per concludersi quelle di stesura del bando e del capitolato da trasmettere alla Centrale Unica di committenza competente alle procedure di appalto.

Prima che Tano Scullino mettesse la firma alla lettera di trasmissione del progetto definitivo che la Ditta aggiudicataria dovrà rendere esecutivo e eseguire, i tre leghisti “carbonari” lo hanno pugnalato dal notaio e messo in giro la voce che il progetto non esisteva.

E oggi sperano di farla franca.