Nell'aprile del 2010 scrivevo questo e sette anni dopo ritrovandomelo mi sembra di averlo scritto stamattina. Sette anni fa c'erano attori diversi a recitare, oggi ce ne sono altri, ma il copione è sempre lo stesso.
Se non riuscite a prendere sonno, provate a leggerlo anche voi, poi avrete incubi notturni, vi avverto.
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Sono millenni che l’uomo si chiede chi dei due è nato prima e neppure oggi con tutte le conquiste nel campo della genetica evolutiva siamo riusciti a venire a capo dell’antico dilemma.
La cosa mi torna in mente tutte le volte che qualcuno in Comune parla di project financing, ieri Borea e oggi Zoccarato, dando per scontata la primogenitura della gallina.
Secondo loro, innumerevoli bipedi comunali tutti i giorni farebbero un bell’ovetto ciascuno e gli imprenditori privati che intendessero entrarne in possesso dovrebbero riscattarne il valore in un’unica soluzione per poi rientrare della spesa fatta e guadagnarci sopra trattenendo per un certo periodo il frutto quotidiano trovato nel cestino.
Io la penso esattamente all’opposto, perché se non c’è prima un uovo garantito tutte le mattine la gallina non vale nulla, addirittura diventa un costo.
Insomma, secondo me l’uovo viene prima, molto prima, e solo dopo, molto dopo, arriva la gallina, altrimenti il project financing si trasforma in specchietto per le allodole, sempre che di questi tempi ce ne siano rimaste ancora in circolazione.
Questa volta il compito di spiegarlo ai debuttanti approdati a Palazzo Bellevue toccherà al neonato Provveditorato interregionale delle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, ufficio sorto dalle ceneri del S.I.I.T., acronimo di Servizi Integrati Infrastrutture e Trasporti, dopo l’ennesima riorganizzazione dell’omonimo Ministero.
Oddio, non è che i precedenti depongano a favore di questa forma di supporto tecnico, se è vero che l’ultima volta che ce lo hanno fornito per il primo lotto della pista ciclabile con tanto di convenzione 26 ottobre 2004 stipulata con Area 24 è successo di tutto, tra strascichi giudiziari approdati fino in Consiglio di Stato e addirittura un’inchiesta penale avviata dalla Procura della Repubblica di Genova, con rinuncia finale del S.I.I.T. all’incarico dopo pochi mesi “a causa di impegni istituzionali sopraggiunti”.
Se ho capito bene, la prima gallina da portare al mercato dovrebbe essere il Porto Vecchio e l’uovo sarebbe la banchina per l’approdo dei crocieristi in transito, sul modello di Montecarlo.
Con la “petite difference” che nel Principato i colossi del mare attraccano e qui da noi non possono farlo per i bassi fondali e devono ormeggiarsi al largo.
Certo, il desiderio di provarci lo stesso e puntare sull’andirivieni dei tender è forte ma – sinceramente - con tutto l’ottimismo della volontà non riesco a immaginare l’ovetto quotidiano in grado di compensare l’investimento che un imprenditore privato dovrebbe coprire per rendere possibile anche soltanto questa soluzione di ripiego.
Per fare un paragone, a Montecarlo il binomio N.L.C. (Norwegian Cruise Line) e Costa Crociere – quarto operatore mondiale del settore – compensa ed ammortizza i costi per il capolinea di due unità (Norwegian Jade e Norwegian Jewel) e per complessivi 56 scali all’anno grazie - per ciascuna di esse - ad un potenziale di 4500 passeggeri e 2300 membri dell’equipaggio per un totale di 420.000 crocieristi, cifre per noi fuori dal mondo.
Ancor meno plausibile mi appare l’altro ovetto che dovrebbe coprire i costi della riqualificazione di piazza Colombo, a meno che ci facciano sopra un bel grattacielo.
Quanto poi alla storiella dei parcheggi interrati a Sanremo, sull’argomento potrei scrivere un trattato monografico.
Infatti sono stato proprio io quell’assessore all’urbanistica che nell’ultimo trentennio è riuscito a fare ex novo a Sanremo l’unico parcheggio interrato esistente, quello di piazza Colombo, ed a lasciare in eredità al suo successore almeno una ventina di progetti, tutti diligentemente raccolti nel piano Tognoli dell’epoca.
C’era solo da sbizzarrirsi, da quello di piazza Eroi addirittura già appaltato una volta nella prima metà degli Anni Settanta, a quello sopra il mercato ortofrutticolo, bellissimo, rivoluzionario, con tanto di convenzione bell’e pronta, ma abbattuto dal fuoco amico socialdemocratico, da quello a Pian di Nave a quello sotto i giardinetti di corso Orazio Raimondo, da quello sotto piazza San Bernardo a quello sul lungomare delle Nazioni e tanti altri ancora.
Ognuno proposto da un imprenditore privato sulla base di un progetto, di un piano finanziario e di una bozza di convenzione.
Se tutto è rimasto sulla carta, penso io, sotto quelli apparenti ci sarà pure un motivo reale, forse lo stesso che oggi sta bloccando analoghe iniziative avviate da Area 24 ormai da alcuni anni, e quello vero è che da un po’ di tempo questa razza di galline ha smesso di fare uova.
L’idea del campus a Pian di Poma mette tenerezza, certamente il parto di un sognatore con i piedi saldamente posati sulle nuvole, per dirla con Flajano.
Chiude il pindarico elenco delle “priorità di intervento” da offrire ai privati in project financing una ipotesi oscura nella forma e sibillina nella sostanza, consistente nella realizzazione di un qualcosa “a cornice del Parco Costiero sorto con la Pista Ciclabile”.
L’immagine di un parco che si affaccia sul mare della nostra Riviera è indubbiamente suggestiva, ma esiste soltanto nella fantasia di un indovino dei nostri giorni, il Presidente di Area 24, che il 13 settembre 2007 l’ha coniata nella domanda di finanziamento profeticamente spedita alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con venti giorni di anticipo rispetto al decreto-legge n. 159 che all’articolo 36 deciderà di organizzare un programma di interventi connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità nazionale, decreto che è del 1° ottobre 2007 e che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno successivo.
Comunque sia, il Comitato dei Ministri appositamente costituito per celebrare la ricorrenza, il 23 novembre 2007 ha accolto la domanda di Area 24 per un importo complessivo di 10.594.300 euro, previsti per la realizzazione di vari interventi a Sanremo, Ospedaletti, Taggia e Santo Stefano al mare.
Si è trattato per lo più di riqualificare alcuni immobili ferroviari dismessi, stazioni, magazzini e terreni riconvertiti, secondo le situazioni, in sale polifunzionali, ostelli, parcheggi, impianti sportivi.
Per la cronaca, i lavori sono stati affidati nel febbraio dell’anno successivo, all’esito di una gara dalla quale è stata esclusa una associazione di imprese locali e che è stata aggiudicata a una società di Roma col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Il contratto di appalto è stato firmato il 7 marzo 2008 per un importo complessivo di 9.350.979 euro al netto del ribasso del 12,30 per cento ed è in corso un primo stralcio di lavori per un importo previsto di 6.787.357 euro.
In sostanza, il famoso Parco Costiero è nient’altro che la sommatoria di queste opere in corso – disperse un po’ qui e un po’ là - relative al 150 ° anniversario dell’Unità d’Italia e di quelle relative alla Pista Ciclabile.
Pista Ciclabile che ha già fatto da cornice una prima volta alle illusioni di Bottini che aveva inserito nell’Accordo Quadro stipulato a Roma al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 18 marzo 2002 un bel numero di opere – pubbliche e private – rimaste tutte sulla carta e una seconda volta a quelle di Borea che aveva successivamente riveduto e corretto quel “Libro dei Sogni”.
Per non sbagliare sono andato a vedermi gli elenchi e ho trovato davvero di tutto e di più : tra gli interventi privati previsti le opere a terra di Portosole, la darsena di Capo Verde, il Palafestival proposto da Sanremo Promotion e il recupero della Cava Cangiotti e tra quelli pubblici c’era solo l’imbarazzo della scelta.
Vi si sognava il collegamento tra i due lungomare delle Nazioni e Vittorio Emanuele, lo scolmatore del San Romolo che invece (e per fortuna) sarà successivamente finanziato dalla Regione trattandosi di intervento di grande emergenza idraulica, la sistemazione di Porto Vecchio per un importo stimato di 5.164.568 euro, il trasferimento della biblioteca nei pressi della nuova Stazione FS di corso Cavallotti, la ristrutturazione della Casa di Riposo Borea, il potenziamento del depuratore, la “Cittadella dello Sport” a Pian di Poma, la Funivia di Monte Bignone per la modica somma di 27.940.316 euro e la riqualificazione di alcune vie del Centro Storico.
Se penso che allora – quando le vacche erano grasse - per tutti questi interventi a cornice della Pista Ciclabile il Bando allegato al D.M. 8 ottobre 1998 del Ministero dei LL.PP. stabiliva che “gli investimenti per interventi privati devono coprire almeno un terzo dell’intervento complessivo” potendo beneficiare per la restante parte di contributi comunitari e regionali a fondo perduto e che per gli interventi pubblici o di interesse pubblico si limitava a imporre l’obbligo per i privati di “concorrere per quota parte significativa da stabilirsi da parte del soggetto promotore secondo criteri di convenienza”, eppure non se ne è fatto nulla, non vedo l’ora di leggere lo studio di fattibilità del Provveditorato interregionale relativo a ulteriori interventi in project financing a cornice del Parco Costiero per i quali l’onere a carico dei privati è al cento per cento.
In sintesi : nel pollaio comunale – è vero – le galline sono tante e vendersene qualcuna può essere ragionevole specie se lo sforamento del Patto di Stabilità lo rende necessario, però c’è un secondo patto questa volta da non sforare, pena l’ennesimo flop, cioè che ciascuna di loro faccia l’ovetto quotidiano sicuro e garantito e sempre che si riesca a fermare la fuga dei capitali da Sanremo e a trovare qualcuno interessato a investire in un’opera pubblica o di interesse pubblico.
L’alternativa è una sostanziosa vincita al Superenalotto.