Ai più è sfuggito qualcosa sulla trasferta ferroviaria di Renzi a Sanremo ed è il significato della presenza della ministra della funzione pubblica nella patria dei furbetti in canoa e mutande.
Quasi a mettere il sigillo a una vicenda penosa e triste di gratuita auto colpevolizzazione collettiva che ieri per esigenze elettorali e di immagine il segretario del PD ha trasformato in victim blaming, sputtanamento della vittima, cioè della Città amministrata dal suo Partito.
Non è la prima volta che succede, direi anzi che è diventato un classico visto l’esito di scandali e blitz apocalittici quasi tutti seppelliti da una risata, per dirla con Bakunin.
Senza andare troppo indietro nel tempo e scoperchiare troppe pentole cito il caso precedente che, a parti invertite, è finito in una risata.
Allora, era esattamente il 29 settembre 2010, il sindaco-sceriffo aveva portato al procuratore Cavallone la pistola fumante della truffa e del peculato dei “furbetti della benzina” i quali con un automezzo comunale che dal contachilometri risultava aver percorso poche centinaia di metri avevano segnato stratosferici consumi di carburante.
La risata è venuta tre anni dopo, all’esito di approfonditi accertamenti e a seguito di estenuanti interrogatori, quando è risultato che la prova schiacciante riguardava un autocompattatore che lavorava da fermo, compattando i rifiuti nel centro di conferimento di San Pietro.
Tante altre risate hanno seppellito casi analoghi fino a quando la montagna non è riuscita a partorire neppure un topolino che facesse la cresta al distributore e il procuratore Zocco ha dovuto malinconicamente annotare che “non essendosi configurate condotte in grado di supportare alcuna ipotesi di reato, questa Procura chiede l’archiviazione del fascicolo”.
Questa volta, invece la pistola fumante era fotografica e riprendeva vigili smutandati e vogatori con una potenza suggestiva enorme, tale da segnare una svolta epocale e da indurre la ministra della funzione pubblica a cogliere l’attimo, prendere l’occasione al volo e correre in parlamento brandendo un emendamento per licenziare illico et immediate i furbetti del cartellino.
Ieri con lo scalpo alla cintola è venuta a riscuotere applausi sulla platea nazionale a prezzo dello sputtanamento di una Sanremo che è diventata nell’immaginario collettivo la Scampia dei fannulloni, una Bengodi pubblica dove tutti i dipendenti pagati da Pantalone scorrazzano in mutande e si divertono in canoa.
C’è da giurare che il PD nel presentare agli elettori il consuntivo dei risultati ottenuti nell’ultimo quinquennio servirà in tavola agli elettori questa sciagurata vicenda condita con tutte le salse per dimostrare la sua intransigenza moralizzatrice.
Potrà farlo tranquillamente al riparo dall’immancabile risata che non farà in tempo a sgonfiare la bolla mediatica e a seppellire chi l’ha gonfiata, ma gli elettori con una matita potranno sempre riuscirci, come al referendum.