Al Cassini ho imparato a coniugare verbi all’aoristo, tempo perfetto che riassume il passato, il presente e il futuro e che ti accompagna nell’iperuranio, il mondo della metafisica dove le idee sono realtà perenni.

 

Bellezza, bene e verità siedono al vertice della piramide, sono le tre idee platoniche nelle quali si rispecchia l’anima prima di entrare nel corpo e la loro memoria distinguerà l’uomo dal bruto.

 

In uno Stato di diritto le leggi sono il nostro vangelo civile, contengono norme generali e astratte e dunque in questa ottica dovrebbero leggere la realtà in modo impersonale, “sub specie aeternitatis”, e dovrebbero idealmente coniugare i verbi all’aoristo.

 

Almeno, secondo me.

 

Invece dopo aver conosciuto la categoria delle leggi “ad personam” adesso ci tocca conoscere quelle “ad usum serenissimi Delphini” con le quali il parlamento tratta il Popolo Italiano alla stregua del precettore del Re Sole.

 

E’ l’atteggiamento di un ceto politico statisticamente, socialmente e culturalmente minoritario ma prepotente e aggressivo che coltiva il tentativo di dar vita a un moderno Leviatano al quale ognuno di noi debba sacrificare il proprio diritto di opinione e di determinazione per sottomettersi al pensiero unico e agire in base a riflessi condizionati.

 

Le tre idee platoniche di bellezza, bene e verità vengono strappate alla loro dimensione metafisica e usate per imporre in nome del Popolo Italiano un modello che annienti legalmente i bruti che osano opporsi.

 

L’estetica è asservita alle leggi economiche del mercato e dei consumi e lungo le coordinate della domanda e dell’offerta globali detta le mode di un moderno “Stile Littorio”.

 

L’idea di bene serve a disegnare l’identikit del suo opposto, il male assoluto, che si identifica nell’altro, al quale i fascisti somministravano olio di ricino e manganellate mentre loro adesso lo condannano all’esilio civile e politico.

 

Quanto alla verità, il sistema è tollerante sulle versioni purchè, nella babele delle lingue e nel pluralismo dei pensieri deboli, siano rispettate le idee-forza imposte per legge.

 

Da 5-6 anni scivoliamo senza accorgercene sotto una dittatura democratica che attraverso l’equivalente della Legge Acerbo del 1924 consacrerà un regime che come manifesto ha un insieme coordinato di idee di Stato da rispettare per legge.

 

La legge residuale è quella in gestazione che sui social affida al Leviatano il potere di distinguere il bello dal brutto, il buono dal cattivo e il vero dal falso, a sua discrezione.

 

Tutto questo sortirà l’effetto di intimidire il dissenso, il chilling effect degli anglo-sassoni, e di rendere sottomessi e intimiditi i blogger e i singoli che la pensano diversamente.

 

Sono considerazioni, le mie, che nascono d’impeto dopo aver letto che a Sanremo la locale sezione dell’associazione dei partigiani invoca la de-fascistizzazione cittadina impedendo l’accesso ai “fascisti” negli spazi pubblici per ogni genere di iniziativa a loro riconducibile.

 

In piccolo è quello che sta succedendo col Leviatano a livello nazionale perché il marchio d’infamia è nelle sue mani e può usarlo a sua discrezione e piacimento.