Sono reduce da un paio di settimane a Firenze: trascorse a piedi, perché in macchina è impossibile circolare, cantieri ovunque, opere pubbliche e private dappertutto.

 

A Montecarlo, il viandante che dalla moyenne si affaccia sul Principato e si ferma a contare le gru dall’alto arriva a trenta, dico trenta e probabilmente qualcuna mi è sfuggita.

 

Neppure a Sanremo mancano i cantieri, però tutti fermi, Portosole, Astoria, Savoia, Bononia, ex S.A.T.I., Tiro a Volo, ex Tribunale, Auditorium Alfano, solo per citarne alcuni, ma si tratta in genere di alberghi morti o abortiti, o di investimenti mordi e fuggi ibernati  oppure di storiche scommesse edilizie che marciscono da decenni nelle mani di burocrati che le hanno tecnicamente e asetticamente rappresentate agli amministratori come indecenti e contrarie all’interesse pubblico.

 

In compenso abbiamo un surreale progetto di Piano Urbanistico Comunale che langue da anni in Regione in attesa di chiarimenti su astruse e impraticabili operazioni premiali e punitive che potrebbero essere proposte da ipotetici e inesistenti kamikaze disposti a immolarsi a Sanremo tra le forche caudine dei “tecnici” del terzo piano di Palazzo Bellevue.

 

Milano è sede di mercato sia per gli immobiliaristi e sia per i calciatori, la cartina di tornasole dell’indice di gradimento delle potenziali piazze del business in offerta.

 

Le pernacchie dei buyers sono la colonna sonora quando scorre sullo schermo il “pacchetto Sanremo”.

 

Controprova e ulteriore riscontro di tutto questo sono le gare in offerta di immobili pubblici che finiscono quasi tutte deserte e ogni tanto qualcuna che si conclude a prezzi stracciati.

 

Il silenzio dei sindacati edili, delle associazioni imprenditoriali e del nuovo che avanza in politica fa da cornice a questo quadro desolante.

 

Le spiegazioni?

 

Tutela del paesaggio a Sanremo, beati gli edili fiorentini che non hanno di questo problemi perché lì non ci sono beni ambientali da proteggere!

 

Tutela del suolo che non va consumato, beati i monegaschi che loro hanno sterminate pianure a disposizione!

 

Tutela della legalità, della serietà e della solidità economica degli investitori, pochi ma buoni, e infatti Area 24 è pronta a realizzare il parcheggio sotterraneo davanti alla ex stazione ferroviaria appena chiude la procedura fallimentare, più o meno come l’impresa edile dell’outlet in valle Armea anche lei in attesa di responso dal Tribunale di Firenze o come l’Astoria che ci ha già lasciato le piume.

 

Le alternative offerte?

 

Project financing a go-go, come il disoccupato pieno di debiti che si vende un rene per far curare il figlio; ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche, dal forno crematorio al porto vecchio, dal mercato annonario al campo sportivo, dalla funivia al cimitero monumentale.

 

Uno arriva e presenta un bel rendering con una bozza di contratto senza dire dove prende i soldi, chi li garantisce e come rientra delle spese, tariffe o concessione sempiterna e poi aspetta.

 

Lui ci ha messo il cappello e poi staremo a vedere.

 

Il guaio è che anche noi stiamo a vedere, ma soprattutto stanno a vedere i disoccupati nell’edilizia, quelli creati dagli sfratti di attività in corso nelle aree interessate e le legioni di turisti che a frotte abbandonano i resort paradisiaci della concorrenza per precipitarsi a Sanremo a godere lo spettacolo di una Città che finalmente con questi amministratori ha trovato la strada giusta per progredire e affermarsi nel mondo.