I vecchi sanremaschi dicevano: “In tempu de guerra, ciù balle che terra”.
Il clima elettorale è acceso, violento e avvelenato come in guerra e ben si adatta alla saggezza antica.
Le balle in questo caso riguardano la viabilità di Sanremo, disciplina geologica che studia le ere più vicine a noi, quella inaugurata dall’apertura dell’Autofiori e poi, vent’anni dopo, quella iniziata e mai conclusa dell’Aurelia bis.
Entrambe le opere sono di portata nazionale e quindi di competenza A.N.A.S., concessionaria del Ministero delle Infrastrutture, la quale a sua volta le ha date in concessione alla Autofiori e soltanto per l’ultimo tratto dell’Aurelia bis ne ha assunto direttamente responsabilità e costi.
Tra il Ministero concedente e l’A.N.A.S. concessionaria è in vigore una convenzione trentennale che si basa sul finanziamento di piani pluriennali che individuano le opere di approvazione ministeriale su conforme parere CIPE da realizzare sulla rete viaria autostradale e stradale di interesse nazionale.
Quando il traffico è a pedaggio i costi si possono coprire con la finanza di progetto, opportunità sfruttata per i primi tre lotti dell’Aurelia bis attraverso “Autostrada dei Fiori s.p.a.”, altrimenti bisogna affidarsi alla clemenza del Sovrano.
Chi è il Sovrano?
Ai tempi di “Mani Pulite” il Sovrano abitava in via Monzambano, sede A.N.A.S., dove cantava Messa, mentre le elemosine le faceva raccogliere a Porta Pia, sede del Ministero.
Poi con la Seconda Repubblica le cose sono cambiate, l’intermediazione parassitaria è cessata, e con essa il rito e il messale.
La nuova liturgia è quaresimale, figlia della crisi, economica e di settore, e il messale racconta i prodigi delle “Grandi Opere”, dei “Valichi” e del “Ponte sullo Stretto” mentre quello che resta viene spalmato sul territorio nazionale dove in ogni compartimento tanti cani si contendono l’osso.
Se questo è il quadro, le balle sparate in aria sono quelle che leggo oggi sui quotidiani e che riguardano un vertice (sic!) a Palazzo Bellevue sullo svincolo di San Martino e sul completamento dell’Aurelia bis, entrati prodigiosamente nelle grazie del Sovrano in persona del Ministro PD e del DG dell’A.N.A.S.
Non mi nascondo che anche in questo caso è possibile raschiare il barile e far uscire un po’ di soldi dalle pieghe del bilancio.
Come, per esempio, è stato fatto in passato per arrivare al Borgo in un segmento dell’Aurelia bis che si trovava in mezzo al guado e che invece con le briciole ha potuto essere completato dalla “Provera & Carassi”.
Ma erano pochi spiccioli rispetto agli astronomici costi delle opere di interesse nazionale di competenza A.N.A.S. oggetto del vertice sanremese, con un onere finanziario che da solo assorbirebbe tutte le risorse a disposizione del compartimento ligure.
Insomma, la solita bufala elettorale.