Quando questa mattina venerdì 9 febbraio 2018 “facebook/onthisday” mi ha ricordato un post che un anno fa avevo scritto su Area 24 ho di nuovo pensato dei responsabili: “Aiutiamoli a casa loro, almeno non faranno più danni”, come avevo fatto ieri sulla ex SATI alla Foce.

 

Senza aggiungere altri commenti trascrivo il post con un interrogativo: “Tutta questa storia di grave negligenza arriverà mai sul tavolo di un Giudice oppure bisognerà attendere il Padreterno il giorno del Giudizio Universale?”.

 

Ecco il mio post del 9 febbraio dell’anno scorso:

 

Caro Cesco Castagnino,

 

cercherò di soddisfare la tua morbosa curiosità sul “buco” di AREA 24 con una ricostruzione veloce ma che spero esauriente.

 

I primi tre miliardi di lire che il Comune ha messo sul tavolo delle FF.SS. risalgono al 1963 come zuccherino per spostare la linea da Villa Helios a Capo Verde, ma i Comuni vicini, tagliati fuori, si opposero e non se ne fece niente.

 

Undici anni dopo, il 22 marzo 1974, 100 milioni partivano per Roma a finanziare la progettazione di massima da Ospedaletti a San Lorenzo.

 

Dopo di che, il 29 aprile 1980, il Comune si impegnava a versare alle FF.SS. 10 miliardi di lire in 10 comode annualità con una convenzione che all’articolo 8 stabiliva:” La somma di lit. 10 miliardi versata dal Comune costituisce anticipazione sul prezzo delle aree da trasferire”.

 

Gli 8 Comuni attraversati dalla linea ferroviaria abbandonata dalle FF.SS. hanno stipulato con la Regione il 18 settembre e il 29 novembre 2001 dei protocolli di intesa e poi del 22 ottobre 2003 un accordo quadro col quale concordavano un modus operandi condiviso finalizzato alla valorizzazione pubblica delle aree e degli immobili e in particolare alla realizzazione di un “corridoio trasportistico”, ciclabile e di mobilità pubblica leggera.

 

Gli accordi prevedevano l’acquisto delle aree dismesse da parte della Regione che le avrebbe successivamente messe a disposizione di un futuro “soggetto unico”, da essa creato ad hoc e che sarà AREA 24, da rendere proprietario di quelle presenti nei territori dei 7 Comuni minori mentre quelle di Sanremo rimanevano di proprietà comunale da affidare in comodato gratuito al soggetto in questione.

 

Il 4 marzo 2002 con un capitale di 500.000 euro nasceva così AREA 24 partecipata al 43 % ciascuno da Comune di Sanremo e FILSE e al 14 % da CARIGE.

 

Una volta concordato in € 21.709.458,59 il prezzo di vendita di mq. 432.741 di superficie (di cui mq. 48.300 relativa alle aree delle stazioni) e definito in € 19.150.293,27 l’importo rivalutato dell’acconto a suo tempo versato, gli atti di compravendita da Ferrovie Real Estate s.p.a. alla Regione e di ritrasferimento immobiliare da questa ad AREA 24 s.p.a. e al Comune di Sanremo, rogati entrambi dal notaio Fusaro di Genova, sono stati stipulati, rispettivamente, il 29 dicembre 2003 e il 6 febbraio 2004 e dopo la compensazione dei due importi, a debito ed a credito, il pagamento della differenza di € 2.559.165,32 a favore della venditrice è avvenuto da parte della Regione a titolo di anticipazione di cassa da compensare con corrispondente assunzione a debito da parte di Area 24 s.p.a.

 

PRIMA CAZZATA

 

Dunque la società apriva gli occhi con un debito sulla gobba che era 5 volte il suo capitale.

 

SECONDA CAZZATA

 

Seguiva un secondo fardello quando la Regione ha affidato ad AREA 24 l’incarico di realizzare per lotti separati e direttamente sul sedime della linea ferroviaria dismessa l’intervento del P.R.U.S.S.T. n. 8/1 “Riuso della dismessa ferrovia” dell’importo presunto di € 33.569.698,44 che prevedeva, appunto, il corridoio turistico-trasportistico, con pista ciclabile e riserva di spazi per la realizzazione di una linea di T.P.L. (trasporto pubblico locale), cioè il famoso “Filobus di cristallo”.

 

Nella iniziale previsione del PRUSST i costi dell’intervento n. 8/11 “Pista ciclabile” erano coperti dalla Regione oltre che attraverso i contributi sulle spese di progettazione previsti dal Decreto Ministeriale 8 ottobre 1998, soprattutto attingendo, in cofinanziamento, ai fondi comunitari Docup 2000-2006 Asse 3 Misura 3.5 ed agli stanziamenti previsti dalla legge 19 ottobre 1998, n. 366 (Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica) e dalle leggi regionali n. 10/1997 e n. 21 del 1980, e all’occorrenza ricorrendo a mutui con la Cassa Depositi e Prestiti.

 

In realtà gli appalti dei lotti successivi hanno sforato fortemente il quadro economico iniziale che è andato via via gonfiandosi -in via di competenza- a causa di varianti, di contenzioso e di imprevisti e -in via di cassa- perché AREA 24 pagava cash gli appaltatori mentre i finanziamenti regionali e UE arrivavano a distanza di anni, col risultato che oggi l’indebitamento bancario soltanto a questo titolo viaggia intorno ai 7 milioni di euro.

 

TERZA CAZZATA

 

Come a chemin-de-fer, ha così inizio la martingala che vede AREA 24 che raddoppia la posta e il rischio per potersi rifare delle perdite.

 

Infatti AREA 24 si è trasformata di fatto (tout-court e senza autorizzazione esplicita dei soci) da società di scopo a prevalente partecipazione pubblica, mandataria con obbligo di rendiconto ma garantita, in società commerciale di rischio e in tale veste comincia a vendere ai privati aree strategiche ma assertivamente estranee al corridoio ciclo-trasportistico e ad intraprendere una serie incredibile di avventure immobiliari e di iniziative imprenditoriali ad alto rischio, per le quali non era attrezzata, e che sono finite tutte a puttane.

 

QUARTA CAZZATA

 

Poiché il piatto piangeva, per riempirlo con danaro fresco AREA 24 ha proposto alla Regione Liguria il progetto “Parco costiero”, per un ammontare complessivo di lavori a base d'asta di € 10.594.300,00 (di cui € 486.000,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso) oltre agli oneri di progettazione pari a € 388.800,00.

 

La proposta di “completamento del Parco Costiero del Ponente Ligure” in realtà era nient’altro che la riconversione dell’intervento n. 8/1 “Pista ciclabile” e AREA 24 l’ha avanzata per abbeverarsi alla cornucopia del “Comitato dei Ministri per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 giugno 2007 e affidato al famoso Angelo Balducci.

 

Gli strascichi di questa appendice sono ancora ignoti e da quantificare e il bilancio finale è spalancato.

 

ULTERIORI CAZZATE

 

E’ impossibile condensare in un post tutte le iniziative spericolate di AREA 24 all’insegna della managerialità dei suoi amministratori e all’insaputa dei due soci pubblici, Presidenti della Regione e Sindaci di Sanremo.

 

Penso, per esempio, al Cantiere "MILLENIUM" che da 9 anni ha spalancato nel cuore di Arma di Taggia una voragine di mq. 7.700 di superficie nella quale si sarebbero dovuti realizzare in sotterraneo 174 box auto, 178 posti auto aperti e a rotazione e 970 mq. di negozi in forza della Convenzione Genduso-Gambino 10 settembre 2007 col Comune di Taggia.

 

Ma la voragine finanziaria è peggiore perché AREA 24 inizialmente coinvolta nel fallimento come coobbligata alla restituzione di un mutuo di 6 milioni di euro erogato dal Banco San Giorgio, il 6 agosto 2014 per evitare il linciaggio da parte di un centinaio di privati prenotatari dei box auto truffati per un totale di circa 5 milioni e 800 mila euro di acconti versati, ha rilevato il debito versando al Tribunale di Milano 3 milioni 250 mila euro per acquisire l'area e poi ha creato una società satellite, la “Park 24 Arma” che avrebbe dovuto reperire a sua volta 3 milioni di euro per completare l’opera.

 

L’idea geniale definita pomposamente nel 2011 come “Piano di salvataggio” (ma di chi?), tra l’altro, ha mandato in fumo crediti per circa 3 milioni e 500 mila euro di subappaltatori e fornitori, è bloccata da anni e nel frattempo gli amministratori che l’hanno partorita o hanno svicolato alla chetichella o sono scappati a gambe levate, come ha fatto Mariano Porro appena ha capito.

 

Ma penso anche all’operazione “Quick No Problem Parking” sul lungomare sotto l’ex stazione di Sanremo per la quale addirittura AREA 24, assieme al Comune di Sanremo, è stata citata dall’ing. Russo per 1.500.000 euro di danni, oltre a dover risarcire la società napoletana dopo la condanna del T.A.R. Liguria del 20 gennaio 2012 per non aver provveduto all’aggiudicazione definitiva della concessione pur avendola resa operativa.

 

Ma penso anche, nel medesimo punto del litorale sanremese, alla costosa progettazione del parcheggio interrato ferma da anni non ostante la Giunta Provinciale abbia approvato nel maggio del 2013 la variante a stralcio al Piano di Bacino

 

Penso anche alle spericolate avventure di Ospedaletti che, tra l’altro, hanno visto AREA 24 condannata dal Consiglio di Stato il 23 ottobre 2012 per gli accordi con la F.I.N.I.M. di “Baia Verde” e contestata dal Comune per la mancata permuta della sede municipale.

 

Nemmeno due anni fa il sindaco di Sanremo lanciava grida di giubilo con queste parole ai giornali: “Credo sia stato corretto condividere l'uscita di questa operazione, (Millenium, n.d.r.) non per celebrare qualcuno (sic!), ma per chiarire al meglio questa situazione.”

 

E’ dell’altro giorno la notizia delle dimissioni di Porro che non ha bisogno di commento. Vedi un po’ te. Salutoni. Bruno

 

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A questo punto un amico mi ha chiesto: “Quello che manca alla storia.... i responsabili delle Cazzate. E poi a chi hanno giovato. Come sempre.”

 

E io ho risposto: “Semplice: la prima cazzata risale a Burlando-Scajola C.-Berneschi che hanno usato a Sanremo Bibi-Bibo.

 

La seconda è di Burlando/Russo, quest'ultimo "piovuto" da Genova dove aveva "dato una mano" ai Sindaci e Presidenti di Regione Rossi e alle Coop.

 

La terza è farina del sacco dei vari C.d.A. che si sono susseguiti e della inadeguatezza dei Sindaci che si sono prestati alle varianti urbanistiche last minute.

 

La quarta è farina del sacco di Russo che era stato per tanti anni amico e collega di Angelo BALDUCCI, che finirà in galera per gli scandali romani, e che all'epoca era "dominus" della celebrazione dei 150 Anni dell'unità d'Italia.

 

Le cazzate successive sono farina del sacco degli amministratori locali, da Borea col waterfront a Genduso che aveva ereditato la cazzata "Millenium" da Barla e C. A Parrini a Ospedaletti e anche a Crespi che pensava di "ridimensionare e domare" il mostro di cemento di FINIM.

 

Poi, ovviamente, ci sono i pesci di acquario, i BUROCRATI comunali, provinciali e regionali, alcuni dei quali tenevano "prole" da far lavorare….

 

Insomma, un bel cast di cazzari, non c'è che dire.

 

Cui prodest?

 

A nessuno perché il cazzaro quasi sempre agisce all'insaputa del proprio tornaconto personale ed è per questo che per la Pubblica Amministrazione è meglio un poco di buono intelligente è capace che un cazzaro disinteressato ma estremamente nocivo.

 

Infatti adesso su AREA 25 il conto supera i 25 mln di euro (di cui 16 del recentissimo mutuo CARIGE rinegoziato in sede di concordato fallimentare).