Lo avevo previsto, proclami come se piovessero sulla rotonda alla Foce.

 

Adesso, 3 novembre 2018, è il turno del “disvelamento” del quarto segreto di Fatima, il progetto definitivo/esecutivo di uno dei quattro “under 35” selezionati da Biancheri, l’arch. Perrone.

 

L’assessore Trucco (PD) in coerenza con la “Teoria del controllo delle masse” riveduta e corretta da Renzi giura: “Non si tratta di campagna elettorale ma della fine di una lunga azione amministrativa.”

 

Il “leccarenzi” del Secolo XIX gli dà ragione: “E non ha torto: soltanto negli ultimi mesi il Comune è riuscito ad aver ragione dopo vent’anni di contenzioso che lo vedeva opposto a Oil Italia (pratica affidata all’assessore Mauro Menozzi) nella demolizione del distributore. Ma ha dovuto far da sé per poi rivalersi in danno.”

 

Ma la gente deve sapere:

 

1°.  Gli uffici fin dal loro arrivo nel 2004 avevano segnalato a Borea e Biancheri (eredi della pratica voluta e finanziata da Bottini) la necessità di una variante urbanistica al P.R.G. per poter espropriare. Ecco lo stralcio:

 

Variante OIL ITALIA-

 

-          per addivenire all’approvazione del progetto preliminare, trattandosi di opera non prevista dal P.R.G. vigente, è necessario il ricorso all’istituto della variante urbanistica;

 

-          la variante è inquadrabile, nella fattispecie, nella tipologia di “adeguamento agli standards urbanistici” prevista e disciplinata dagli art. 29 e 29 bis della L.R. 24/87;

 

-          l’approvazione della variante compete alla Provincia di Imperia cui dovrà essere inviata la pratica dopo aver esperito le procedure di pubblicazione (15 giorni di deposito) e di contro deduzione delle osservazioni-opposizioni eventualmente pervenute fino a 15 giorni successivi alla scadenza del periodo di deposito;

 

-          alla medesima Amministrazione Provinciale sono attribuite le funzioni, nell’ambito dell’approvazione della predetta variante urbanistica, del rilascio dell’autorizzazione in materia paesistico-ambientale)

 

2°.    Loro invece hanno preferito mostrare i muscoli e al TAR hanno preso una facciata.

 

3°.    In vista delle amministrative del 6-7 giugno 2009 gli abitanti della Foce in assemblea pubblica consegnavano al candidato sindaco Borea e al suo scudiero Biancheri un documento con questo stralcio: “Dopo l’indecorosa rissa sulla segnaletica orizzontale alla confluenza tra corso Matuzia e corso degli Inglesi l’unica novità, questa volta di segno positivo, è l’acquisto del distributore OIL Italia da parte del Comune per 61.900 euro, deliberato dal Commissario Straordinario dott. Umberto Calandrella il 20 gennaio scorso. L’intervento della rotonda di corso Matuzia è finanziato da anni con un mutuo di 750.000 euro, la progettazione è curata direttamente dall’Ufficio Tecnico comunale, l’ostacolo degli espropri ora è stato rimosso, l’auspicio è che la prossima amministrazione subito dopo il suo insediamento proceda all’affidamento dei lavori.”

 

4°.    La rimozione dell’ostacolo degli espropri riguardava proprio la necessità della variante al P.R.G. che Calandrella e il Direttore Generale Glinianski hanno immediatamente fatto redigere, approvato e pubblicato, correggendo in parte l’errore di Borea-Biancheri.

 

5°.    Così con il Mago Zoc (2009-2014) la penitenza per espiare il peccato originale di Borea-Biancheri ha riguardato non più i proprietari (o presunti tali perché l’immobile è su suolo pubblico in concessione), cioè i sigg. Enrichetta Paini, Alessandra Tamani, Andrea Tamani, Rodolfo Tanzi, Marta Bertoli e Tiziana Bertolini,  bensì OIL Italia, (in qualità di inquilino/sub-concessionario dei proprietari/concessionari predetti), la quale Oil Italia è stata lei questa volta a voler mostrare i muscoli e così  ha rifiutato l’offerta di spostare il distributore in via Padre Semeria e ha preferito ricorrere al TAR contro la “determinazione dirigenziale n.541\2012 recante revoca della concessione di suolo pubblico e di collocamento di stazione di rifornimento carburanti per autoveicoli ed ordine di rimozione della medesima stazione. E ha preso una solenne facciata.

 

6°.    Infatti il Mago Zoc il 29 maggio 2014, pochi giorni prima di dissolversi nell’aria, ha avuto la soddisfazione di leggere la sentenza del TAR – Seconda Sezione n. 824/2014 Reg. Prov. Coll. che respingeva il ricorso n. 659/2012 Reg. Ric., condannava Oil Italia a pagare le spese di giudizio (3.000 euro+IVA) e ordinava “che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa” cioè ripristinava l’efficacia e l’esecutività della revoca e della determina di sgombero.

 

7°.    E’ vero che Oil Italia ha impugnato la sentenza al Consiglio di Stato e che Biancheri ha incaricato l’avvocato Gabriele Pafundi di difendere il Comune (Determinazione dirigenziale n. 1148 dell’11 novembre 2014) ma nessuna sospensiva è stata accordata da Roma.

 

8°.    Passeranno invano 4 anni e 4 mesi da quella sentenza esecutiva che confermava l’esecutività di ordini amministrativi esecutivi prima che Biancheri si muova (Determinazione dirigenziale n. 2841 del 24 settembre 2018) dando l’incarico all’architetto Perrone di preparare il progetto esecutivo/definitivo al prezzo di poco più di 13.000 euro.

 

9°.    Nel frattempo, però, Biancheri ha trovato il tempo e il modo di approvare, per gli amici di Sanremo, la variante al P.R.G. dell’outlet “The Mall” e di sbattere fuori il cantiere di Vitulano sul Porto Vecchio senza averne diritto come dirà il Tribunale.

 

10°.        Ho dato una scorsa al “Disciplinare d’incarico professionale” allegato alla determina e penso che neppure Leonardo Da Vinci sarebbe riuscito nel miracolo di ottemperare a tutti gli impegni in 30 giorni (cioè dal 25 settembre 2018) come prescrive l’articolo 3 e ne traggo la conclusione che su quella base nessun appaltatore serio presenterà una offerta per non finire nel trabocchetto e la porta sarà spalancata a sorprese, varianti e magie alle quali siamo ormai abituati.

 

11°.   Insomma, prepariamoci al peggio.