Ieri mi sono occupato del silenzio assordante di Biancheri sul PUC, che è stato approvato il 30 aprile scorso e pubblicato l’8 maggio successivo sul B.U.R.L. dopo 39 anni dall’approvazione del precedente che era avvenuta in ben altro clima di soddisfazione e di entusiamo bipartisan.
Da oggi e fino al 26 maggio prossimo cercherò di spiegarne la ragione, e lo farò a caccia delle “mancate promesse” sulle quali dal 30 aprile scorso Biancheri & C. recitano il remake della “Congiura del silenzio” di Steve Berry («Non tutto è come sembra...», James Buchanan; cit. ).
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Comincio da pagina 3 dove si bruciano tutte le “promesse” fatte da Biancheri attraverso l’accoglimento integrale o parziale di osservazioni sostanziali che i cittadini sanremesi avevano presentato nei 60 giorni successivi al 23 novembre 2016, e questo perché Biancheri NON le ha fatte “debitamente adottare e pubblicare”.
Le osservazione sono troppe e ci vorrebbe una enciclopedia Treccani per illustrarle tutte.
Allora (giuro sul Vangelo) ne ho presa una a caso, quella n. 104, e il caso ha voluto che riguardasse una pratica (quella della ristrutturazione dell’Hotel Savoia) che avevo avviato io ai miei tempi con il proprietario, il signor Giulio Porporato di Torino, ma che sarà conclusa tra il 1998 e il 2002 da coloro che sono venuti dopo di me.
Nell’osservazione n. 104 la Proprietà spiega le ragioni della mancata apertura del prestigioso albergo ottocentesco (70 camere, 200 posti letto, ristorante, due sale congressi, centro salute, ampi saloni, piscina esterna, 100 posti auto sotterranei), e questo a 15 anni dalla conclusione dei lavori.
Ragioni consistenti nella impraticabilità della viabilità di accesso all’albergo, problema che si chiede a Biancheri di risolvere sulla base delle indicazioni tecniche dell’ing. Bessone di Bordighera da inserire nel P.U.C.
Notare che la Proprietà dopo aver pagato profumatamente al Comune sia gli oneri di urbanizzazione e sia gli standard urbanistici per la ristrutturazione e dopo aver realizzato l’intero collettore fognario e aver asfaltato tutta Via Nuvoloni fino alla Chiesa Russa, aveva chiesto al Comune di poter adeguare la viabilità di accesso perché tutte le Catene Alberghiere internazionali lo ponevano come condizione irrinunciabile per la loro clientela.
Intendiamoci, il Savoia non ha chiesto la luna, chiedeva solo poter allargare la carreggiata di Via Nuvoloni portandola a metri 5, 40 e di poter realizzare un marciapiedi di metri 1,20 dove è assente.
Una cazzata, 246 metri quadrati in tutto da espropriare a tre privati (Hotel Royal e ville Ave Maria e Guidetti) come il 15 giugno 2015 la Proprietà scriveva a Biancheri chiedendo di inserirla nel P.U.C.
Evidentemente Biancheri era in altre faccende affaccendato (vendita dell’ex Tribunale, Outlet “The Mall”, eccetera) e quindi il 16 ottobre 2015 nell’adottare il P.U.C. preliminare si è dimenticato la richiesta del Savoia nel cassetto.
Così la Proprietà del Savoia si è vista costretta a presentare il 20 gennaio 2017 la famosa osservazione n. 104 che finalmente Biancheri accoglierà il 16 maggio 2017, ma senza ripubblicare il PUC stravolto dall’accoglimento integrale di altre 50 osservazioni e parziale di 75.
Non sono servite interpellanze, mozioni e raccomandate che lo invitavano a farlo, lui voleva fare lo splendido che in quattro e quattr’otto risolve tutti i problemi.
Risultato: il PUC adesso è approvato ma la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi e uno di questi si chiama Savoia.
Adesso lo capite, amici, perché sostengo che Biancheri è una bravissima persona, guai a chi me lo tocca, però deve dedicarsi alla attività messe in piedi da Papà Antonio e lasciar perdere le cose più grandi di lui.