Domenica 12 Febbraio 2012 12:07 | Scritto da Bruno Giri
1 – Inquadramento del tema
E’ da sei anni, con lo scoppio della bolla immobiliare americana per l’insolvenza dei mutui subprime, che la crisi si è affacciata sui mercati finanziari internazionali.
Un paio d’anni dopo sono uscite di scena, o si sono fortemente ridimensionate, onnipotenti banche d’affari come Lehman Brothers, Goldman Sachs e Morgan Stanley e in breve la crisi è diventata globale e si è estesa all’economia reale con allarmanti segnali di recessione e di stagnazione in tutto il mondo.
In Europa le manifestazioni del fenomeno sono troppo note per dover essere ricordate e in Italia i temi degli equilibri della finanza pubblica e dello sviluppo sono ormai “il pane nostro quotidiano” nel quale tutti i giorni le Borse mondiali infilano un indigesto companatico.
A livello nazionale, come sappiamo, fino a ieri erano sostanzialmente due le correnti di pensiero che si contrapponevano nell’arengo politico e sociale, quella negazionista (Berlusconi) e quella catastrofista (Bersani), e per ricordarle anche in questo caso non occorre spendere troppe parole.
Negli ultimi tempi, però, all’ombra del Governi Monti e del suo “ottimismo della ragione”, tra le due opposte interpretazioni politiche ne è sbocciata una terza che si ispira all’evoluzionismo e che vede nella crisi globale un’occasione di crescita e di maturazione dei popoli per evolvere verso equilibri più giusti e maggiormente condivisi e partecipati.
A differenza delle altre due, che cadono dall’alto usando i media tradizionali, questa terza interpretazione sale dal basso, snobba i mezzi di comunicazione di massa e utilizza internet e le tecnologie informatiche di ultima generazione.
Grazie a questi strumenti un numero sempre maggiore di persone si accorge sulla propria pelle di essere stata presa in giro sia da chi negava l’esistenza della crisi e sia da chi l’ha cavalcata esclusivamente come un mantra polemico per colpire l’avversario e questa consapevolezza se in molti casi genera violenza, per fortuna spesso soltanto verbale ma pur sempre “levatrice della Storia”, (Karl Marx – Il Capitale, Capitolo 24), in tutti si traduce in una formidabile spinta alla crescita e al cambiamento.
Vivere al tempo della grande crisi è così diventata la scommessa quotidiana del singolo individuo e delle comunità nelle quali è immerso col risultato - per lui e per loro - di scoprire risorse sottovalutate o addirittura dimenticate e di creare opportunità insospettate di sviluppo equo e solidale.
Come in tutto il resto del mondo anche nel sistema civile, politico ed economico italiano è in atto una analoga evoluzione sotterranea verso scenari ancora indefiniti ma i cui contorni in futuro non saranno più disegnati dal pulviscolo di Partiti che si muove nel caleidoscopio politico attuale e dalla famelica Casta che li tiene in pugno, ma scritti dalla matita di una entità emergente che finalmente sta aprendo gli occhi : la società civile.
In che modo questo fiume carsico transita nelle viscere di un Ponente ligure tuttora aggrappato in superficie alle illusioni negazioniste della crisi e periodicamente agitato da proteste catastrofiste fini a se stesse ?
E’ questo il tema di una serie di approfondimenti su risorse e opportunità al tempo della grande crisi.
Un’idea editoriale che attraverso la quotidianità della cronaca inaugura occasione e sede per sperimentare un modo diverso di raccontare la realtà.
Una formula in grado di coinvolgere osservatori sempre più frastornati da “nera”, trash e rosa e che, invece, fornendo notizie concrete e utili e allestendo inchieste documentate che vanno diritto al cuore dei problemi aiuta a capire il presente e ad affrontare il futuro.