Sorvolando le macerie del TERREMOTO scatenato dall’approvazione del PUC in Regione osservo che il sisma urbanistico ha provocato i danni maggiori nelle zone fortemente urbanizzate e sul litorale anche se il suo epicentro è stato Valle Armea.

 

Dopo lo choc iniziale la gente adesso comincia a interrogarsi sulle cause, perché è inverosimile tanto un dialogo tra sordi quanto un braccio di ferro tra due amministrazioni pubbliche, Comune e Regione.

 

Così ho tolto dalla naftalina le mezze maniche, sono andato a rileggermi le scartoffie che ne parlano e mi è venuta la pelle d’oca nello scoprire in che mani è finita la nostra povera Città.

 

In sintesi, Biancheri il 16 ottobre 2015 poteva scegliere tra due procedure e ne ha scelto una.

 

E’ quella vecchia e transitoria con la quale il Comune adotta il progetto preliminare, lo pubblica, riceve le osservazioni dei cittadini e le controdeduce, quindi passa il malloppo alla Regione che glielo restituisce con due pareri vincolanti, uno ambientale e l’altro urbanistico, ai quali il Comune dovrà attenersi nell’elaborare il progetto definitivo che rispedirà in Regione per l’approvazione di sua competenza.

 

L’altra procedura invece, nuova e definitiva, contempla un unico progetto di PUC, quello definitivo, contiene anche lei la fase delle osservazioni e delle consultazioni su di esso, dopo di che è il Comune a convocare la Conferenza di Servizi deliberante alla quale prende parte la Regione con suo parere obbligatorio e vincolante.

 

A giugno 2014 Biancheri ha ereditato da Zoccarato il progetto preliminare ed ha avuto a sua disposizione un anno e tre mesi per renderlo definitivo, non lo ha fatto non ostante avesse come assessore un docente universitario e alle spalle 9 anni di esperienza amministrativa a Palazzo Bellevue, e alla fine si è visto costretto a seguire la vecchia procedura perché in mano aveva sempre un pugno di mosche.

 

Comunque tutto è filato liscio fino al 16 marzo 2018 quando arrivano in Comune i due pareri regionali vincolanti ai quali Biancheri doveva attenersi e invece lui se ne è sbattuto le balle sia sull’obbligo di ripubblicare il Progetto preliminare stravolto dall’accoglimento delle osservazioni e sia sul recepimento delle modifiche nel Progetto definitivo.

 

Tra le 75 Osservazioni parzialmente accolte ne prendo due a caso, tanto per fare un esempio, quelle numeri 125 e 126 di Marco e Danilo Moraglia, proprietari di un ettaro di terreno nel distretto residenziale di Valdolivi (DTR_13) che il 16 marzo 2018 si sono visti accogliere la richiesta di ridurre al 75 % la superficie minima del piano attuativo anziché del 100 % e di poter trasferire sul loro terreno indici e volumi esterni, anche provenienti dal “Piano Casa”.

 

Però la Regione nel parere vincolante stralciava l’osservazione perché essendo sostanziale andava ripubblicata.

 

Una persona normale a questo punto si adegua, 60 giorni di pubblicazione, un mesetto per le controdeduzioni e ai primi di luglio si è tolto il dente, ma Biancheri evidentemente non lo è perché aspetta fino al 9 ottobre per sentenziare che i contenuti del parere regionale non sono vincolanti.

 

Così (agosto 2018) a pagina 54 delle Norme di Congruenza del Progetto Definitivo (Agg SR 1.04) insiste a scrivere “Tipologie di interventi ammessi: Modalità attuative: P.U.O. esteso almeno al 75% del Distretto” senza aver ripubblicato la modifica e lo stesso succede per l’altra modifica a pagina 75 della Relazione Generale.

 

Risultato: la partita con la Regione l’ha persa Biancheri ma Marco e Danilo Moraglia pagano pegno, dovranno andare col cappello in mano a cercare dai vicini l’altro 25 % e sul loro ettaro non atterreranno indici e volumi esterni: aeroporto chiuso come i porti di Salvini perché la Libia urbanistica è qui.

 

Fine della mia “lectio brevis”.