Il fatto che a Sanremo i quotidiani e i periodici cartacei e online abbiano archiviato un determinato argomento non significa che sia evaporato e salito al cielo.

 

Molto spesso invece scorre sotto terra come un fiume carsico per poi rivedere la luce parecchi anni dopo, una volta passata la tempesta e ritornata la quiete.

 

Esemplare -ma non unico- è il caso del condominio di via Barabino e del suo corrispettivo, la palestra a Pian di Poma, che l’8 maggio 2014 è sparito dai radar ed è stato dato per disperso.

 

“Cu nasci tunnu un pò moriri quatratu”, dicono in Sicilia, ma in questo caso, prima che sparisse, pretendevano addirittura di farlo morire parallelepipedo, esattamente un solido di 7.937, 21 metri cubi, con 32 appartamenti su sei piani e 56 box interrati.

 

Il tondo non ha spigoli, lo sappiamo, e quando ce li ha a Palazzo Bellevue c’è sempre una pialla che glieli arrotonda.

 

Di chi parli?

 

A Soldano a domande come questa rispondono che “ghe n'è pe l'anse e pe chi u mena (e n'avansa ancu)” cioè parlo un po’ di tutti, della SINISTRA e della DESTRA, delle anime belle e di quelle nere, dei cattivi e dei buoni, però tutti quanti a piallare a testa alta e alla luce del sole inseguendo i voti degli sportivi.

 

Però in questo caso l’intestazione POLITICA della pratica era “OPERAZIONE DI DESTRA”.

 

Tutto UFFICIALMENTE inizia il 31 maggio 2012, ore 13 esatte, quando la Giunta nera (Bellini, assente, e Berrino) e azzurra (Zoccarato, Lolli, Dolzan, Solerio, Fera e Maggio) dà parere favorevole allo scambio tra parallelepipedo e palestra.

 

Poco dopo il 13 giugno 2012 farà altrettanto la seconda commissione con 16 voti del presidente Menozzi (AN) + delega di Del Sole (Lega Bossi) e di Baggioli e Ballestra (PDL) mentre la minoranza composta da Gorlero (PD) e dai suoi satelliti Donzella (Città Nuova), Nocita (Città Onesta) e Cassini (Uniti per Sanremo) pudicamente si assenterà dall’aula.

 

Seguirà il 2 agosto 2012 l’atto di indirizzo approvato in Consiglio dalla DESTRA cioè da Zoccarato, Lupi, Lombardi, Mauro, Sbezzo Malfei, Menozzi, Bossi, Leuzzi, Rossano, Baggioli, Granieri, Moroni, Scaffidi-Argentina, Damiano, Ballestra, Zoccarato Diana, Del Sole e Tinelli, con la pudica astensione della SINISTRA, cioè di Faraldi, Gorlero, Infante, Prevosto, Cassini e Donzella.

 

Tutto alla luce del sole, dicevo prima e confermo adesso, oltretutto condito con qualche indiscrezione per soddisfare curiosità maliziose, tipo la confidenza pubblica del relatore Dolzan che rivela al Consiglio comunale che l’idea è nata tra lui e due albergatori, l’ex assessore allo sport Il Grande, e i proprietari dell’area, anch’essi albergatori.

 

A livello politico-amministrativo seguirà in Consiglio il 25 giugno 2013 il preventivo assenso alla Conferenza dei Servizi deliberante, mentre sul piano tecnico vi era stata una Conferenza interna e ancor prima, a scopo esplorativo, il 28 ottobre 2010 e il 22 giugno 2011, due sedute istruttorie a Genova.

 

Anche in questo caso in Consiglio comunale tutto si svolgerà secondo copione: a DESTRA sedici allineati e coperti, sempre gli stessi, e a SINISTRA pure, però questa volta fuori dall’aula.

 

Infine, in attesa di convocare la Conferenza dei Servizi deliberante, il 18 settembre 2013 vi sarà a Genova ancora un’ultima Conferenza dei Servizi referente destinata a definire gli ultimi dettagli

 

Quindi l’intero malloppo (delibera, verbale della Conferenza e proposta definitiva) sarà pubblicato dal 22 gennaio al 6 febbraio 2014 raccogliendo tre osservazioni, una di “Sanremo Insieme” e le altre di alcuni condomini e degli stabilimenti balneari.

 

Tutte e tre le osservazioni saranno respinte dal Consiglio il 1° aprile 2014 da quattordici consiglieri presenti, tutti di DESTRA (Zoccarato, Lupi, Lombardi, Bossi, Leuzzi, Rossano, Baggioli, Granieri, Scaffidi-Argentina, Damiano, Zoccarato Diana, Del Sole e Tinelli) e in assenza di altri cinque della maggioranza (Mauro, Sbezzo Malfei, Menozzi, Moroni, Ballestra).

 

Oramai tutto ciò che la POLITICA, (in questo caso, ufficialmente di DESTRA) doveva dire lo aveva detto in questi tre step consiliari.

 

Lo aveva detto in maniera chiara e precisa e quindi lasciava campo aperto alla dirigenza che avrebbe dovuto convocare la Conferenza dei Servizi deliberante in base alla delega che il Consiglio le aveva dato con la delibera del 25 giugno 2013.

 

Quanto alla SINISTRA, le sue pudiche astensioni non dipendono da presunti o reali conflitti di interesse tra Biancheri e i coniugi Damiano, del tutto ultronei, ma dall’imbarazzo del PD, dopo l’abbandono della location del Solaro, nel vedere adesso attuate a costo zero le previsioni pianificatorie nella nuova location, dopo che Borea e Gorlero il 18 ottobre 2006 le avevano deliberate tra mille polemiche della DESTRA con il controverso Schema di Assetto Urbanistico (SAU) della zona L4-Pian di Poma.

 

In parole povere, la SINISTRA aveva alzato lo scoglio regionale sei anni prima e sei anni dopo arrivava la DESTRA a prendersi l’anguilla del merito davanti al popolo degli sportivi che vota.

 

Comunque sia, con l’esecutività dell’ultima delibera consiliare, intervenuta appunto l’8 maggio 2014, la pratica, come dicevo, sparirà dai radar perché il mese dopo a Palazzo Bellevue la SINISTRA riprenderà il timone e il dirigente Trucchi (“Obbedisco!”, Giuseppe Garibaldi, cit.) si guarderà bene dal convocare la Conferenza dei Servizi deliberante.

 

Tutti a Sanremo davano ormai la pratica per dispersa e invece la DESTRA prima di andarsene l’aveva nascosta tra le pieghe del progetto preliminare di PUC lasciato in eredità a Biancheri,

 

Questo è avvenuto grazie al famoso articolo 23 delle Norme Tecniche che dispone “in ragione degli interessi pubblici ad essi sottesi” il salvataggio di una dozzina di progetti tra cui, appunto, anche il palazzo di via Barabino e la palestra a Pian di Poma.

 

Con la pila sulla fronte come gli speleologhi a questo punto non mi è rimasto che pagaiare nei meandri sotterranei del PUC preliminare, un fiume carsico sul quale galleggia la palestra di Pian di Poma inserita nel Distretto di Trasformazione DT_04 sotto la dizione di “Palazzetto dello Sport” (versione dicembre 2013) e successivamente di “Palazzetto dello sport/palestra” (versione ottobre 2015).

 

Non so (né mi interessa saperlo, al massimo può interessare a un sostituto Procuratore della Repubblica o della Corte dei Conti) se siano presenti profili antigiuridici nel fatto che il procedimento “Palestra di DESTRA a costo zero” (salvato dall’articolo 23 che citavo prima e quindi attivo) non sia mai arrivato ad una conclusione motivata, come impone la Legge 241.

 

Quello che invece so è che nel parere regionale sul PUC preliminare notificato a Biancheri il 16 marzo 2018 si prescrive che le aree ancora libere (presumo anche quelle a Foglio catastale 38 Mappali numeri 1284, 3170, 3178, 3590, 3589, 3587, 3390, 3181) siano destinate “alla reazione di un PARCO PUBBLICO all’interno del quale la struttura sportiva e la fruibilità pubblica delle aree verdi risultino FUNZIONI CORRELATE; ciò tenuto anche conto della necessità di avere (in base alle precedenti indicazioni del PRUSST per il distretto L4) UN’AREA DI INTERSCAMBIO E POLO DI PARTENZA della pista ciclopedonale, di salvaguardare LIBERE LE AREE a filo di costa e la PERCEZIONE DEL MARE dalle percorrenze pubbliche nonché di prevedere una risistemazione delle essenze vegetali proprie del contesto al fine di riqualificare anche NATURALISTICAMENTE e non solo paesaggisticamente il fronte mare”

 

So anche che la Relazione Tecnica vincolante annessa al provvedimento di approvazione del PUC del 30 aprile 2019 l’identica prescrizione è integralmente riportata per questa ragione: “POSTO CHE NELLA TRATTAZIONE IN OGGI FATTA NEL PUC GLI SPAZI A VERDE SEMBRANO ASSUMERE INVECE UNA FUNZIONE RESIDUALE”.

 

Con l’aggiunta, a proposito della indicazione del parcheggio di 10.000 metri quadrati (Sp 37), che “dovrà essere calibrata in rapporto alle esigenze della prevista struttura sportiva AL FINE DI NON COMPROMETTERE LA REALIZZABILITÀ DEL PARCO PUBBLICO.”

 

Questo significa che il 26 novembre 2018 quando è stato approvato il bando per il “Palazzetto dello sport di SINISTRA” si sapeva fin dal 16 marzo 2018 che l’edificio polifunzionale alto 14 metri, di 5.800 metri quadrati su tre piani al costo per le casse comunali di 14,5 milioni IN QUEL POSTO NON CI STAVA.

 

Eppure si è fatta ugualmente l’aggiudicazione a una impresa di Reggio Emilia, combinazione della stessa Città dell’assessore che alcuni anni prima si era dimenticato di concludere il procedimento della “Palestra di DESTRA a costo zero” con la Conferenza dei Servizi deliberante.

 

Una soluzione che invece era gratis, certo un po’ più ridotta, ma gratis, con caratteristiche e su aree a Foglio catastale 38 mappale 2772 e Foglio catastale 36 mappali 3167, 3166, 317 compatibili con le prescrizioni vincolanti contenute nel Parere del 16 marzo 2018.

 

Scrivo queste cose non per polemica né per critica e neppure con secondi fini, ma semplicemente perché nel progetto definitivo di PUC a pagina 315 delle “Norme di congruenza” è ricomparsa alla luce del sole cinque anni dopo la “Palestra di DESTRA a costo zero” con la seguente disciplina:

 

AMBITO: Iv_09

 

Tipologia: Varianti al PRG Approvate da Salvaguardare

 

Intervento via Barabino e palestra Pian di Poma. DCC 41 del 25/06/2013

 

NORME DI CONFORMITA

 

Si tratta di progetto in itinere che il PUC intende salvaguardare secondo i contenuti della Variante

 

Adottata con DCC 25/06/2013

 

Il mio timore è che gratis non sia più la palestra ma il palazzo visto che a Pian di Poma di palestre se ne fa una da 14,5 milioni di euro, nel qual caso al danno si unirebbero le beffe.