Oggi Sanremo è in attesa della solenne cerimonia della firma sul “Ritratto di un gruppo di famiglia in un interno” prevista per domattina a Palazzo Bellevue.

 

Il quadro ritrae la nuova Giunta e mi ricorda tanto i dipinti a olio su tavola di scuola fiamminga ambientati nella cucina del paese della cuccagna.

 

La mia expertise non può essere diversa vista la selva di alberi della cuccagna dove in città si è smarrito l’elettore il 26 maggio scorso.

 

Le leccornie accaparrate in questi ultimi cinque anni traboccano dalle cornucopie e sarà compito della nuova Giunta cucinarle a dovere e servirle su piatti d’argento.

 

Ce n’è in abbondanza per soddisfare tutti i gusti e gli appetiti e da riempire tutte le pance.

 

Il menù è degno dei più sontuosi banchetti delle Corti rinascimentali, e va dal milione di turisti che al ritmo di 2.740 al giorno riempiranno le tasche dei sanremesi grazie all’outlet “The Mall” di valle Armea, per arrivare alle flotte di sceicchi e di petrolieri che faranno rotta su Portovecchio, senza trascurare le migliaia di sportivi che affolleranno il Palazzetto dello Sport di Pian di Poma.

 

Grazie a un sontuoso restyling la Piazza Borea d’Olmo sarà presto il Parnaso delle sette Muse, anticamera dell’Olimpo della canzone italiana.

 

Il magico PUC sta per aprire sconfinate praterie agli investimenti immobiliari premiando le azioni virtuose e punendo quelle malvage in una visione onirica degna di fra Tommaso Campanella e della sua “Città del Sole”.  

 

Anche agli ultimi, ai reietti, agli immigrati regolari e clandestini sarà riservato un angolo di Paradiso sul quale veglieranno legioni di Angeli Custodi pronte a versare su di loro miele ed ambrosia nelle accoglienti dimore dove potranno dimenticare le paure, gli affanni, le ansie, i disagi, il distacco dalle cose terrene e dove gli anziani coltiveranno le memorie, placheranno i rimpianti e potranno godersi al crepuscolo della vita gli ultimi piaceri della senilità.

 

Domattina si chiuderà per sempre un’epoca storica, senza lasciare eredità se non sbiadite testimonianze di autostrade, acquedotti, ferrovie sotterranee e piste ciclabili. Resti di civiltà morte, come gli aztechi, gli inca, i maya “de noantri”, sepolte dalla decadenza morale e dall’edonismo e punite dagli elettori per le volgarità e gli irriguardosi atteggiamenti.

 

Benvenuti a Sanremo gemellata con Bengodi.