Col tempo arriviamo tutti a capire come sia stato possibile che fior di galantuomini saliti ai massimi livelli della scala sociale e della carriera abbiano noleggiato a una società commerciale informatica la loro immagine pubblica e si siano messi a disposizione delle bizzarrie di un comico.
Ci si arriva soprattutto quando a capirlo sono per primi i diretti interessati.
Così, per esempio, questa mattina giovedì 16 gennaio verso le 11 l’ANSA ha battuto una agenzia per informare che il senatore Luigi Di Marzio era uno dei diretti interessati che avevano capito, che ne traeva le debite conseguenze e che si trasferiva pertanto al Gruppo Misto.
Il medico molisano, secondo la stampa paracula, sarebbe stato “in ritardo con la restituzione di una parte delle indennità percepite” (2.300 euro al mese) e lui dimostra invece di essere vittima di una “epurazione di fatto” pubblicando su FB la sua lettera di risposta all’accusa dello staff con allegati 32 avvisi di addebito del Monte dei Paschi, filiale di Campobasso, relativi al puntuale versamento mensile di quanto dovuto e del conguaglio quando era stato necessario per qualche disguido contabile.
Il parlamentare in questione è persona molto nota e stimata non soltanto in Molise ma anche in Emilia Romagna dove si è laureato a Bologna e specializzato a Parma.
Il suo caso aiuterà certamente a far capire come stanno le cose anche agli elettori irriducibili del PD perché, come usano dire i romagnoli, “chi va con e zöp u inpera a zupè” e Zingaretti ha imparato in fretta rincorrendo le sardine.
Quella del senatore Di Marzio, infatti, è una autentica “epurazione” stalinista motivata dal fatto che lui è uno dei tre senatori del M5S che last minute hanno firmato e fatto raggiungere la fatidica soglia di 64 senatori necessaria per poter indire il referendum popolare confermativo del taglio dei parlamentari assieme ad altri 61 colleghi, suddivisi in 41 di Forza Italia, 9 del Gruppo Misto, 7 del PD e 2 ciascuno di Italia Viva e della Lega.
Quindi uno da “cancellare”, come per “Repubblica” Salvini, come a suo tempo nel PD per il Tribunale del Popolo di Bersani i renziani, i dissidenti, i malpancisti e i “diversamente pensanti” e come adesso, zoppicando, il suo ventriloquo Zingaretti intende fare nel nuovo Partito dopo la legnata del 26 gennaio prossimo.
Sappiatevelo.