Quest’oggi, lunedì 17 febbraio 2020, per i grillini seduti al tavolo del Consiglio dei Ministri è come se a San Pietro ieri mattina all’Angelus Papa Bergoglio avesse rivelato ai fedeli che il Paradiso non esiste.

 

Adesso loro dovranno andarlo a dire al moribondo che hanno in casa mentre le sardine bussano alla porta con l’Olio Santo, pronto per l’Estrema Unzione prima dell’ultimo viaggio al Nazareno.

 

La questione “sicurezza” a ottobre 2018 per il Movimento era come un uovo fuori dal cavagno della covata gialloverde; a Palazzo Chigi sotto le ali della chioccia Giuseppi, c’era il taglio dei parlamentari e dei vitalizi e il reddito di cittadinanza e quasi senza accorgersene dal Viminale si son visti arrivare Calimero, il pulcino nero.

 

Lì per lì se ne stava in un angolo da solo, ma poi -convertito in legge a dicembre- è piaciuto e si è aggregato al resto della covata tra le ire furibonde del PD, le severe reprimende di Bergoglio e la mobilitazione della criminalità organizzata nei diversi rami d’azienda attivi sulla piattaforma immigrazione.

 

Mentre sulle infrastrutture, sulle tasse e sull’autonomia il derby interno alla maggioranza gialloverde era tra fare e non fare, sulla sicurezza era sulla sua paternità, perché sia l’elettorato giallo e sia quello verde era contento di essere ritornato a un minimo di tranquillità e di ordine e bisognava soltanto portar via un po’ di merito a Calimero.

 

Poi di colpo tutto è cambiato e la chioccia Giuseppi ha dovuto spiegare ai pulcini gialli che il PD, Bergoglio e il favoloso mondo di Rakete portavano sicurezza, Calimero invece fomentava l’odio, e oggi a Palazzo Chigi i beneficiari del voltafaccia tagliano la cedola.

 

In altre parole, oggi i ministri grillini alzano lo scoglio e il PD si prende l’anguilla, e questo grazie al companatico della lotta al fascismo, al razzismo e all’omofobia con il quale le sardine hanno imbottito il pane della paura.

 

La trasfusione di voti a gennaio ha funzionato in Emilia Romagna, regione storicamente sensibile a questo genere di slogan.

 

Però adesso, visto il risultato dell’esperimento, il PD vorrebbe prendere l’anguilla nel resto del Paese, a partire dalle sei regioni dove si vota a primavera, e si è attrezzato con le sardine che diventano la “Legione Straniera” del Partito, arruolate, armate e addestrate alla guerra sporca mentre per quella pulita una loro delegazione è già stata ricevuta in pompa magna dai colleghi PD Boccia e Provenzano, col picchetto d’onore dei radical chic in alta uniforme.

 

Quanto al resto bisogna dire che fino all’altro ieri il Paradiso perduto per i grillini è stato quello elettorale.

 

A loro “fregava gnente” di Bergoglio e della piattaforma immigrazione della criminalità spicciola “self service” o organizzata, la manifestazione di sabato in piazza Santi Apostoli era organizzata per portar via briciole di vitalizio a uno sparuto manipolo di beneficiari con entrambi i piedi nella fossa.

 

Ma oggi non è più così, è stato sufficiente fare un salto a Napoli, a Foggia e a Matera o un giretto nei quartieri bene di Roma per tastare il polso della situazione e i tappi di Moët & Chandon nei rifiuti indifferenziati dei vigilati speciali hanno fatto il resto.

 

Ne è derivata una crisi di coscienza pelosa e bottegaia come reazione impulsiva alla scoperta del furto della parolina magica grazie alla quale il Movimento il 4 marzo di due anni fa si era portato a casa il 32 % dei voti politici.

 

La parolina è pacchia.

 

Niente di etico, di nobile e di politico, oggi i grillini si sono semplicemente resi conto che per sopravvivere a Palazzo Chigi la chioccia Giuseppi è stata costretta a rimettere la pacchia nelle mani della Corporazione dei “Grandi Elettori”, l’onnipotente sindacato che ha cambiato cavallo quando si è accorta che quello di prima era un somaro e per i somari non c’è Paradiso.