Mi imbatto per caso nella sessione smart work in corso tra il Galileo Galilei del sequenziamento genomico RNA, un professore inglese che insegna in Australia, e una coorte di Evangelista Torricelli che analizzano l'evoluzione delle mutazioni SARS-CoV-2 ai quattro angoli della Terra e lo fanno riavvolgendo migliaia di genomi fino a riportare il calendario molecolare di ognuno a un presunto “Giorno Zero” del contagio comune a tutti.

 

In contemporanea, da uno dei tanti discepoli dello scienziato di Sidney arriva proprio in questo momento il primo indizio che porta a retrodatare da dicembre a ottobre 2019 il punto di partenza del contagio negli USA.

 

Questo, almeno secondo la testimonianza attendibile che cita, quella del sindaco di una cittadina nel New Jersey il quale mentre si trovava ad Atlantic City a novembre 2019 ha avvertito sintomi influenzali acuti e solo adesso per caso ha scoperto di avere gli anticorpi di COVID-19 di una età che nella sequenza del suo genoma risulta compatibile proprio con fine ottobre 2019 ovviamente deducendo un paio di settimane di latenza asintomatica.

 

Un indizio per Agatha Christie è solo un indizio, però quando sono due diventano una coincidenza, e il secondo indizio proviene da uno studio congiunto anglo-francese che l’University College di Londra e l’Università de La Reunion hanno effettuato su 7.000 genomi distribuiti in 198 cluster ognuno dei quali diverso e indipendente dall’altro.

 

Sono 198 tipologie di modifica a livello proteico riscontrate in altrettanti focolai accesi nel mondo, tutte varianti che risalgono nel tempo fino ad arrivare a un periodo minimo di adattamento nell'ospite umano che va dal 6 ottobre all’11 novembre dell’anno scorso, prima quindi del “Paziente Uno” di Wuhan che è non prima di metà dicembre.

 

A questo punto, avverte la scrittrice giallista, per fare una prova ho bisogno solo di un terzo indizio e a fornirmelo potrebbero essere due soldati, un maschio e una femmina, lui italiano e lei francese, entrambi atleti che nell’ottobre 2019 a Wuhan, capitale della provincia di Hubei della Cina centrale, hanno partecipato alla settima Olimpiade militare “CISM Military World Games”.

 

Lui è uno spadista azzurro e ai giornalisti sportivi ha rievocato in questi giorni il suo stato di salute durante e poco dopo la chiusura dei Giochi olimpici a Wuhan avvenuta il 27 ottobre 2019: “Ai Mondiali militari di Wuhan ci siamo ammalati tutti, 6 su 6 nell'appartamento e moltissimi anche di altre delegazioni. Tanto che al presidio medico avevano quasi finito le scorte di medicine. Ho avuto febbre e tosse per 3 settimane e gli antibiotici non hanno fatto niente; poi è toccato a mio figlio e alla mia compagna. Non sono un medico, ma i sintomi sembrano quelli del COVID-19.”

 

Lei è una atleta del pentatlon e all'emittente televisiva “Loire7” conferma le parole dell’atleta nostro connazionale: “Abbiamo sicuramente già avuto il coronavirus perché eravamo a Wuhan per i Giochi Militari. Ci siamo ammalati praticamente tutti e io ho avuto problemi mai avuti prima con un'influenza fortissima, direi quasi terrificante.”

 

I primi due indizi sono avallati dal test degli anticorpi e quindi si basano su certezze scientifiche, mentre il terzo potrebbe esserlo, basta volerlo, perché i postumi della risposta immunitaria sono ancora freschi e riconoscibili nel plasma dei due atleti.

 

Tutto dipende dal tipo di divisa che indossano, sportiva oppure militare, De Coubertin versus Machiavelli.

 

A questo proposito apro una parentesi (che chiuderò in fretta) su un terzo caso, quello di una atleta militare USA, ciclista olimpionica, che il 25 ottobre ha partecipato a Wuhan alla corsa di 50 miglia su strada arrivando al traguardo non ostante una caduta con frattura di una costola e leggera commozione cerebrale.

 

Anche il suo caso rientrerebbe a pieno titolo nel terzo indizio, magari come controprova, ma -a differenza delle precedenti discovery- si tratta di spazzatura avvelenata dal complottismo bipartisan e non meriterebbe neppure di essere citata se non fosse per chiedersi perché mai l’interessata non deposita il suo genoma completo ai virologi molecolari per farlo sequenziare o anche solo per quale ragione non decide di sottoporsi al test degli anticorpi, come ha fatto il sindaco del New Jersey.

 

Così taglierebbe la testa al toro con un colpo solo, liberandosi dal cyberbullismo che l’accusa di essere l’untrice che ha portato il virus a Wuhan e poi finalmente gli USA e la Cina smetterebbero di rimpallarsi l’untore, che un po’ è un pescivendolo a Wuhan e un po’ è una riservista della Virginia arrivata nel Celeste Impero in bicicletta.

 

E con questo chiudo la parentesi e vado alla prova che scaturisce dai tre indizi e sulla quale fondo la mia personalissima dottrina della SARS-CoV-2, una intuizione che definirei copernicana.

 

Nasce dal sospetto di un letargo nell’homo sapiens di almeno 50-70 anni prima dell’attuale outbreak pandemico, un sonno diffuso ovunque nel mondo e intervallato da occasionali e circoscritti risvegli, nel 2002 con la SARS e nel 2012 con la MERS e poi a cadenza annuale soft con il dormiveglia dell’influenza stagionale.

 

Su questo tema diverse prestigiose riviste scientifiche specializzate e di alto livello hanno pubblicato numerosi studi peer-reviewed di autorevoli ricercatori che mappano qua e là la presenza di SARS-CoV-2 sulla faccia della Terra con l’orizzonte temporale dell’ultimo spillover e nella previsione di quello prossimo venturo.

 

Secondo me, con tutto il rispetto, li considero dei terrapiattisti e dei tolemaici perchè al posto della Terra nel sistema geocentrico mettono il mercato di Wuhan dove si vende carne di pipistrello e di pangolino.

 

Lo fanno senza accorgersi che l’ago lo stanno cercando nell’ultimo pagliaio a portata di mano di un sistema complesso nel quale i pagliai sono gli infiniti nodi di una rete che li lega uno all’altro con connessioni che in gran parte ancora non conosciamo.

 

In altre parole, COVID-19 per me non è la condizione patologica “orizzontale e circolare” provocata nell’homo sapiens dal virus SARS-CoV-2 che a sua volta è stato provocato dalla zoonosi la quale a sua volta è stata provocata dall’homo sapiens ma è invece la manifestazione unitaria, dinamica e pluridimensionale alla ricerca di un nuovo equilibrio biologico in un sistema complesso che reagisce secondo leggi che la matematica quantistica del caos solo in minima parte conosce.

 

A questo punto del ragionamento sarebbe d’obbligo citare le misteriose leggi delle grandi migrazioni del regno animale e quelle dell’istinto esplorate dagli etologi oppure tirare in ballo il filosofo serbo-americano Thomas Nagel che 46 anni fa si chiedeva se anche i pipistrelli avessero una coscienza esistenziale propria e una loro soggettività autonoma e diversa dalla nostra avendo una esperienza sensoria che non è quella visiva umana per il fatto di essere ciechi e di “vedere” con le onde elettromagnetiche del loro sonar biologico.

 

Preferisco invece che l’originalità dei miei sospetti si mantenga al livello di mera intuizione copernicana per proteggerla dal rischio del dejà vu, della minestra riscaldata e del plagio delle idee.

 

Stiamo vivendo una esperienza senza precedenti, lo dicono tutti, siamo in guerra contro un soggetto al quale attribuiamo una coscienza esistenziale e una intelligenza malvagia.

 

I biologi molecolari ci dicono che è un essere infinitamente piccolo ma che appartiene pur tuttavia al regno animale al pari delle specie migratorie e di ogni altra creatura guidata dall’istinto e dalle imperscrutabili leggi della natura.  

 

I tre indizi provano che il semplice gesto di un animale o di un homo sapiens che rompa l’equilibrio di un genoma umano è stato certamente la causa che ha innescato la pandemia, e questo secondo le leggi del determinismo.

 

Però il sospetto è che il gesto allo stesso tempo abbia messo sotto stress l’intero sistema complesso biologico di rete, con effetti esponenziali che, come sappiamo, la matematica quantistica del caos solo in minima parte conosce.

 

Insomma, ci troviamo su questa Terra a convivere con lei da milioni di anni, però non abbiamo ancora capito se è una brava persona e non ne conosciamo a fondo il carattere e specialmente gli sbalzi d’umore.