La grancassa mediatica mainstream urlerebbe e strepiterebbe tirando in ballo la democrazia e la libertà se per un dannato caso dovesse verificarsi quello che ho in testa e che in teoria potrebbe succedere sul serio, magari solamente a livello di tentativo infruttuoso o di semplice intenzione, ma sempre comunque, tranquilli! con minime probabilità che accada davvero e addirittura che abbia successo.

Il fatto è che il rifiuto di Trump di accettare la sconfitta non mi è mai sembrato una forma di ostinazione infantile o di puntiglio caratteriale e a questo punto ho pensato che potrebbe al contrario nascondere qualcosa di grosso.

Per esempio l’intenzione di giocare la carta del XII° Emendamento che regola la procedura di formazione del Collegio Elettorale chiamato a eleggere a Camere congiunte il nuovo Presidente degli Stati Uniti e il suo Vice.

C’è un solo precedente della chance che la Costituzione gli offre e risale a 144 anni fa, ma almeno in teoria e ceteris paribus potrebbe ripetersi all’Epifania 2021, quando Mike Pence, Presidente del Senato e del plenum e Vice-Presidente degli Stati Uniti aprirà, una dopo l’altra e in ordine alfabetico, le 50 buste sigillate contenenti i due elenchi firmati e certificati nel numero assegnato a ciascuno Stato dei parlamentari che dovranno votare i candidati alla carica di Presidente e a quella del suo Vice.

Il quella sede se, per ipotesi, un deputato si opponesse alla inclusione nel Collegio Elettorale dell’elenco di uno specifico Stato e la sua opposizione fosse condivisa da un senatore ci sarebbe il “requisito minimo legale” per deferire al solo Senato la decisione sul caso, cioè se l’elenco sia da ammettere oppure no.

L’altra Camera, ovviamente, dovrà separatamente decidere anche lei sulla medesima opposizione e il suo responso potrebbe essere antitetico rispetto a quello del Senato e in tal caso arbitro dello spareggio sarebbe il voto determinante di Mike Pence che potrebbe in ipotesi portare alla esclusione dal Collegio Elettorale degli elenchi di quello specifico Stato.

Questo potrebbe succedere per gli elenchi non di uno ma di più Stati e in numero sufficiente a far scendere i voti sia di Trump e sia di Biden al di sotto della soglia minima dei 270 voti.

Circolano in questi giorni voci su alcuni Stati più compromessi e che col voto da assente l’avrebbero fatta sporca con procedure elettorali che gridano vendetta e tra questi cito l’Arizona, la Georgia, il Michigan, la Pennsylvania e il Nevada e la loro esclusione porterebbe Trump a 232 voti e quindi a – 38 rispetto alla soglia minima di 270 voti elettorali e Biden a 227 voti e quindi a – 43 rispetto alla soglia minima di 270 voti elettorali.

Scatterebbe a questo punto il meccanismo del voto “contingente” introdotto dal XII° Emendamento per il quale la Camera dei Rappresentanti diventerebbe Collegio Elettorale in ragione di un solo voto per ogni Stato e in tal caso l’esito sarebbe di 27 voti per Trump e di 20 per Biden e gli altri 3 Stati sarebbero neutri.

Perché considero minime le probabilità che una cosa del genere possa succedere?

La risposta è nel filo al quale è appesa, il ballottaggio del giorno prima in Georgia per il Senato, che potrebbe rovesciare la maggioranza di Capitol Hill e uniformare l’esito contrapposto del voto sulle opposizioni agli elenchi elettorali.

E ci metto dentro pure lo scontato filibustering della Presidente Pelosi, quella dell’impeachment di Trump, per capirci.

Ciò non toglie che possa accadere e sappiamo tutti che la realtà supera sempre la fantasia.