Accadde oggi, 7 gennaio 2020, esattamente un anno fa, me lo ricorda Facebook nel calendario a ritroso.

Bruno Giri sta leggendo: “Strettamente Personale. From Sunset Boulevard To Paradise Road experience.”

 Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buonsenso”, concetto relativo perché oggi sono molte le cose che costringerebbero Enzo Biagi a correggere le sue idee su quell’emisfero politico che per tutta la vita è stato il suo guscio mentale.

A marcare lo spartiacque tra quel mondo e il buonsenso è il tempo, un galantuomo che con il metronomo ne scandisce le tappe e le distanze.

La revisione, intendiamoci, non riguarda questioni passate, sulle quali si è già pronunciata la storia, ma cose attuali vissute in un presente quotidiano che non conosce né destra né sinistra.

Il “reddito di cittadinanza” è una di quelle, lontana anni luce dai principi fondamentali di dignità e di etica e ahimè! molto simile al “prossenetismo di Stato” e oltre tutto colorita da un ampio campionario di furbizie nazionali che impegnano le Fiamme Gialle a smascherare schiere di profittatori con statistiche-campione semestrali che parlano del 53% di indebiti sui 24.000 campioni controllati.

Le sensibilità al fenomeno variano secondo mentalità ataviche e in Emilia Romagna, per esempio, hanno fatto scandalo a Rimini il proprietario di un albergo che lo intascava e a Modena la venditrice di alcoolici al “Gay Pride” con Partita IVA e gli altri undici percettori abusivi di una onlus che a sua volta evadeva il fisco con ritenute IRPEF non versate.

Casi singoli, certo, rondini che non fanno primavera come non la fanno le adozioni a Bibbiano, ma che ricordano agli elettori dell’Emilia Romagna uno scandalo ben peggiore, essersi messi a Roma con i grillini, quelli, per esempio, che “continuano a bloccare i cantieri” del Passante di Bologna, della Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo, dell’autostrada regionale Cispadana, tra l’A22 e l’A13, e non solo, perché c’è anche in ballo la stessa prosecuzione a Parma di quello della TI-BRE (Tirreno-Brennero).

Senza contare la revoca delle concessioni ad ASPI che costerebbe 4 miliardi alla Regione in opere autostradali in progetto.

Oggi gli elettori scandalizzati vedono Bonaccini collocato alla sinistra del buonsenso, con uno spartiacque che lui stesso cinque anni fa aveva marcato con un “Patto per il Lavoro”.

Un Patto né di destra né di sinistra, che metteva insieme tutte le parti sociali dell’Emilia-Romagna, sindacati e imprese, gli enti locali, le categorie economiche, le università e le associazioni e nel quale le infrastrutture occupavano il primo posto come “fattore irrinunciabile per rafforzare lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Ma poi a settembre la bandiera è stata ammainata dal Governo con i grillini, a sinistra del buonsenso.

Come potrebbe essere diversamente, si domandano gli elettori scandalizzati, dopo che è caduto anche l’ultimo alibi e il Ministero è addirittura finito nelle mani di una creatura figlia di questa Regione, allattata da Bersani ed esponente di vertice del PD?”

 

Post scriptum: Dopo aver chiuso un occhio per convenienza elettorale in questi giorni si fa il bilancio dell’operazione che ha fatto vincere in una Regione ma perdere nella Nazione a giudicare non dai sondaggi ma dalla realtà sotto gli occhi di tutti.