Si avvicina il primo anniversario dell’epico assalto alla roccaforte PD finito con la sua vittoria ai punti grazie all’arrivo dei "loro" con in mano una sardina di cartone.

A ricordarmelo è Facebook con un post riflessivo e problematico sul concetto di “POPULISMO” visto da sinistra.

“Accadde oggi, 9 gennaio 2020, un anno fa: Bruno Giri sta guardando “Partita d'azzardo”.

Detta in maniera grossolana, tra un “populista” e un “buon amministratore” la differenza sta nelle cose che promettono, nel primo caso sono quelle che il popolo “bue” vuol sentirsi dire e nell’altro, invece, sono quelle necessarie, incluse le cose impopolari, e i rispettivi simboli sono la carota e il bastone.

Tutto sta per il “populista” nel saper ascoltare la pancia del popolo “bue” e tutto sta, invece, per il “buon amministratore” nel riuscire a spiegare al popolo “umano” la necessità della medicina anche quando è amara.

In Emilia Romagna per il “buon amministratore” il popolo “umano” al quale rivolgersi è quello che una volta aveva la tessera del partito comunista in tasca e che adesso ha una sardina di cartone in mano, l’altro è il popolo “bovino”.

Sarà grossolana ma questa è la realtà nell’ottica della sinistra popolare e radical chic e i social ne sono lo specchio perchè mentre i “populisti” auscultano le pance ovunque, provincia per provincia, città per città e paese per paese, sfidando la nebbia e il freddo, i “buoni amministratori” al caldo pigiano sulle tastiere a dispensare pagelle, sentenze e scomuniche.

Questo non vuol dire che la sinistra non scenda anche lei in piazza, lo farà a Bologna il 19 con la parata delle sardine alla Montagnola quando i pasdaran del PD manifesteranno contro Salvini che gira con un drone per l’Emilia Romagna per far fuori Giuseppi e il suo governo.

Però sfugge un dettaglio che si chiama Borgonzoni, dritta sul surf a cavalcare l’onda “populista” sollevata nel popolo -umano o bovino, non cambia molto- contro Roma per tasse, immigrazione e sicurezza e tante altre questioni che fanno a pugni con la buona politica ma soprattutto che impediscono a chiunque di essere “buon amministratore” della propria Regione.

Oggi per gli elettori le credenziali di “buon amministratore” di Bonaccini passano in secondo ordine, per loro la priorità assoluta è eliminare l’ibrido connubio con i grillini e il primo a saperlo è proprio lui che infatti ha smacchiato il simbolo del PD dalle sue bandiere, cosa che questa mattina giovedì 9 gennaio ha costretto Zingaretti a far capolino da queste parti.

Ma nessuno può smacchiare e nascondere i cedimenti del PD ai grillini e proprio in settori cruciali per l’economia e per la società civile della Regione e questo è il jolly della Bergonzoni in una partita che si gioca su un tavolo locale ma per una posta nazionale, una partita che il popolo italiano sente di poter vincere.