Secondo i media mainstream Salvini un anno fa imperversava sulla rete usando un apparato tecnologico battezzato “La Bestia”, potentissima calamita di consensi della Lega.
Erano i giorni della “Riforma della prescrizione” del guardasigilli grillino Bonafede e della “punizione” che FB mi ha inflitto per aver pubblicato, anni prima, l’immagine della tariffa di un postribolo Anni Trenta.
Così mi sono sfogato con un post liberatorio che a un anno di distanza FB oggi mi ricorda e che io giro ai potenziali futuri peccatori, macchiati da peccati veniali e poi a crescere fino a quello mortale del povero Donald.
Eccolo.
“Accadde oggi, 13 gennaio 2020, un anno fa: Bruno Giri sta leggendo: “Auto da Fé (novel)”.
Salvini non ha fatto in tempo a votare con Topolino per l’abolizione del blocco della prescrizione [introdotto da Bonafede, ndr] e così il 4 gennaio quello del sottoscritto è stato uno dei primi casi nazionali di effetto collaterale e metafora della “Riforma Giacobina” introdotta dal Governo rossogiallo, quella del processo senza scadenza che si presta a provvedimenti giudiziari “a orologeria”.
Però, sia chiaro, si tratta soltanto di un reato virtuale e informatico che il sottoscritto avrebbe consumato “in materia di nudo o atti sessuali” quattro anni fa, un mercoledì 18 novembre 2015, pubblicando una immagine su Facebook.
Vuole il caso che fossero rossogialle, come quelle del guardasigilli Alfonso Bonafede, anche le insegne della Casata bolognese dei Ghislieri, fondata da un discepolo di San Petronio e che tra i suoi discendenti ci fosse il frate domenicano san Pio V.
Il Pontefice della Controriforma, della Messa Tridentina, del Catechismo, dell’Indice dei libri proibiti, del ghetto di Roma, delle stragi dei valdesi e degli ugonotti, della Lega Santa e di Lepanto, della fine del Ducato estense di Ferrara, Modena e Reggio e della devoluzione alla Chiesa dei suoi beni.
Per quel che qui interessa si tratta del Papa che ha riformato il Sant’Uffizio e il Tribunale dell’Inquisizione antenato precursore dell’algoritmo di Facebook.
Il riferimento riguarda lo status di eretico “per caso” dello scrivente condannato, appunto, dalla Santa Inquisizione di Facebook con un “Auto da Fè” che al canto del Salmo 73 del Salterio “Exurge Algoritmo Et Judica Causam Tuam” lo ha bloccato fino alle ore 20, 01 di ieri sera domenica 12 gennaio.
Nulla a che vedere, quindi, con un altro Bruno, Giordano, “eretico impenitente, pertinace e ostinato” finito al rogo per eresia.
Qui si è trattato più semplicemente della goliardata di un ottantaduenne vissuto prima dell’arrivo della legge Merlin nel quale la riproduzione di una targa vintage della Tariffa di un postribolo con tanto di disegno di una fanciulla e di un giovanotto in costume adamitico dal titolo “1932 Casa di piacere di Sora Gemma” ha fatto rivivere lontane reminiscenze giovanili.
Si è trattato di un pannello in PVC di dimensioni 20 x14 cm messo ancora oggi in vendita su Amazon al prezzo di € 11,99 con la precisazione che la targa è provvista di "Bi-Adesivo" per il fissaggio ed è applicabile su qualsiasi superficie liscia, parete, legno, metallo ecc. quindi non è necessario forare la superficie dove installarla.
La tentazione, quattro anni fa, del copia/incolla dell’immagine pubblicitaria di Amazon per illustrare il post su uno dei tanti “casini” amministrativi era irresistibile e ha finito col prevalere e la cosa ha suscitato dall’Esercito della Virtù di Zuckerberg una prima blanda nota di biasimo seguita dalla esortazione a pentirsi e a redimersi dal peccato di desiderio indotto da quelle nudità.
Dopo di che se si fosse trattato del reato previsto e punito all’articolo 528 dal Codice Penale a carico di chi mette in circolazione scritti, disegni, immagini od altri oggetti osceni la faccenda, come sappiamo, sarebbe stata depenalizzata poco dopo dai decreti legislativi n. 7 e 8 del 15 gennaio 2016 e tutto si sarebbe risolto, al massimo, con una piccola sanzione amministrativa, sempre che nei quattro anni trascorsi non fosse intervenuta in via transitoria l’archiviazione o la prescrizione triennale.
Ma in questo caso, invece, si è trattato di un delitto previsto e punito dal Codice Penale Canonico nel quale i canoni da applicare sono gli “Standard della community” di Facebook i quali al pari del severo Canone 199 del Codice della Chiesa Cattolica escludono la prescrizione quando si turba “la vita spirituale dei fedeli”.
Così quattro anni dopo ecco arrivare dalla Santa Inquisizione Algoritmica di FB la contestazione che “Il tuo post non rispetta i nostri Standard della community pertanto è visibile solo a te” e al perché? del “defensor rei” ecco la successiva spiegazione “in materia di nudo o atti sessuali” reato che sarebbe stato commesso sabato 4 gennaio 2020 alle ore 23,36 e oltretutto nella fascia di YouPorn.
A questo punto il “defensor rei” si è precipitato a consultare la pagina FB e le attività ivi registrate al 4 Gennaio 2020.
Ne risultano quattro consistenti negli auguri per tre compleanni, rispettivamente di un amico militante PD, della Comunità Buddhista Phunsum Tsokpa di Costa Vescovato (AL) e della Pinacoteca Rambaldi e nel like sulla lettera di una amica che sul tema dei vitalizi rispondeva al messaggio di fine anno del Presidente Mattarella, lettera tratta dalla rivista online di Torino “Civico20 News”.
Alla richiesta del “defensor rei” di poter allora esaminare il corpo del reato ecco comparire la peccaminosa targa di quattro anni prima, la “1932 Casa di piacere di Sora Gemma” in vendita su Amazon.
Questa, pertanto, è la condotta criminosa in base alla quale, senza contraddittorio ma anche, grazie a Dio, senza dover passare dai giri di corda e dalle tenaglie, è stata inflitta al sottoscritto la penitenza della segregazione dentro il “muro largo conventuale”, cioè del blocco di 24 ore dei post condivisi con i suoi Gruppi, perché si trattava di attività che con la sua oscenità ha turbato il "comune senso del pudore" dei loro membri.
L’espiazione è stata però l’occasione per mettere a confronto l’algoritmo dell’Inquisizione di FB con quello della “Bestia” di Luca Morisi, lo spin-doctor digitale di Salvini.
Un software sul quale la pubblicistica perbene ha ricamato di tutto e di più, dalla scorta prima tolta e poi restituita a Sandro Ruotolo fino a immaginare collegamenti con la NRA (National Rifle Association) che è la lobby americana della armi e per concludere con il segreto paranormale del flauto magico con il quale Salvini seduce i topi leghisti, artificio svelato da un hacker.
Dal confronto tra i due algoritmi è stato possibile misurare lo spazio temporale che separa il Medioevo di FB e del guardasigilli rossogiallo Bonafede da Salvini, una distanza -più o meno- di circa quattro secoli.”
Post scriptum: non potevo immaginare che la Santa Inquisizione di FB sarebbe ritornata per mandare al rogo il Presidente degli Stati Uniti d’America e condannarlo al fuoco eterno dopo un “Auto da fè” celebrato dalla Presidente del Congresso tra il delirio di folle plaudenti di fedeli che in Italia contestano a Salvini l’eresia della mascherina con l’immagine di Satana (al secolo, Trump).