Sembra un secolo e invece è passato appena un anno da quando riflettevo su queste cose con un lungo post che oggi FB riporta alla luce.

La campagna elettorale regionale era in dirittura di arrivo (si sarebbe votato 12 giorni dopo), SARS-Covid-2 non era ancora arrivato a Codogno (anche se adesso ci dicono che a novembre circolava già in Lombardia) e il Governo rossogiallo era in forte difficoltà (diventerà un “Governo pandemico” per sopravvivere).

Nel post spiegavo come un vecchio DC poteva simpatizzare per un leghista (simpatizzare, non convertirsi: chiaro?).

Eccolo.

“Accadde oggi, 14 gennaio 2020, un anno fa e Bruno Giri sta leggendo “Cronaca di una Fregatura”.

Chi conosce la “res estensa” del sottoscritto, ma anche chi ne conosce solo la “res cogitans” somministrata in polpettoni infiniti su FB, si interroga sul COLPO DI FULMINE per Salvini e il centrodestra che ha folgorato un reduce della Prima Repubblica che voleva morire democristiano.

Semplice, per l’identica ragione che, secondo lui, dovrebbe spingere qualunque altro italiano a fare altrettanto in occasione di ogni campagna elettorale, fosse anche condominiale, inclusi i pochi sopravvissuti vetero-komunisti dell’Emilia Romagna rossa del secolo scorso.

E’ come se domenica scorsa all’Olimpico avessimo visto dal buco della serratura James Pallotta e Dan Friedkin concordare con Andrea Agnelli e Pavel Nedved il risultato della partita Roma-Juventus sotto gli occhi dell’arbitro Marco Guida.

Trasferendo l’esempio dallo sport alla politica, in quel momento un colpo di fulmine avrebbe immediatamente corretto il nostro strabismo che fino ad allora della democrazia aveva visto soltanto lo spettacolo sul palcoscenico e ignorato tutto il resto dietro le quinte.

ü Sia chiaro, si parla di “dietro le quinte”, da non confondere con i fuori onda e i retroscena a luci e a telecamere spente che riguardano sempre affari brutti, sporchi e infami.  

Dietro le quinte”, invece, come nelle logge massoniche, tutto è serietà, senno, benefizio e giubilo, condizioni indispensabili per il lavoro degli hacker della democrazia.

ü Sia chiaro, si parla di “lavoro” serio, da non confondere con la “ammuina” dei contratti di governo, dei patti della crostata e del Nazareno e dei “Salvo intese”, espedienti per ingannare il tempo e la gente.

Con un altro esempio sportivo, questa volta sciistico, su cosa si intende per “lavoro”, è come se Henrik Nor Kristoffersen invece di passare attraverso le porte ravvicinate e in curva stretta escogitasse a ogni gara il modo “furbo” di tirare dritto su un tracciato rettilineo e così di vincerla sotto i nostri occhi.

ü Sia chiaro, nulla a che vedere con il lobbying e con gli infiniti modi di intenderlo e di praticarlo in democrazia, incluso il coverage nell’opinione pubblica delle varie tecniche che i gruppi di pressione adottano per influenzare le decisioni delle istituzioni politiche elettive.

ü Sia chiaro, infine, che il COLPO DI FULMINE non registra un ritardo di 15 anni e che non scopre oggi l’acqua calda della “Teoria delle reti” e del “Giglio Magico” per eliminare le porte e raddrizzare le curve dello slalom speciale della politica.

Il fatto è che con Salvini il lavoro dietro le quinte degli hacker della democrazia è arrivato all’ultimo miglio, ostenta serietà, senno, benefizio e giubilo però la realtà parla chiaro sul rapporto logoro tra una società commerciale [Casaleggio & C, ndr] e un movimento politico informatizzato [M5S, ndr] e su quello ambiguo tra una Fondazione [Open, ndr] e un Partito artificiale di riferimento [Italia Viva, ndr].

E la realtà parla soprattutto attraverso la narrazione quotidiana del parto di un terzo Partito, evento che Gabriel Garcia Marquez avrebbe raccontato sotto il titolo di “Cronaca di un parto annunciato”.

Parto di una creatura a coda di pesce [Sardine, ndr], generata in provetta nel laboratorio degli hacker della democrazia con fecondazione assistita eterologa nella quale gli spermatozoi sono quelli di Soros, Agnelli, De Benedetti e Prodi, l’embrione è alimentato da un cordone ombelicale collegato con Bruxelles e il feto è già stato radiografato su “Repubblica” e controllato alla TAC e alla risonanza magnetica in una abazia vicino a Rieti.

Salvini è stato bravo a far capire in cosa gli hacker della democrazia hanno sbagliato non ostante un abilissimo “lavoro” strategico che ha permesso a loro di impadronirsi del giocattolo grazie a cinque successivi Governi nominati e affidati a professionisti di assoluta fiducia.

Ultimamente avevano fatto un ottimo lavoro anche i soci privati della società commerciale privata proprietaria a titolo privato del movimento politico informatico, il quale a sua volta è proprietario del pacchetto di controllo del Parlamento che ha messo il Governo in mano a un suo professionista di fiducia.

Anche la Fondazione aveva fatto altrettanto partorendo un nuovo Partito e altrettanto era successo con il Partito “primiparo attempato” pronipote del PCI di Togliatti nato da una sua costola.

Salvini non sarà forse un Cavour, un Giolitti, un Mussolini, un De Gasperi o un Craxi, ma è stato di sicuro un FULMINE di guerra nello sparare colpi di FULMINE nella testa di sempre più italiani nel renderli consapevoli del “lavoro” sporco degli hacker della democrazia che ne hanno rubato la password, sono entrati in casa, si sono barricati e non vogliono saperne di mollare la presa.