Sembra “Jurassik Park” di Crichton e di Spielberg e invece è un mio post dell’anno scorso in piena campagna elettorale in Emilia Romagna che FB riporta sul mio schermo. I paleontologi politici hanno rimosso l’estinzione dei dinosauri economici e preferiscono parlare d’altro. Eppure in questi giorni bui sarebbe utile riesumare i resti fossili e cercare di capire perché non stiamo vivendo neppure nella grassa Emilia Romagna le “radiose giornate” che il 26 gennaio 2020 il Sole dell’avvenire aveva garantito.

Ecco il mio post.

“Accadde oggi, 15 gennaio 2020, un anno fa: Bruno Giri sta guardando “The Good Dinosaur”.

I paleontologi che studiano l’estinzione in massa dei dinosauri nel Cretaceo potrebbero spiegare agli elettori dell’Emilia Romagna la misteriosa fine delle cooperative rosse del settore edile nella loro Regione meglio di Bonaccini e della Borgonzoni.

Per lui è stato l’asteroide della crisi edilizia, lei invece punta il dito sull’eruzione di un vulcano clientelare.

Bonaccini in questo assomiglia -a scelta- o a Petrolini, o a Sordi oppure a Verdone quando danno la colpa della loro rovina “a la guera”, con l’aggiunta delle “donne” o con l’aggiornamento della “globalizzazione”.

La Borgonzoni, invece, indica a sostegno della propria ipotesi chi ha ancora le dita sporche di marmellata e preferisce guardare ai procedimenti fallimentari civili, a quelli penali per i reati di bancarotta e alle uniformi indossate dalle persone che vi sono invischiate.

Per lei è come sparare sulla Croce Rossa.

Bisogna dire che in Emilia Romagna fino a sette anni fa il movimento cooperativo, bianco, rosso e verde, ne aveva fatta di strada nell’edilizia -e tanta- attraversando un intero secolo e oltre, e sopravvivendo a due grandi guerre, a devastanti crisi economiche e a trasformazioni sociali rivoluzionarie.

Ma dagli inizi Novecento in poi il gregge primigenio di Camillo Prampolini ha pian piano subito una metamorfosi con proliferazione delle specie e con una loro crescita ipertrofica fino ad arrivare ai mostruosi esemplari preistorici che con Errani e Bonaccini si sono estinti.

La stessa fine che ha significato per migliaia e migliaia di lavoratori la perdita del posto e per un numero ancora superiore di famiglie la perdita dei risparmi di una vita di sacrifici azzerati dal bail-in delle azioni sociali di sovvenzione confluite nel patrimonio e non nei crediti, la falcidie sotto il 40 % dei prestiti sociali degradati a crediti chirografari e la strage dei crediti di una miriade di piccole aziende e artigiani dell’indotto in coda dietro a quelli privilegiate delle banche tra le quali MPS e CARIGE.

La liquidazione coatta di Coopsette per esempio, ha avuto qui in Liguria l’effetto di un pugno nello stomaco perché si trattava della potenza che ha rivoluzionato Genova sotto le Giunte rosse di Pericu e di Burlando, dall’Acquario e al Porto Antico, dalla riconversione delle aree ILVA di Bolzaneto alla Fiumara, da San Biagio a Sestri Ponente.

Ma è solo uno dei tanti casi di dinosauri estinti, molti dei quali con l’eutanasia assistita dalla modenese Ministra Guidi allo Sviluppo Economico attraverso caritatevoli decreti di nomina di liquidatori con un ampio mandato per salvare il salvabile

Lo sciame sismico è lungo, che so? andando a braccio, ci sono stati i tracolli di Coopcostruttori, di CMR, di Cesi, di TECTON, di Coop Muratori di Reggiolo, di CCPL, della Coop Ceramica, di Cormo, di ORION, di UNIECO, di San Prospero, e ultimamente del Gruppo Di Vittorio di Fidenza. 

La lava eruttata dal vulcano ha investito tanti altri aspetti inquietanti, come quello dei piani di edilizia economica e popolare con la discriminazione a danno della proprietà indivisa di migliaia di appartamenti per i quali i soci avevano versato grossi acconti, o come la scandalosa di raccolta del credito che supera i dieci miliardi come fossero state banche senza esserlo e senza il fondo di garanzia abolito dal Governo Prodi.

Oltre tutto sotto gli occhi distratti di Banca d’Italia che ha dimenticato l’obbligo che i prestiti non superassero il triplo del patrimonio contabile, distrazione che si ritrova nelle vicende Carige, MPS, Popolare di Bari, Banca Etruria “and Sister” e via elencando.

Oppure le finte vendite, i pagamenti fuori gioco e le garanzie borderline per le quali i commissari liquidatori hanno chiesto ai Giudici di accordare l’azione revocatoria, ordinaria o fallimentare, per evidenti ragioni su cui tacere è bello.

Poi ci sono gli aspetti penali, sui quali ovviamente è doveroso mantenere riserbo e rispetto fino alla definitività delle sentenze, ma che gettano squarci di luce sul gemello siamese PD sotto i riflettori della discovery degli atti processuali.

Il 26 gennaio l’Italia saprà finalmente chi ha estinto i dinosauri e in tutto questo un peso determinante lo avranno alcuni flash nella memoria collettiva.

Per esempio, presi a caso, il “wanted” con la faccia di Giuliano Poletti di Imola vice presidente storico della Lega delle cooperative rosse e Ministro del Governo Renzi e a livello regionale, quello della Simona Caselli presidente della stessa Lega dell’Emilia Ovest e assessore della Giunta Bonaccini e altri ancora, che gli elettori vorranno certamente ricompensare per il benessere ricevuto.

Post scriptum: quando queste cose diventano come molecolari e si respirano nell’aria come polveri sottili ogni elettore le avverte nella propria coscienza e le soffre con un senso di colpa da espiare attraverso la penitenza del rinnovo della fiducia in chi ne è il responsabile principale, il PD, un Partito che il 26 gennaio 2020 ne beneficerà ancora, però col supporto delle “sardine” e a braccetto dei grillini e di Renzi. Oggi a un anno di distanza il Sole dell’avvenire sembra tramontato e non vuole saperne di risorgere all’orizzonte, come ai bei tempi.

Fate voi.