Oggi Facebook riporta alla mia memoria un post di un anno fa quando in politica analizzavo il significato semantico del termine “transizione” e usavo i paradigmi della fisica e in particolare di quella dell’antimateria applicati ai fenomeni effimeri del “waffanculismo” e del “sardinismo”.

Oggi, un anno dopo, la politica applica il termine all’ecologia, alla digitalizzazione e all’energia come se la “transizione” fosse possibile perché Draghi ha scoperto la ruota per muovere la carriola che Giuseppi trascinava come una slitta.

Subito Dibba a chiedersi se ne valeva la pena e così invertire la direzione di marcia e creare l’antimateria, semanticamente l’“anti-transizione”.

Ecco il mio post.

“Accadde oggi, giovedì 13 febbraio 2020, esattamente un anno fa: Bruno Giri sta guardando “2001: A Space Odyssey”.

Da parecchio tempo ormai la politica italiana ha varcato la frontiera del surreale e naviga come una astronave nello spazio co(s)mico dove le insidie si chiamano antimateria e buchi neri.

Grillo deve essere passato dal CERN di Ginevra e qualcuno deve avergli spiegato il fenomeno della repulsione gravitazionale tra materia e antimateria e il comico ha trasferito dalla fisica alla politica il concetto.

Il suo è il teorema della dualità, dell’antagonismo e dell’antipolitica che per i nostri nonni era il segreto di “Bastian Contrario” consistente nel prendere di petto le questioni divisive e mettersi alla testa di uno dei due opposti schieramenti.

La prima applicazione pratica dell’antipolitica è stata contro la politica del PD, risale all’era posberlusconiana ed ha visto vita, morte e miracoli dell’epopea di Grillo e del “Waffanculismo!” urlato.

Esaurita questa prima tragico(s)mica esperienza, il teorema è diventato oggetto di studio nel campo della scissione della materia dove la sinistra italiana è leader mondiale con un centinaio di esperimenti riusciti, dal congresso di Livorno del 1921 fino al distacco di una costola di “Italia Viva” l’anno scorso alla Leopolda.

Particolare attenzione è stata dedicata al comportamento dei buchi neri che non possono scindersi e che attraggono e assorbono tutto ciò che si muove all’interno del loro “orizzonte degli eventi” raggiungendo l’entropia del sistema, cioè il suo equilibrio disordinato.

Le sardine antipolitiche in Emilia Romagna e in Calabria sono state le cavie ideali per una nuova sperimentazione di questo genere ispirata non più alla fisica relativistica dei massimi sistemi dell’universo politico ma alla fisica quantistica che parcellizza lo spazio e valorizza l’infinitamente piccolo.

I loro sono sciami di antiparticelle tenute insieme dalla massa e dalla carica elettrica opposta a “qualcuno” e a “qualcosa” da annichilire e convertire in fotoni che si disperdono nello spazio cosmico.

Salvini è il “qualcuno” e il fascismo, il razzismo e l’omofobia sono il “qualcosa”, mentre la campagna di odio funziona da acceleratore di antiparticelle.

L’esperimento avrebbe avuto pieno successo se il buco nero del PD di Zingaretti fosse stato l’unico a risucchiare dovunque tutte le sardine presenti nell’Universo, ma così non è perché il big-bang del 4 marzo 2018 di buchi neri se ne è lasciato dietro più d’uno e la massa e la carica elettrica delle sardine ha funzionato soltanto in Emilia Romagna dove da 70 anni il buco è rosso e da allora risucchia tutto quello che gli si muove attorno.

In Calabria, invece, non appena liberate nello spazio della sinistra, le sardine si sono immediatamente scisse, e la loro leader è stata risucchiata dal buco nero dei dissidenti e catturata nel suo “orizzonte degli eventi” in compagnia di Mimmo Lucano di Riace e del presidente uscente Oliverio, mentre il resto dello sciame è finito nel buco nero di Zingaretti al seguito degli ortodossi PD di Pippo Callipo.

Era fatale che accadesse e che alla fine prevalesse la fisica dell’antimateria e le sue leggi che governano l’Universo, anche quello della politica quando naviga nello spazio co(s)mico.

Il risultato del 26 gennaio scorso conferma la nuova teoria della radiazione di Hawking che ha ribaltato la sua precedente teoria della espansione all’infinito dei buchi neri.

 La scoperta è che i buchi neri irradiano energia elettromagnetica e rimpiccioliscono sempre più fino ad evaporare del tutto, come è dimostrato dal M5S e dai partitini effimeri generati dalla esplosione del big bang della sinistra a marzo di due anni fa.

Planare un paio di mesi dopo come nel film di Stanley Kubrick sulla meteora politica delle sardine calabresi aiuta a capire quello che sarà il futuro tragitto di tutti gli altri sciami regionali che a primavera navigheranno negli “orizzonti degli eventi” dei buchi neri che via via si vanno aprendo a sinistra.

Oggi, per esempio, fa testo nel campo dell’antimateria e all’indomani del voto del Senato sul caso Gregoretti, la dichiarazione fatta a metà dicembre dello scorso anno dalla caposciame calabrese nella trasmissione “Otto e Mezzo” di Lilli Gruber: “Non essendo io un giurista, non essendo io un magistrato posso giudicare quella condotta solo dal punto di vista etico e la trovo abominevole”.

I leghisti si consolino perché alla fine “sardina mangerà sardina” come la fisica quantistica spiega con il fenomeno dell’annichilazione che si verifica quando una particella e un'antiparticella vengono a contatto e la materia e antimateria coinvolta si converte in fotoni ad alta energia.

Infatti a Lilli Gruber che gli chiedeva dal sardone bolognese lei rispondeva: “Definirlo leader vuol dire snaturare quella che è l’idea di questo movimento, che è un movimento orizzontale”.

Appunto orizzontale, cioè a ciascuno il proprio “orizzonte degli eventi” e la libertà di scegliersi il buco nel quale evaporare, libere in mare aperto di non finire nella scatoletta PD.”