Carnevale 2020 ancora senza COVID 19, mancano pochi giorni a Codogno, e Facebook mi ricorda quelle divagazioni spensierate, tra i voli folkloristici e le metafore goliardiche e con lo sguardo rivolto alle maschere del Potere.

La società e la politica stanno per voltar pagina, il golpe lockdown del nano Giuseppi è dietro l’angolo e nessuno può prevederlo.

Ecco il mio post ironico e allegro in stile “Titanic”.

“Accadde oggi, lunedì 17 febbraio 2020, un anno a oggi: Bruno Giri sta guardando: “Loucuras de Carnaval”.

Ieri, domenica 16 febbraio 2020, in piazza San Marco a Venezia c’è stato a mezzogiorno il “Volo dell’Angelo” che ha inaugurato i festeggiamenti del Carnevale, dopo di che “ogni scherzo vale”.

Non poteva mancare il contraltare del Terzo Millennio, il “Volo della Sardina”, puntualmente avvenuto a Roma alla stessa ora in Piazza Santi Apostoli, la medesima location nella quale il giorno prima la troupe dei Cinque Stelle ha anticipato l’inaugurazione mettendo in scena la parodia comica in chiave moderna della satira di Menandro “Ἑαυτὸν τιμωρούμενος” cioè il punitore di se stesso.

Ognuno apre il Carnevale come vuole, c’è libertà di scelta, per esempio sabato 15 febbraio dalle nostre parti, in piazza Massena a Nizza, l’apertura è stata salutata nel pomeriggio con il corso dei carri fioriti e la sera con la sfilata di quelli illuminati, tra musica, profumi, luci, colori ed effetti speciali di uno spettacolo unico al mondo, che compete tranquillamente con Rio.

Per non parlare del 147° Carnevale di Viareggio e dei suoi sei corsi mascherati di giganteschi personaggi di cartapesta con nove carri allegorici di prima categoria, cinque di seconda, figuranti e nove mascherate di gruppo, tipo quella delle sardine per capirci.

In fisica i poli opposti si attraggono per la legge del magnetismo, la calamita lo dimostra e lo confermano i rossogialli e relative appendici ittiche nei confronti di Salvini, attirato dal polo negativo a Roma, al Palazzo dei Congressi dell’EUR, a far tappa nel suo tour on the road in tutta Italia.

Qui l’errabondo Matteo ha indirizzato ai popolani delle borgate che soffrono sotto tirannide della Raggi parole di conforto e di speranza addolcite da riferimenti goliardici e carnascialeschi con i quali il Magnifico 530 anni fa apriva a Firenze i festeggiamenti di Carnevale con banchetti, balli, giostre e tornei.

A Giuseppi e alla sindaca, per esempio, Salvini ha suggerito di esser lieti perché “di doman non v’è certezza”.

Quanto alle sardine in piazza Santi Apostoli loro ringraziavano burattinai e benefattori con un passo del “Gaudeamus igitur”, l’inno dell’Internazionale goliardica: “Vivat et res publica et qui illam regit! Vivat nostra civitas mecenatum charitas, quae nos hic protegit” e a giudicare dal palco, dal servizio, dalle attrezzature, dai maxischermi e quant’altro non è stata certo solo elemosina quella del loro munifico Mecenate, sia che venda maglioni e pedaggi autostradali oppure vitalizi e poltrone ministeriali.

A Carnevale ogni scherzo vale, è vero, però oggi a Roma c’è la netta sensazione che la Politica abbia smesso di esserlo dopo la scoperta del giochino del Potere che cantavamo ai tempi dalla goliardia torinese.

E’ quello del filtro magico che il nano, giullare di Corte, mette nella coppa del Re e che il figlio stalliere amante della Regina mette nel bicchiere del padre e che la Regina mette nella coppa del marito, ognuno illudendosi di “assaporare il Potere, che buon profumo che ha!” mentre è il Sovrano che alla fine con il “liquore fatato comanda ogni notte ciò che si deve tramare. Qui chi complotta, non complotta per sé, fà sempre il mio gioco, il gioco del Re!

Il nano Giuseppi nel gioco del Re è la parte apparente della sciarada (“Il Re crede di avere il regno in sua mano, ma esegue soltanto il volere del nano”), di figli ne ha due, uno rosso e uno giallo, (“Mentre sussurriamo di affari di Stato, godetevi pure onore e potenza, però sono due stallieri che guidan la danza!”) ma la Regina, loro amante, chi è? Sergio? (“Loro credon di tesser da soli la trama, ma eseguon i disegni della fragile dama!”) e chi è il Re Carnevale? (“A ragione mi chiamano re, posso arricchirti o impiccarti”).

Gli italiani cominciano ad aver sospetti da quando il Re fa volare le sardine, mentre Salvini le aspetta al varco il 26 prossimo, alle Ceneri, quando comincia la Quaresima e si mangia di magro.

Le sardine sono le regine della tavola.”

Post scriptum: in un solo anno macerie e desolazione dovunque, addio per sempre ultimo Carnevale “andrà tutto bene” però “nulla sarà più come prima” di te!