Un anno fa, ad oggi, avrei dovuto ricordare il 63° anniversario della laurea a Torino e invece annotavo amare considerazioni sull’altra faccia del diritto a morire, quella del diritto a vivere.

Il virus esordiente sulla scena nazionale mi spingeva a farlo e le mie riflessioni, viste dopo un anno, erano ingenue e generose verso i responsabili con scudo penale e corazza morale di quella che sarà una vera ecatombe.

Ecco il mio post.

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“Accadde oggi, 16 marzo 2020 un anno fa: Bruno Giri sta festeggiando questo giorno speciale.

Gran ciarlare sul diritto a morire, silenzio tombale sul diritto a vivere.

Dove sono le anime belle che si stracciavano le vesti (e alla Consulta anche le cappe di ermellino) per Cappato e il dj Fabo, i Critone e Socrate post-moderni?

Dove si nascondono i personaggi nobili e santi che fino a ieri discettavano sulle ragioni di diritto, di etica e di religione per accettare o per negare la possibilità di staccare la spina anche in Italia?

Ai respiratori della terapia intensiva dal 21 febbraio scorso e nei successivi 24 giorni la Triste Mietitrice di spine ne ha staccate più di 1800 e ne ha lasciate attaccate il doppio pronte per i morituri, tutti ammalati che invece vorranno vivere.

Vivere soltanto qualche anno ancora, per carità! (l’età media dei decessi è di 80 anni) e anche con qualche malanno grave, ma ciascuno di loro, forte della virtù teologale della Speranza, vorrebbe essere anche lui l’ultimo a morire.

Però adesso in alcune Regioni il numero delle spine attaccate si assottiglia e la Triste Mietitrice è pronta a tirare il dado sulla probabilità “scientifica” di far sopravvivere un giovane somaro e portarsi via il prossimo Gregotti.

Non è ancora successo al nord e non succederà mai, ne sono fermamente certo e mi auguro e prego non debba succedere al sud per la scarsezza di spine disponibili.

Però solo oggi lunedì 16 marzo il piatto della bilancia sul quale c’è l’ECONOMIA è più in alto di quello sul quale c’è la VITA (da non confondere con la SALUTE, caro Presidente Conte, perché anche gli ammalati hanno diritto se non a guarire almeno a vivere) ma ci sono voluti 24 giorni e 1800 spine staccate per arrivarci e questo gli Italiani non lo dimenticheranno mai.

Su queste cose le anime belle non si stracciano le vesti, nel loro SUBCONSCIO la Triste Mietitrice quando stacca la spina a un gregge è LEVATRICE della STORIA, anzi di una RAZZA (come per i polli) più forte, immune, giovane e trendy.

Una “endgültige Lösung” compassionevole, dolce, filosofica, eugenetica, fatale, senza bisogno di forni, di svastiche e di baionette, e poi i razzisti sarebbero gli altri.

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Post scriptum: poi in un solo anno i morti da 1.800 saranno più di 100.000 molti dei quali senza cure, molti altri con cure sbagliate e altri ancora ai quali la Triste Mietitrice ha staccato la spina in condizioni e per ragioni che non sapremo mai. Parce Sepulto.