Ieri mattina 18 giugno 2021 prendo “La Repubblica” in edicola e ci trovo nomi, cognomi, vita, morte e miracoli delle nomine, assegnazioni e bocciature che la Va Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura deve ancora sottoporre all’approvazione del plenum dell’organo di governo dell’Ordine presieduto da Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica.
Mio stupore perché si tratta del “tacòn” che dovrebbe chiudere un “buso”, per dirla alla veneta, quello delle toghe indagate e arrestate per faccende di presunta malagiustizia in Puglia ma con scandalo, come per l’ILVA, di risonanza addirittura internazionale.
Benissimo la trasparenza di una casa di vetro, benissimo il ruolo fondamentale svolto dall’informazione, benissimo l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura, ma qui mi sembra che si segua non solo il “Sistema Palamara” delle “mormorazioni” gesuitiche nelle suites alberghiere 5 stelle ma anche il “Sistema Zapata”, quel Padre gesuita che predicava bene ma razzolava male.
E stamattina qualcuno a Palazzo Marescialli ha razzolato male con “La Repubblica”.
Almeno, questa è la prima mia impressione, dopo fate un po’ voi.