Le regioni inesplorate della mente umana mi attraggono, come in passato l’Ignoto ha attratto i grandi navigatori al di là delle Colonne d’Ercole.

Oggi mi attizzano le aree 11, 37 e 48 di Brodman sulla corteccia cerebrale di individui che stanno vivendo una esperienza mai prima d’ora vissuta dall’homo politicus italicus.

Quali saranno le emozioni di un elettore anonimo, mi interrogo, all’atto di votare in segreto il prossimo Presidente della Repubblica?

Quale sarà il contributo emotivo e quello razionale alla decisione che prenderà?  

Sul lobo frontale l’interferenza tra le due funzioni è risaputa, ma non è svelato dalla scienza il mistero che avvolge il risultato finale.

Sarà frutto di uno scatto impulsivo? Oppure dell’autocontrollo su un ragionamento astratto o su una strategia di gruppo?

Gli psicologi, i politologi e i dietrologi non aiutano, loro intervengono a cose fatte, vedono i coglioni e allora ci spiegano che il neonato è un maschio.

La segretezza scatena nella mente umana i peggiori istinti, a dirlo non sono io ma le telecamere nascoste che però in cabina a Montecitorio non ci sono e neppure i telefonini che fotografano la scheda.

Qui non si tratta di mettersi le dita nel naso, o di estrarre il pisello e pisciare fuori dal vaso o di sputarsi in faccia allo specchio, ma di scrivere o non scrivere un nome oppure uno sberleffo per sfogare secondo i casi rabbia, angoscia, vendetta, odio, disprezzo, ribellione spinti dall’emozione per il “Memento mori” e per la imminente fine della pacchia.

Quando arriva il lupo contare le pecore fuori dall’ovile non serve, anche perché oggi tutti gli ovili sono vuoti.