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L' INTERA GIUNTA DI SANREMO VUOLE AVERE IL PORTO D' ARMI

SANREMO L' intera giunta comunale ha deciso di chiedere alla Questura il porto d' armi.

 

Sindaco e assessori vogliono tutelarsi da possibili aggressioni.

Ieri hanno informato della loro intenzione il procuratore capo di Sanremo Vincenzo Testa e il prefetto di Imperia Gaetano Spirito.

Adesso la risposta tocca al questore.

A provocare la clamorosa decisione è stata l'aggressione di cui è rimasto vittima giovedì notte Bruno Giri, 55 anni, sposato e padre di una bambina di 12 anni, democristiano, assessore all' Urbanistica e nuovo capogruppo dc in Consilio comunale.

Poco dopo l'una, Giri stava tornando a casa, al termine di un incontro tra Dc e Psi per formare la nuova giunta di Sanremo, dopo le recenti elezioni.

Davanti al cancello della sua villa, al civico 14 di Strada Valle, in una zona molto buia e un po' isolata, lo aspettavano due giovani.

Erano vicini a una Honda Sport grigia con strisce rossoblù sul serbatoio e avevano il casco in testa.

L' assessore ha capito al volo la situazione, ha parcheggiato la sua 126 rossa vicinissima al cancello ed è riuscito ad aprirlo prima che i due gli piombassero addosso, colpendolo con bastone di plastica con l'anima di metallo: colpi durissimi in testa, alle braccia e al torace (un mese di prognosi per trauma cranico).

Giri ha urlato, il suo cane lupo è guizzato al cancello, i due sono fuggiti.

Appena il tempo di essere soccorso dalla moglie e avvertire la polizia e il telefono ha squillato.

Una voce con accento calabrese, molto concitata, ha detto: Questa volta è andata così, la prossima ti ammazziamo.

Non era la prima telefonata di questo tipo che riceveva.

I bigliettini minatori anonimi, poi, non si contano più.

Un paio d' anni fa gli hanno incendiato l’auto, una Opel.

Una volta, in casa, gli hanno rubato documenti da lui definiti importantissimi.

Bruno Giri, insomma, è chiaramente nel mirino di qualcuno.

Lui, probabilmente, qualche idea precisa ce l’ha ed è stato interrogato a lungo dagli inquirenti, ma quale sia, ovviamente, non lo dice in pubblico.

No, il Casinò e l’edilizia non c' entrano, ma lo stile dell’aggressione è chiaramente mafioso dice.

Qualcuno sussurra che avrebbe messo le mani su una pratica decisamente scottante, altri parlano della vicenda del nuovo mercato dei fiori, che è in costruzione: si deve decidere se affidarne la gestione all' asta o a trattativa privata.

La mafia anche nella floricoltura?

Qui nessuno si sente di escludere nulla.

Che si tratti di un personaggio scomodo, forse all' interno della stessa Dc, sono in molti a pensarlo.

Dicono che non si dimentichi le trombature elettorali, che sia abituato a tenere copia delle pratiche più delicate, che di recente abbia bocciato nove lottizzazioni da centomila metri cubi l’una.

Non ha capi storici da rispettare ed è considerato un potente cane sciolto.

Nel vorticoso giro d' interessi che, soprattutto in periodo pre e postelettorali gonfia Sanremo di tensioni, guerre, polemiche e manovre di ogni tipo, evidentemente c' è stato un salto di qualità nelle strategie occulte dei gruppi di pressione.

La tecnica mafiosa dell’intimidazione e della violenza non è comunque un fatto nuovo, a Sanremo.

La raccontano gli scandali del Casinò: prima i furti dei croupier e dei giocatori (100 miliardi in dieci anni), con un ispettore della casa da gioco, Luigi Garfì, misteriosamente gambizzato.

Poi le accuse di stampo mafioso alle piovre che tentavano d' impadronirsi dei tavoli verdi: il conte Borletti, l’ingegner Merlo e mezza giunta finiti dentro per le gare di appalto, perfino un sottosegretario al Tesoro, Manfredo Manfredi, democristiano, chiamato in causa dalla magistratura, che però non ha ottenuto l’autorizzazione a procedere.

E ancora, i sequestri di persona, tentati e compiuti dal clan dei Maffodda: nel mirino finì anche l’ex sindaco Osvaldo Vento, ma i rapitori sbagliarono alloggio.

La riviera dell’estremo ponente, dicono anche gli inquirenti, è diventata ormai un terreno fertile per mafia e ' ndrangheta, a vari livelli.

Esisterebbe un livello logistico, che riguarda le prigioni dei sequestrati dalla ' ndrangheta, ma anche un livello d' influenza concreto sugli interessi economici più diffusi (Casinò, edilizia, commercio, ecc.).

di PIERO VALENTINO  02 luglio 1989 sez.