“Blanc, rouge, rosèe, rose et fucsia,

Mais elles étaient du monde

Où les plus belles choses

Ont la pire conclusion,

Elles ont vécu ce que vivent les roses

L'espace d'une èlection.”

 

Sulle 16 liste che si sono candidate a Ventimiglia, dedico il sonetto alle 10 liste “civiche”, solitarie o coalizzate, libere o impegnate, prenotate o in offerta, ad personam o corporative.

Già ne erano appassite 7 al primo turno e le altre 3 hanno perso i petali al ballottaggio. Sono state 10 meteore scomparse dal plumbeo cielo cittadino coperto dalle 6 nubi di Partito che provengono da Genova e da Roma di cui 4 vittoriose sotto l’etichetta di “Centrodestraunito” e col miraggio del ritorno a una immaginaria “grandeur” del passato che ogni suddito potrà rivivere nella sua mente soltanto dopo la terza canna.

 

Smaltito lo stordimento e con l’amaro in bocca lasciato dalla cannabis sativa elettorale, da oggi tutto ritorna alla banalità della vita quotidiana, e ci ritorna ovunque, a Ventimiglia, a Genova e a Roma, senza distinzione tra obbiettori, traditori, vincitori, vinti e disertori.

 

È impensabile infatti che nei prossimi 30 giorni un “quivis ex populo” candidato o semplice elettore trovi tempo, danaro, coraggio e interesse a spiegare al TAR Liguria che le elezioni erano truccate.

 

Cioè che nella Commissione che ne è stata autore e regista: a) 4 dei suoi 6 membri eletti dal Consiglio provinciale si erano candidati e avrebbero dovuto esaminare sé stessi nella propria lista di appartenenza addirittura potendo ricusarsi; b) effettivamente uno di loro Riccardo Ramella, ha partecipato ai lavori ricusando non sé stesso ma il collega Sergio Cortese e la sua lista; c) a pena di decadenza dell’intera Commissione la legge e il Consiglio di Stato vietano che le delibere siano prese a maggioranza prefettizia e in questo caso tutte quante sono state prese con due membri prefettizi e uno elettivo; d) la legge in presenza di incompatibilità “funzionale” per conflitto di interesse  tra due funzioni impone l’opzione e tre dei quattro membri incompatibili non hanno mai partecipato alla Commissione optando per la candidatura a consigliere comunale mentre il quarto, Riccardo Ramella, ha optato per la funzione di membro esercitata per un certo periodo giusto per ricusare il collega.

 

Visto il precedente giudiziario del TAR Liguria e dell’Avvocatura dello Stato che ha visto la conferma della ricusazione di Sergio Cortese e della sua lista che sarà dichiarata illegittima dalla Sezione Seconda del Consiglio di Stato, è ancor più impensabile una sentenza genovese che annulli le elezioni.

E il dubbio riguarda lo stesso Consiglio di Stato in appello per il principio “queta non movere et mota quietare”.

 

E allora perché ne parlo?

Semplice, perché tutte le volte che in politica è capitato anche a me di farla franca, non sono mai più ricaduto in peccato, ho ringraziato Santa Rita e mi sono pentito.

Qui invece è diverso, uno la fa franca e diventa sindaco magari con una botta di culo e all’insaputa dei vizi del procedimento elettorale, ci può stare.

Però lui non deve ringraziare Santa Rita e gli è vietato pentirsi perché è lo schiavo di un “Regime” omertoso e impunito suo padrone e non Patrono né di lui né di Ventimiglia.

Bisogna che lo si sappia in giro, anche se, purtroppo, l’illegittimità non è perseguibile d’ufficio.