La presentazione in bozza del ricorso al T.A.R. Liguria per l’annullamento delle elezioni comunali di Ventimiglia ha suscitato interesse sia in linea di fatto e sia in linea di diritto.

In linea di fatto le domande sono state tre:

1°.  È stato presentato? Fino a oggi non mi risulta.

2°.  Le liste “Scullino Sindaco” intendono presentarlo? Chiedilo a loro non a me che sono iscritto nelle liste elettorali di Sanremo e non di Ventimiglia.

3°.  Perché allora lo hai pubblicato su Facebook e su Twitter? Per mettere una buona volta la parola fine allo stillicidio di commenti sui miei post e tweet dove dal 14 aprile insisto nel dire che le elezioni sono farlocche.

In linea diritto non ci piove, nessuno nega l’evidenza, cioè che le elezioni sono farlocche sul serio, ma la domanda è un’altra e riguarda l‘ipotesi che qualcuno ricorra entro i 18 giorni rimanenti e che il Consiglio di Stato confermi in appello la nullità dell’intero procedimento elettorale. La domanda è sulle conseguenze della nullità e ve la dico in latino così la capite tutti, anche gli analfabeti di ritorno:

1°.  Vitiatur et vitiat aut vitiatur sed non vitiat?

Di Muro + 16 resterebbero in carica oppure arriverebbe di nuovo il Commissario straordinario?

Personalmente nella mia bozza avevo escluso la “prova di resistenza” che salva le conseguenze quando le cose non cambierebbero anche in caso di ripetizione delle elezioni, e la mia opinione era perché i responsabili della nullità questa volta l’avevano davvero fatta grossa e sfacciatamente.

Però sarebbe il Consiglio di Stato a dover colmare il vuoto in questo gioco dei tre bussolotti nel quale la prima pallina uscirebbe il 30° giorno alla scadenza del termine per ricorrere, la seconda uscirebbe alla sentenza definitiva di Palazzo Spada e la terza potrebbe essere una notitia criminis, tanto per dirla sempre in latino, così (come dicevo prima) la capite tutti, anche gli analfabeti di ritorno.