Sembra ieri e sono già passati due anni e quaranta giorni da quel mercoledì 19 maggio 2021 quando lo stato maggiore dell’Asl1 Falco-Predonzani-Seva e la coppia Scullino-Calimera per il Comune di Ventimiglia facevano un sopralluogo al Deposito-officine Eiffel in via San Secondo, un fabbricato di proprietà delle ferrovie per valutarne l’idoneità a ospitare la “Casa della Comunità” del Distretto Socio-Sanitario di Ventimiglia sulla base del progetto architettonico di Franco Allavena di Ventimiglia.
Venticinque mesi e nove giorni sono trascorsi da allora, una eternità spesa dall’Azienda sanitaria regionale a remare vigorosamente a favore dell’opera per ritornare alla medicina territoriale di base e riprendere il dialogo con i cittadini del comprensorio grazie a € 4.500.000 del PNRR.
Il ruolo riservato al Comune come promissario acquirente dell’immobile entro il 1° maggio 2027 è minimo, si riduce a due firme da mettere su due pezzi di carta, una sull’Atto di assenso al comodato quinquennale tra RFI s.p.a. e Asl1 per consentire la progettazione strutturale definitiva-esecutiva e l’appalto dei lavori e l’altra sull’Atto di impegno a stipulare con l’Asl1 allo scadere del quinquennio un contratto di comodato gratuito per almeno 30 anni di durata.
C’è una delibera al riguardo, presa con i poteri della Giunta comunale dal Commissario straordinario De Lucia il 22 novembre 2022 con il numero 194, un atto di assoluta necessità che approva un protocollo-ponte con Asl1 e RFI s.p.a. e, ricordo, per assistere alla sua firma arrivarono a Ventimiglia Rixi e Toti in persona come mallevadori nei confronti della controparte ferroviaria.
Però il Sindaco pro-tempore in carica sembra ignorarlo, deve farselo dire da Stucchi e dopo due anni e quaranta giorni non ha ancora messo i due scarabocchi e anzi in questi giorni tutti in Comune continuano a remare vigorosamente contro.
Infatti sono fermi alle foto-ricordo con uno Stucchi sorridente al posto del dimissionario Falco ripreso tra Di Muro al posto di Scullino e Agosta al posto di Calimera che è stato inspiegabilmente tagliato fuori benchè abbia in tasca la delega ai Lavori Pubblici.
Il neo-sindaco ha testualmente dichiarato: “Sono in diretto contatto con le Ferrovie per gli ultimi passaggi formali”, cioè per le famose firmette.
Speriamo, in fondo la speranza è l’ultima a morire.
Prima di lei a morire tocca a quelli in lista d’attesa della Casa della Salute.