Zio Zuck su Fb tutte le mattine, appena desto, mi propone “On This Day”, la rubrica dei miei post pubblicati lo stesso giorno-data del calendario ma negli anni precedenti.
Ecco cosa mi ha fatto trovare stamattina: “Accadde oggi 27 settembre” ma 1 anno fa il 27 settembre 2022”
Giri: Accadde oggi 1 anno fa
“Il centrodestra unito è una cooperativa, un marchio elettorale, una sigla che tiene insieme idee della politica, della storia, della società e dell’economia molto distanti tra loro.
Però con un denominatore comune, la repulsione della sinistra intesa come categoria dello spirito che racchiude in sè tutti i mali del mondo.
È ciò che vediamo, il velo di Maya dell’apparenza, che nasconde una realtà duale anch’essa apparente, la quale a sua volta ne nasconde un’altra e così via in un gioco pirandelliano dell’eterno conflitto tra il Bene e il Male.
Il paradigma è questo, poi c’è il gioco deformante degli specchi.
C’è il gioco che lo rovescia sul modello orwelliano per il quale la guerra è pace, la libertà è schiavitù e l’ignoranza è forza.
Poi c’è il gioco che divarica la forbice e riflette l’andirivieni nella terra di mezzo sulla quale bivaccano tribù di carbonari, di voltagabbana e di disertori che passano dall’una all’altra sponda.
Infine c’è la matematica imperfetta del “ti vedo, non ti vedo”, che smette di essere una scienza esatta e che si adatta alle necessità dell’una o dell’altra parte.
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Prendiamo Sanremo, dove abito, e a urne chiuse dove si assiste all’estasi mistica del centrodestra unito in versione “uno e trino” e che parla per bocca dell’ala berlusconiana desiderosa di consolarsi mentre l’altra ala vola al Senato.
Doverosa premessa: i numeri li maneggio con difficoltà, ho fatto il classico e legge e da piccolo sono stato rimandato a ottobre più d’una volta.
Qui a Sanremo i voti politici validi sono stati 42.054 attribuiti a 6 Partiti sopra soglia (F.d.I., PD, M5S, Lega, F.I. e Azione) e a 6 sotto soglia (Verdi/Sinistra, +EU, Italexit, Cambiamo, Italia sovrana) e il quoziente medio, trasferito dall’alta politica nazionale alla bassa amministrazione comunale di Sanremo è di 1752 voti validi per ognuno dei 24 posti di consigliere.
Quoziente che scenderebbe a 1521 voti validi se la base di calcolo escludesse i Partiti sotto soglia, nel qual caso scenderebbe a 36.510 voti validi, senza però sostanziali differenze.
Applicando a cascata il quoziente 1752 ai voti riportati da ciascuno dei 6 Partiti sopra soglia si ottiene il numero dei suoi consiglieri e la somma di 24 sarebbe di 13 di centrodestra unito ai quali si oppongono gli 11 del PD (4), del M5S (4) e di Azione (3).
Se invece il quoziente scendesse a 1521 l’unica differenza sarebbe all’interno del centrodestra unito dove F.d.I. toglierebbe un consigliere alla Lega passando da 6 a 7, la Lega scenderebbe da 4 a 3 mentre F.I. rimarrebbe fermo ai suoi 3 consiglieri in ambedue i casi.
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Le menti fragili si fermano a questo 13 a 11 che col premio di maggioranza del 60 % di legge diventerà 15 a 9 perché nel centrodestra unito sulla testa del candidato sindaco espresso dal Partito maggiore, cioè da F.d.I., scende la fiammella divina che folgora l’elettore al primo turno o che lo illumina nel ballottaggio.
Di qui l’estasi mistica consolatoria di cui sopra, una sbornia che quando la smaltisci ti lascia un feroce mal di testa perché nel bicchiere c’erano due cucchiai di metanolo.
Nel primo cucchiaio ci sono i 5.544 voti “inutili” ottenuti dalle 6 liste sotto soglia, equivalenti a 3 o 4 seggi mancati ma che nell’elezione diretta del sindaco sono determinanti per il risultato finale e sono tutti a favore della sinistra.
Nel secondo cucchiaio c’è l’oste senza il quale le menti fragili fanno i conti, e l’oste è la figura del sindaco.
Per i più stupidi deve essere scelto dal Partito, avere un curriculum di Partito, garantire obbedienza di Partito ma piacere alla maggioranza degli elettori il 90 % dei quali non è di quel Partito e si è guardato bene dal votarlo ma che adesso magicamente lo voterà.
Per gli ingenui deve essere espressione della base elettorale e va scelto attraverso le primarie nelle quali si specchiano le allodole che svolazzano attorno ai Partiti di destra e di sinistra e che riducono la consultazione ad una ridicola passerella di signori Nessuno.
Per gli appassionati di eugenetica e di mitologica politica il candidato sindaco deve rispondere al modello del “Predestinato” accolto da folle osannanti al suo arrivo, cioè deve essere una figura il più possibile antitetica a qualcuno che per le ragioni più diverse ti sta sui coglioni.
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Trasferisco il gioco degli specchi a Ventimiglia per trovare le differenze rispetto a Sanremo e ne scopro una soltanto, ma determinante e risolutiva.
È la solitudine di Tano il candidato sindaco naturale, leader di un solido movimento di consenso civico e popolare interno all’universo di centrodestra ma al di sopra della cooperativa che se ne arroga l’esclusiva.
Per il resto, nella realtà duale “Destra-Sinistra” e “Bene-Male” ovviamente la fauna politica anche qui non è più quella di prima, dopo lo scellerato scioglimento del Consiglio comunale del 23 giugno scorso.
Per i Partiti e le loro appendici civiche la ferita è fresca e ancora da leccare a lungo e in questo momento Ventimiglia è terra di mezzo, bivacco di carovane cammellate di carbonari, di voltagabbana e di disertori alla ricerca di un’oasi.
Tano è l’oste, il suo vino è buono lo dicono le migliaia di elettori che lo hanno votato sindaco già due volte e non c’è il due senza il tre, per il bene dei Ventimigliesi.
Sappiatevelo.
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POST SCRIPTUM: oggi a un anno di distanza sappiamo come è andata a finire a Ventimiglia e come andrà a finire a Sanremo nel 2024, a puttane.