Dopo tanti indizi si rafforza in me il dubbio che in Comune a Ventimiglia si siano bevuti il cervello.
I giorni scorsi tutti a far casino perché a fine maggio 2022 non è stato appaltato il primo lotto del progetto della nuova “Passerella” che a quest’ora sarebbe già ultimata, collaudata e operativa.
Nessuno invece che abbia qualcosa da dire sulla triste sorte degli altri due lotti, buttati nel cesso perché per Di Muro andavano progettati “con gli argini più bassi, rispetto a quelli previsti nel progetto originario, impattanti a livello visivo e spaziale”.
Tra le due “belinate” enunciate da Di Muro non c’è partita, la prima ha come bersaglio realtà minori, San Secondo e gli Scoglietti, la seconda invece colpisce il cuore pulsante di Ventimiglia.
Un ventimigliese senza passerella può sopravvivere se attraversa più a monte il fiume lungo il ponte Doria, ma se lui è ricoverato in terapia intensiva in coma vegetativo prolungato e irreversibile l’unica possibilità che gli rimane è staccare la spina e sparire.
Mi spiego.
Il 2-3 ottobre 2020 la “Tempesta Alex” si era messa avanti con i lavori di quattro mesi rispetto alle precedenti proposte del maggio 2020 di demolire e ricostruire la passerella lasciando l’alveo libero da “restringimenti” e di alzare qua e là gli argini di sinistra e di destra eliminando le ringhiere e realizzando in muratura i parapetti per mantenere il Centro cittadino di Ventimiglia e Marina di San Secondo in fascia BB gialla edificabile però “sotto condizione”.
Le proposte erano del F.E.S.R. (Fondo europeo di sviluppo regionale) “Interreg ALCOTRA” e del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (D.I.C.C.A.) dell’Università di Genova elaborate attraverso DHI Business Management System.
Si trattava dello “Studio idraulico di dettaglio dei tratti terminali del f. Roya e del t. Bevera con determinazione di scenari di inondazione per eventi di piena”.
Lo Studio si concludeva con una serie di proposte di aggiornamento del Piano di Bacino che sono state consegnate all’Autorità distrettuale dell'Appennino Settentrionale la quale le ha accolte con la Variante n. 104 che a partire dal 15 novembre 2021 ha messo il Centro cittadino di Ventimiglia e Marina di San Secondo in fascia “A” rossa inondabile, ad elevata pericolosità idraulica e inedificabile.
Però, diciamocelo francamente: “È stata la scoperta dell’acqua calda”.
Era dal 2011 che tutti a Ventimiglia sapevano che le quote di piena del Roya, misurate, calcolate e riportate nel Piano di Bacino erano + 4,81 s.l.m. con tempo di ritorno 200 anni e + 3,12 s.l.m. con tempo di ritorno 50 anni mentre la sezione idraulica della passerella con un franco libero di + 3,23 s.l.m. era inferiore di 1 metro e 58 centimetri nel primo caso e superiore di soli 11 centimetri nel secondo caso.
Quindi tutti erano consapevoli del rischio permanente di inondazione dell’abitato a causa della propagazione dell’onda di piena provocata dalla passerella sormontata di un metro e mezzo e dell’insufficiente altezza delle sponde in argine.
All’epoca però il Centro cittadino era in fascia “B” gialla a edificabilità consentita a certe “condizioni”.
Così da alcuni anni si pensava di costruire sotto piazza della Libertà un parcheggio interrato e le “condizioni” erano: 1°) di demolire e ricostruire la passerella con un franco + 5,96 s.l.m. superiore di 1 metro e 15 centimetri rispetto al tempo di ritorno 200 anni e poi 2°) di sistemare le arginature a valle del ponte FF.SS. di Peglia con un rialzo degli argini di 60 centimetri per una lunghezza di 350 metri e su entrambe le sponde e poi a nord del ponte con un rialzo di 2,40 metri.
Però con le quote dei piedritti della passerella così alte il progettista ingegnere Antonio Collu di Ventimiglia si è trovato a dover affrontare il problema del loro raccordo con le quote stradali d’argine a + 3,90 s.l.m. e questo soprattutto in sponda destra dove a Marina San Giuseppe si rendeva necessario un innalzamento di 60 centimetri.
Collu
Così per nove anni fino alla “Tempesta Alex” del 2-3 ottobre 2020 tutti a Ventimiglia hanno fatto finta di niente perché in fascia “B” gialla a edificabilità consentita ma a certe “condizioni” si applicava la regola “fatta la legge, trovato l’inganno” e si dribblavano furbescamente le “condizioni”.
Adesso con Di Muro a Ventimiglia hanno cambiato registro e “modus operandi”, sono passati al negazionismo secondo il quale gli argini non vanno rialzati ma abbassati e il franco libero non è maggiore ma minore con le pile in alveo.
Adesso rimuovono la realtà a pericolosità elevata e la sostituiscono con una rappresentazione virtuale e aumentata con le sinapsi del cervello dentro lo spritz da bere nel flut alla cannuccia.