Si sta girando in questi giorni sul set di Ventimiglia l’ultima puntata della telenovela “Immogesta” e le riprese interne sono ambientate nel Palazzo comunale dove una troupe di amministratori pubblici è divisa in due squadre che si scambiano accuse di incompetenza e si danno reciprocamente del somaro.
In questo momento, mentre scrivo, sotto le luci si sta girando una scena con Di Muro in mutande che urla: “Improprie e fuori luogo le accuse rivolte alla nostra giunta!!!”.
Le serie rotocalco e tv sentimentali, strappalacrime e rubacuori non sono più di moda e oggi in questo caso la fiction ha una trama giudiziaria e della specie più arida e impersonale, quella amministrativa.
Ciò non ostante è finita ugualmente sulla carta patinata social tra le top ten con il più alto numero di like nella categoria delle soap opera a sfondo politico.
L’argomento è presto detto: da una parte ci sono le gesta fantasiose di un palazzinaro estroverso e creativo che si esibisce nel gioco pirotecnico delle varianti in corso d’opera e dall’altra parte c’è la malvagità del cerbero comunale che non glielo permette.
Così il primo fa scendere ricorsi come piovesse e sfida al TAR e al Consiglio di Stato le ordinanze di demolizione e di ripristino mentre nottetempo le sue betoniere impazzite insistono a versare cemento in quel di Bevera.
La prima puntata è del giugno 2006 e riguarda il rifiuto del cerbero di chiudere un occhio su una spericolata variante al permesso di costruire n. 236 del luglio 2005 e poi, di anno in anno, il riassunto di quelle precedenti è diventato una specie di Saga dei Nibelunghi giudiziaria dove il Sigfrido Di Muro viene accusato dalla Brunilde Panetta di essersi innamorato del palazzinaro estroverso e creativo.
Scene da “Cavalleria rusticana.0” dove sul cellulare di Turiddu “pubblico ufficiale” Santuzza pure lei “pubblico ufficiale” scopre le chat dell’adulterio consumato con il “palazzinaro privato”, complice un mezzano nascosto dietro lo Sportello Unico per l’Edilizia.
L’alcova è il TAR Liguria dove i due adulteri si nascondono per fornicare all’ombra del ricorso-civetta n. 66/2024 depositato dall’amante col vizietto del cemento abusivo per l’annullamento di una ingiunzione galeotta, presunto frutto di un accordo peccaminoso tra i concubini, fatta scrivere -come sospetto- dal Dirigente Area Tecnica.
Si tratta della “nota a firma del Dirigente Sportello Unico per l'Edilizia del Comune 31/1/2024, prot. n. 4812 ("Accertamento di inottemperanza all'ordinanza di demolizione n. 216 del 10/10/2017 -prot. 35126 del 10/10/2017 a carico di IMMOGESTA SRL Pratica E.P. 12263 – Progressivo N. 253/2017 RISPOSTA A DIFFIDA AD ADEMPIERE AD ACCORDO TRANSATTIVO"), comunicata il 1°/2/2024”.
Traduco: 7 anni fa avevamo fatto un accordo per transare ma tu il 4 luglio 2023 lo hai fatto saltare, e adesso basta! Sei inottemperante e io acquisisco il maltolto al patrimonio comunale.
L’adulterio tra pubblico e privato è stato consumato due volte, la prima con la delibera n. 20 della Giunta Di Muro del 9 febbraio 2024 di autorizzazione a frequentare l’alcova [“Autorizzazione alla costituzione in giudizio del Comune di Ventimiglia nel procedimento davanti al Tribunale Amministrativo della Regione Liguria promosso da IMMOGESTA srl (rgr:66/2024)].
E poi la seconda con la delibera n. 31 della Giunta Di Muro del 16 febbraio 2024 di creazione dell’atmosfera favorevole, disinvolta e sbarazzina e di allestimento della coreografia adatta [“Atto di mero indirizzo finalizzato a sottoporre ad un legale la proposta di transazione di IMMOGESTA oggetto della diffida del 24.01.2024 ed il cui riscontro è oggetto del contenzioso instaurato dalla società davanti al Tribunale Amministrativo della Regione Liguria (rgr:66/2024)”]
Questo perché il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi e nella pentola del Consiglio di Stato, Sezione Seconda, da due anni bolliva l’appello n. 201 contro la sentenza del TAR Liguria n. 1013/2021 che il 29 novembre 2021 aveva demolito il castello di carte del palazzinaro estroverso e creativo dando ragione su tutta la linea al Comune, cerbero severo e malvagio.
Il coperchio confermerà e renderà definitiva la decisione del TAR Liguria appellata che, come sappiamo, arriverà dal Palazzo Spada di Roma solo l’11 marzo 2024, ma da tempo nella pentola si sentiva un forte odore di bruciato e bisognava far presto.
Così nel ricorso n. 66/2024 IMMOGESTA aveva chiesto al Presidente di Sezione dottor Luca Morbelli di prendere immediatamente “misure cautelari monocratiche” in presenza di “una situazione di estrema gravità e urgenza tale da non consentire la dilazione fino alla prossima Camera di Consiglio”.
Puntuale come un Rolex il 3 febbraio 2024 è arrivato il decreto n. 26 del Presidente Morbidelli che ha rimesso tutto nella pentola romana.
Lo ha fatto respingendo la richiesta di IMMOGESTA perché “le ragioni della ricorrente appaiono adeguatamente tutelate dalla sospensione dell’esecuzione della sentenza TAR Liguria II 29 novembre 2021 n. 1013 disposta dal Consiglio di Stato con ordinanza 28 luglio 2022 n. 3659”.
E soprattutto, viste le due delibere di Giunta 20 e 31 di cui sopra, il decreto Morbidelli ha costretto Turiddu a uscire allo scoperto sei giorni dopo con la costituzione in giudizio (n. 20) e la settimana successiva a aprire la strada a un arbitrato (n. 31) dove era lui a pagare la parcella all’arbitro.
“Il sindaco Di Muro è in mutande!” è la scena successiva dove la squadra che indossa il costume della “Federazione civica con Ventimiglia e la Panetta dai capelli viola nel cuore” denuncia l’inciucio di cui sopra e rivendica il merito della stroncatura romana che ha messo la parola “Fine” alla telenovela con l’acquisizione obbligatoria del maltolto al patrimonio comunale.
Segue una scarica di bugie come nelle vignette umoristiche quelle dell’amante sorpreso dal marito nell’armadio o fuori dalla finestra sul cornicione:
Prima: “Per dovere di verità occorre sapere che vi è un’altra causa riguardante questa vicenda, sulla quale pende ancora una richiesta di sospensiva del procedimento”: bugia, visto che sappiamo che è stato il Presidente Morbidelli a negare la misura cautelare e a spiegare che era assorbita con l’accoglimento della identica misura da parte del Consiglio di Stato e oggi dopo l’11 marzo 2024, aggiungo io, perché è assorbita dalla sentenza definitiva che ne ha eliminato ogni ragion d’essere.
Seconda: “L'azione che viene contestata alla Giunta ha prodotto, invece, l'effetto positivo di indurre la controparte alla rinuncia di detta sospensiva”: bugia, visto che sappiamo che è stato il Presidente Morbidelli con il decreto n. 26 del 3 febbraio 2024 a rifiutare la sospensiva e non IMMOGESTA a rinunciare alla richiesta.
Terza: “Preferiamo evitare boriosi festeggiamenti davanti a vicende umane, familiari, professionali delicate. Stiamo parlando di attività imprenditoriali ed imprese attive, con relativi lavoratori e, quindi, anche la vita delle persone”: senti chi parla, cioè chi dal 29 maggio 2023 a stamattina non ha ancora finito di festeggiare il successo elettorale e di cancellare una dopo l’altra le pratiche di Scullino con enorme perdita di posti di lavoro.
Quarta: “Vi sono anche altre volte in cui la Giustizia Amministrativa ha dato torto all’attività dell’ex Assessore all’Urbanistica Panetta, ricordo, a titolo d’esempio, che lo stesso Consiglio di Stato, sulla pratica Coop ha cassato il suo operato, riconoscendo invece le tesi sostenute dal sottoscritto e dal centrodestra”: bugia, perché se davvero fosse così, adesso che Di Muro e il centrodestra per sostenere le loro tesi hanno la maggioranza necessaria e non devono più ricorrere alla Giustizia Amministrativa, e visto che il TAR gli ha dato ragione e lui è così sicuro, perché, invece di aspettare la sentenza definitiva di appello del Consiglio di Stato sulla Coop di via Tacito, non elimina l’oggetto del contendere e non revoca la delibera n. 52/2021 del Consiglio comunale e quella n. 183 del 10 novembre 2022 quando Scullino e la Panetta se n’erano già andati da cinque mesi e il Commissario straordinario con i poteri della Giunta comunale ha approvato gli ultimi ritocchi alla Convenzione?
Quinta: “L’ostinazione nel dichiararvi competenti e, di riflesso, tutti gli altri incompetenti, non è stata premiata dagli elettori alle scorse elezioni comunali ma mi pare che si voglia perpetrare nell'errore”: cioè nessun competente, tutti competenti, nessun somaro, tutti somari.
Sesta: “Non riesco a comprendere quale sia la grave azione della giunta Di Muro, visto che non corrisponde al vero che con questa azione si è fatto perdere tempo e soldi: infatti a seguito di questa contestata delibera non è seguito un incarico, con relativa parcella, ad un avvocato per dirimere questa possibilità di transazione e quindi non vi è nessun spesa legale sopraggiunta”: bugia, l’11 marzo 2024 le delibere non hanno avuto seguito perché il Consiglio di Stato ha definitivamente e irrevocabilmente stabilito che l’edificio abusivo e il terreno sono demaniali e quindi non più disponibili per una transazione su proprietà, possesso e detenzione.
Settima: “Concludo con un appello al direttivo di questa formazione politica a firmare i comunicati con i propri nomi. Vorrei conoscere, se possibile, se tra chi accusa la Giunta comunale di incompetenza, di compiere atti gravi e danni all'ente, si celi qualcuno che attualmente ricopre incarichi di fiducia per conto dell'amministrazione comunale, magari di precedente nomina, cosi da porre immediato rimedio a eventuali situazioni di imbarazzo”: “Degradante contenuto minatorio”, in perfetto stile “La Svolta”, commenterebbe Anonymous, il misterioso autore della lettera sul “Waterfront” usando l’espressione del Procuratore sulla mail di Scajola nell’affare ex Bocciofila.
Ma qui è diverso, siamo sul set di una serie a puntate, un teleromanzo ai titoli di coda, tra un attimo si spengono le luci, si smontano le scenografie e si portano via le apparecchiature.
E torna il buio e il silenzio su ogni cosa.