Non sempre uno coglie l’importanza del nero su bianco, anzi quasi mai.

Capponi che votano Natale e agnelli che votano Pasqua.

Non serve avvisare chi attraversa col rosso, finirà lo stesso sotto un T.I.R. a sua insaputa.

A Sanremo c’è un trenino sul binario morto.

Nel vagone del commercio ci sono le botteghe di fascia bassa sterminate dai supermercati, i negozi di fascia media assediati dai clandestini e le boutiques di fascia alta sotto attacco delle multinazionali del marchio.

In un altro vagone ci sono gli alberghi che chiudono per estinzione della clientela e rosso dei bilanci.

In un altro vagone c’è l’edilizia col mattone fermo, col cemento esorcizzato e con l’asfalto al lumicino.

In un altro vagone c’è la floricoltura in crisi di identità, non è più di produzione né di commercializzazione, le storiche baronie della rosa e del garofano hanno lasciato il posto a minuscoli orticelli varietali come quello del ranuncolo o stagionali come quello della mimosa, orticelli riscaldati dal sole e dal marchio d’origine.

In un altro vagone c’è l’azzardo che col gioco diffuso disputa una partita fuori casa persa in partenza e col gioco lavorato mantiene a malapena sé stesso.

In un altro vagone c’è un patrimonio di cultura, ambiente e paesaggio che non soltanto non viene più valorizzato ma del quale si è rinunciato ormai da decenni al recupero, al restauro e addirittura alla manutenzione. 

Per uscire dal binario morto Sanremo dovrebbe interrogarsi sugli errori commessi e come ripararli, e consapevole di non essere in grado di farlo da sola dovrebbe studiare una strategia per invogliare i privati a condividere oneri e rischi.

Il territorio è l’unico bene che può portare in dote nel matrimonio col privato ed è interesse di entrambi rispettarlo.

Invece, Sanremo cosa fa?

Surgela la realtà come fosse la migliore di quelle possibili e lo fa con un piano urbanistico comunale che non soltanto non offre gli strumenti per sbloccarla ma che introduce zeppe che lo bloccheranno definitivamente.

Decisione devastante per Sanremo e per il suo comprensorio, ormai è stata presa nero su bianco, da capponi che festeggiavano in anticipo il Santo Natale.