Ora dopo il Renzexit la politica italiana è in stand-by.

Il referendum ha resuscitato i morti e li ha aggregati ai vivi e ai moribondi e tutti quanti sperano che il miracolo delle percentuali bulgare ottenute dal NO si ripeta però equamente distribuito su base proporzionale.

In attesa che la Consulta omologhi il Mattarellum i miracolabili di destra e di sinistra hanno aperto le botteghe ormai sicuri che il tripartitismo ha ammazzato il maggioritario.

Parliamoci chiaro: Silvio ha ottant’anni e Grillo è ancora minorenne e soltanto il PD è partito di governo, tutti gli altri in realtà vogliono entrare in Parlamento con la truppa per poi vendergli il voto a caro prezzo.

Quelli politically correct non sono sufficienti, col proporzionale ci sarà bisogno di nuove transumanze e i figliol prodighi che oggi tornano all’ovile domani faranno il salto della quaglia.

Se a mettere in piedi una maggioranza non bastassero neppure loro è sempre disponibile una riedizione del Nazareno, con scadenze, garanzie, tariffa e prestazioni.

Marciare oggi divisi per essere domani condivisi è la strategia del momento che fa i conti con la necessità di abbassare contemporaneamente nella prossima legge elettorale sia l’asticella del quorum e sia il premio di maggioranza attribuito alla coalizione vincente.

L’elenco interminabile delle formazioni politiche consultate da Mattarella per mettere in piedi il governo Gentiloni rende l’idea dello scenario prossimo futuro.

Il caos produce ordine per reazione ed è inevitabile che prima o poi si arrivi con percentuali bulgare alla nascita di un nuovo soggetto che abbia come obbiettivo prioritario la governabilità di un sistema impazzito.

Prima però bisogna che gli italiani tocchino con mano e di tasca la realtà,dopo di che a vincere sarà certamente il fronte del SÌ.