“Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria; e ciò sa 'l tuo dottore” mette in bocca a Francesca il Sommo Poeta e spesso qualcuno, incontrandomi e scambiandomi per Virgilio, mi chiede se tutto questo valga anche per Sanremo e dintorni.
E io ogni volta rispondo: “Come no? I nodi vengono sempre al pettine e quando arrivano fanno male.”.
Di turno su AREA 24 questa volta è stato Francesco Castagnino, e a lui ho anticipato che il nodo potrebbe diventare scorsoio, sinonimo di cappio.
Lo dico perché in questo caso sono saltate tutte le regole, non soltanto della politica, del buon governo e, temo, del diritto, ma soprattutto quelle del buon senso.
Siamo al “Fuggi! Fuggi!” e non lo affermo perché Porro è fuggito mentre gli amministratori passati e presenti giocavano a scarica barile, ma perché sono addirittura gli azionisti a scappare, pronti a nascondersi dietro alla scajolana insaputa.
La FILSE che, parafrasando Metternich, è soltanto una espressione contabile più che finanziaria dal momento che è esonerata dall’obbligo di redazione del bilancio consolidato, nel suo conto 2015 liquida la partecipazione del 43 % al capitale di AREA 24 con parole da pesce in barile tipo: “Il maggior valore che avrebbe apportato al patrimonio consolidato è da considerarsi prudenzialmente a copertura di una situazione di perdite strutturali della collegata che potrebbero comportare un’erosione del patrimonio netto della stessa.”
Un po’ come cantava Petrolini: “Son contento di morire ma mi dispiace… mi dispiace di morire ma son contento…”.
Però questa canzonetta a Sanremo non funziona, neppure fuori programma al Festival, per svariate ragioni.
Intanto perchè il Comune non può trincerarsi dietro il paravento di una finanziaria -come fa la Regione- ma partecipa direttamente e in prima persona al 43 % di AREA 24, poi perché il morto ce l’ha in casa e puzza e infine perché il DNA sul coltello è di sinistra e Biancheri, che ci ha messo la faccia, è uscito da quella covata.
Senza contare le impronte digitali lasciate sul luogo del delitto da Gorlero e da Borea davanti alla ex stazione di Sanremo col waterfront e Quik Park No Problem, per tacere su quelle di Genduso nell’affaire Millenium ad Arma e sulle spericolate vicende di Parrini-Mannini a Ospedaletti fino ad arrivare a Biancheri e Floris che tengono la rete mentre Argirò fa il triplo salto mortale di Park 24.
Ma c’è una quarta ragione, risolutiva, che impedisce all’azionista “Comune di Sanremo” di trincerarsi dietro l’insaputa scajolana e sono i sette nodi denunciati dal collegio sindacale e venuti al pettine del bilancio 2015, nodi che, di fatto, lo hanno trasformato in un documento testamentario e tombale.
Il primo nodo è dentro il borsellino dove sono rimasti solo pochi spiccioli per la spesa corrente (€ 23.314) e con CARIGE che, pagata l’ultima bolletta da € 37.330, chiuderà il conto e come Tino Scotti annuncerà: “Bambole non c’è una lira!”
Chi è che ha detto: “Il fatturato è pura vanità, l’utile d’esercizio è ragionevolezza, la cassa è realtà”?
Il secondo nodo è la bufala elettorale degli 11.669 euro di “significativo” utile, perché ottenuto al lordo di plusvalenze (€ 1.107.499,75) e dell’utilizzo del fondo rischi per € 1.007.212,14 quindi legato, spiega il Collegio, “ad eventi eccezionali o comunque non abitualmente ripetibili”, per cui “la differenza del valore della produzione non è positiva ma negativa (-€ 911.398,89)”.
Il terzo nodo è il flop del “Piano di salvataggio” dell’operazione Millenium ad Arma, che ricorda l’imbianchino che sposta la scala invitando il collega che sta in alto ad attaccarsi al pennello. In questo caso il pennello cui AREA 24 si è attaccata per € 3.250.000 si chiama Park 24, capitalizzata per € 50.000 poi ridotti a € 1,00 e che al netto delle perdite di esercizio oggi registra un patrimonio negativo di € 177.526 con cui dovrebbe completare l’autosilos ad Arma coprendo un differenziale costi-ricavi superiore a 3.000.000 di euro.
E’ singolare che il Collegio sindacale quando arriva al suo pettine questo nodo lo definisca “operazione estremamente importante di cui si dà positivamente atto all’attuale Organo Amministrativo” visto che nel resto della Relazione 2015 nei suoi riguardi si esprime in termini severi e critici.
Sarà anche importante, non ne dubito, ma alla fine risulterà positiva solo per il Banco di San Giorgio, poi diventato BRE, che con questa fava prenderà due piccioni.
Il primo piccione è quello di riuscire a portare a casa 4.250.000 euro cioè il 71 % della somma erogata col mutuo rogito Donetti 15 maggio 2008 nn. 38306 rep e 19585 racc del valore di 6.000.000 di euro che a seguito del fallimento Millenium risultava garantito da una ipoteca su una massa immobiliare di valore negativo.
Il secondo piccione è quello che ha permesso a BRE di dribblare la responsabilità per indebita erogazione della somma mutuata “da erogarsi per tranches secondo le seguenti modalità e condizioni…” cioè in ragione del 75% a Millennium e 25 % ad AREA 24 (al netto del primo milione da accreditare interamente sul conto corrente 17666 di Millenium) mentre “l’ulteriore somma di Euro 5.000.000, verrà resa disponibile mediante ATTI DI CONSEGNA di somma da annotare a margine di ipoteca al verificarsi delle seguenti condizioni e comunque entro il limite massimo del 75 % dei costi progressivamente sostenuti”; sappiamo tutti, invece, che Gavinelli ha incassato tutto all’insegna del “Prendi i soldi e scappa!”.
Il quarto nodo è contenuto in due cifre, una annuale, 1.085.391 euro, e una giornaliera 3.800 euro, quanto è stato nel 2015 l’esborso complessivo per interessi bancari, somma rinegoziabile in prospettiva per 246.000 euro fino a scendere (eventualmente) a 840.000 euro, ma in ogni caso insostenibile col cash flow di AREA 24 e tale da colare a picco anche una corazzata finanziaria.
Il quinto nodo è un’altra bufala, il “Piano Economico Patrimoniale e Finanziario 2015-2018” basato su una ipotesi paragonabile a quella che nei prossimi tre anni gli asini mettano le ali e volino, cioè che AREA 24 riesca a vendere per contanti immobili non strumentali alla pista ciclabile per 5/6 milioni ogni anno.
A dirlo non sono io ma il Collegio sindacale che osserva che “le complessive vendite realizzate nel decennio trascorso non raggiungono in media neppure il milione all’anno.”
Il sesto nodo riguarda la fiction della serie “Arma Concordia” dal titolo di “Park 24”, la società subentrata nei diritti e nei doveri previsti dalla convenzione Millenium e descritti dal progetto esecutivo.
Al netto dei 9 box da € 63.000 ciascuno prenotati da AREA 24 col versamento in acconto di € 415.800, a tutti gli altri prenotatari che hanno versato acconti per complessivi € 3.602.233,36 la promessa era che PARK 24 dopo aver incassato in anticipo i saldi per € 2.376.966,64 che invece avrebbero dovuto essere corrisposti alla stipula dell’atto di vendita, avrebbe chiesto loro ancora una modesta integrazione per ultimare le opere.
Sulla carta per i prenotatari buggerati ci poteva stare, dal momento che tra gli € 9.701.630,40 della valutazione OMI e gli € 6.395.000,00 della sommatoria dei prezzi di vendita dei box c’era uno scarto di € 3.306.630,40 che, rispetto ai saldi, comportava una maggiorazione di € 929.663,76 come prezzo della buggeratura subita da Gavinelli.
Ma alla fine Park 24 che vanta € 1 di capitale e possiede un patrimonio negativo di € 177.526 rischia di evaporare se non viene adeguatamente ricapitalizzata, altro che completare il parcheggio di Arma.
Il settimo nodo, quello scorsoio, è nelle mani del Giudice Delegato che aspetta di ricevere da AREA 24 entro il 18 maggio 2017 una proposta per pagare i debiti, un piano dei pagamenti e il proprio check-up patrimoniale economico e finanziario oppure in alternativa un piano di ristrutturazione del debito concordato coi debitori.
Ma AREA 24 acefala, esiste ancora? Quali sono i soggetti politici che dovrebbero dettare indirizzi e strategie? Chi sono le persone chiamate ad attuarle?
E’ a queste tre domande che si dovrebbe rispondere prima di affidarsi alle piroette giuridiche e contabili dei professionisti incaricati di raccontare al Giudice Delegato l’eutanasia di un sogno, quello del Parco Costiero della Riviera Ligure.