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Mi sono permesso di postare su FB che i PADRI DELLO SCANDALO MILLENIUM si fanno rammendare l’imene dai grillini e apriti cielo!

Effettivamente nell’esiguo spazio di un post ho dovuto concentrare un po’ alla rinfusa i Sant’uomini e i loro Prodigi e adesso si insinua che io non amo abbastanza la Verità perché non ho tenuto conto del riposizionamento sulle “scarasse” dei diversi SALTALAQUAGLIA (simpatica espressione che rubo ai miei amici Gianni CALVI e Roberto PARDINI).

Provvedo a ristabilire la Verità, se necessario con un po’ di cenere sulla testa.

1°) LE FOTOGRAFIE: sono quelle pubblicate dai grillini la sera di giovedì 24 marzo 2011 a margine del Consiglio Comunale di Sanremo in seduta monotematica dedicata a Area 24. Quella sera erano presenti dietro le transenne inalberando cartelli 20 militanti più Beppe Grillo che sull’affare MILLENIUM dichiarava: “E ora lo scandalo, che –pare- coinvolgerebbe Area 24 S.p.A con la Millenium per il parcheggio da realizzare ad Arma di Taggia. Si parla di paradisi fiscali, società vendute a 1 euro, fallimenti e un ulteriore buco di svariati milioni. Box (forse) venduti a cifre ridicole ad alcuni. Privati invece che hanno acquistato i garage e forse non rivedranno più i soldi. Inoltre sembrerebbe che Area 24 debba rispondere ‘in solido’ sul buco della Millenium (nel frattempo moltiplicata in tre società) ...altri milioni di euro. Fortunatamente di questo si sta occupando la Procura e noi abbiamo piena fiducia nel lavoro del Procuratore Cavallone.”

A giudicare dai risultati, la fiducia di Grillo nella ex-Procura non mi sembra sia stata ben riposta (almeno finora).

2°) ALBANESE:nel pot-pourri del mio post ho indicato anche il suo nome tra i PADRI DELLO SCANDALO MILLENIUM assieme a quelli di Genduso, Alberghi & C. e mi si obietta che lui non ha votato quella Convenzione scellerata. Rubo a Grillo (e poi dirò il perché) il commento sulla seduta sanremese del marzo 2011: “Abbiamo assistito al cosiddetto teatrino della politicae lo giro pari pari alle due sedute del Consiglio Comunale di Taggia del 25 luglio 2007 e del 31 gennaio 2008. Il disconoscimento di paternità di Albanese riguarda entrambe, lui alla prima non ha preso parte al voto perché col suo Gruppo è uscito dall’aula e nella seconda era addirittura assente. Dunque nel teatrino della politica avrei torto marcio, ma dietro le quinte? Lo chiedo alla Verità, che è scritta nelle due delibere e che copio senza cambiare una sola virgola.

 

3°) LA VERITÀ: “Albanese sottolinea che la pratica è stata presentata in gravissimo ritardo…. La responsabilità non è addebitabile all’amministrazione, ma ritiene che la Regione si sia comportata in modo non corretto mettendo in difficoltà non solo la minoranza/opposizione ma lo stesso Gruppo di maggioranza. Pur essendo una Convenzione scritta dall’Ufficio Legale della Regione Liguria e quindi tecnicamente perfetta … è politicamente carente e evidenzia alcune lacune.”

In sostanza, per Albanese, Genduso e Alberghi non hanno colpe, la colpa è della Regione che nega la possibilità di mettere i puntini sulle i della Convenzione.

4°) I PUNTINI SULLE I: “Per esempio, cita la parte in cui si prevede che la manutenzione delle aree verdi venga effettuata da parte di Area 24; ritiene che non si specifica tuttavia quale qualità e livello di manutenzione sarà fornita. La situazione è diversa se si prevede, ad esempio, una maggiore o minore frequenza di taglio del tappeto erboso o della potatura degli alberi.”

A Napoli in casi come questo dicono: “Capisci ammè!”. Con due soggetti sconosciuti ed inconoscibili con sede a Tortola nelle Isole Vergini Britanniche, noto paradiso fiscale caraibico, che il 9 febbraio 2004 creano in Lussemburgo la società anonima MILLENNIUM CAPITAL PARTECIPATIONS la quale, a sua volta, il 26 novembre 2004 crea la MILLENNIUM CAPITAL HOLDING ITALIA S.p.A., il problema, per Albanese, era la frequenza del taglio del gazone. Come per Johnny Stecchino-Benigni quando spiega che il problema di Palermo è il traffico.

5°) LE MANI IN PASTA, leggo: “Personalmente, [Albanese] avendo gestito nell’amministrazione precedente con l’assessore Alberghi i rapporti con Area 24 è ancor maggiormente sospettoso, perché si ricorda che nella precedente bozza qualche motivo per essere sospettoso c’era stato.”  

A Taggia invece in casi come questo dicono:” Mustrà u cù”. Intanto, c’era già una bozza di convenzione che Genduso nell’estate del 2007 riceveva in eredità. Era una bozza precedente, ma quanto “PRECEDENTE”? In questo caso la consecutio temporum non è la solita. Bisogna tener conto dell’arresto del sindaco precedente (Barla), dell’interim svolto da Albanese come vicesindaco e del lungo commissariamento col prefetto De Girolamo. Dunque la bozza era, sì, precedente, ma risalente nel tempo e scritta in bozza a quattro mani da Albanese quando era vice sindaco assieme all’assessore Alberghi che in quel momento (25 luglio 2007) aveva appena finito di illustrarla al Consiglio Comunale.

6°) I SOSPETTI DI ALBANESE:” Ad esempio, era stato stabilito che il Comune avrebbe dovuto impegnarsi a far pagare tariffe pesanti ai cittadini per i parcheggi di via Stazione, via Boselli, via Blengino in modo tale che i cittadini fossero costretti ad andare a parcheggiare nelle zone in gestione ad Area 24. Per questo ha fondati motivi per avere delle forti perplessità e intende esternalizzarle al Consiglio Comunale.”

Come dire, davanti alla banca vedo uno col passamontagna scendere da un’auto imbracciando un mitra e ho fondati motivi per sentirmi perplesso, ma non per il sospetto che sia un rapinatore. Perché ha parcheggiato in divieto di sosta.

7°) PATERNITÀ MORGANATICA: “Onestamente in queste condizioni non se la sente di partecipare al voto, esprimendosi su una Convenzione che non conosce approfonditamente e che non lo rassicura. Gli spiace non votare la pratica anche perché l’aveva seguita direttamente e perché interventi quali il raddoppio e la prosecuzione di Via Lido, l’abbattimento del vecchio pontino ferroviario, il raddoppio della viabilità, i parcheggi interrati, sono sicuramente importanti in quanto migliorano l’aspetto della Città, in una zona particolare. CON FORTE RINCRESCIMENTO PERÒ PREANNUNCIA CHE NON VOTERÀ SULLA PRATICA, PER LE MOTIVAZIONI SOPRA ESPRESSE”.

Come dire: “Sì, la figlia mi assomiglia, ha il mio codice genetico, però i 300 giorni del lutto vedovile sono trascorsi e soltanto la madre, cioè Alberghi, è certa, mentre il padre, è meglio che resti incerto.”

8°) LA RESPONSABILITÀ: “Riconosce le rassicurazioni dell’assessore, ma nella progettazione vista ieri in sede di commissione consiliare …. Area 24 è intervenuta solo su una questione in cui ha diretto interesse … Si duole molto di non poter partecipare alla votazione di questa pratica. Ribadisce quanto detto prima… Riconosce l’impegno dell’assessore e dell’intera amministrazione e la totale non responsabilità della stessa in merito al fatto che la pratica sia stata presentata in ritardo; infatti prima ha detto che la maggioranza stessa è stata vittima di questa situazione che ha messo tutti in difficoltà; nel ribadire questo e nel ribadire che l’astensione al voto da parte del suo gruppo non deve essere letta come mancanza di attenzione e rispetto nei confronti dell’amministrazione, conferma che il comportamento è dettato dal fatto che semplicemente non è sembrato corretto l’atteggiamento della Regione nel presentare questa pratica.”

Come dire che il ritardo del falegname nel consegnare la croce costringe Pilato a lavarsene le mani.

9°) SVILUPPI SUCCESSIVI: cinque giorni dopo, il 30 luglio 2007, avveniva la Conferenza dei Servizi, alla quale faceva seguito il 10 settembre 2007 a rogito Gambino la firma della Convenzione tra Comune e Area 24 e infine il 28 dicembre 2007 quest’ultima con rogito notaio Donetti “girava” il pacco a MILLENNIUM CAPITAL HOLDING ITALIA S.p.A.

Dunque, c’era già il morto in casa il 31 gennaio 2008, quando aveva luogo la seconda seduta di Consiglio Comunale che modificava la Convenzione originaria e regalava al defunto sepolto nei Paradisi fiscali ulteriori 41 box auto.

Così, a cose fatte, Albanese ha potuto assentarsi e il suo Gruppo votare contro.

Ma questa volta è l’assessore Alberghi a tirarli per la giacchetta e a mettere i puntini sulle i nella delibera: “Ricorda che il tema … era stato oggetto di una commissione consiliare ad hoc…. Ricorda che alla commissione avevano partecipato i diversi gruppi politici tramite …il consigliere Albanese Mauro che avevano anche portato dei tecnici (chi? mica per caso Conio senior o junior? - Nota di redattore maligno) per meglio valutare la situazione. Ricorda che era stata evidenziata e condivisa la bontà dell’opera ma erano state evidenziate alcune lacune. Queste indicazioni portate avanti dalla commissione ad hoc sono state rilevate in un verbale e sono state recepite dalla maggioranza nel progetto definitivo di Area 24 approvato in sede di Conferenza dei Servizi.”.

10°) LA VERITÀ. Questa è la Verità sulla PATERNITÀ DELLO SCANDALO MILLENNIUM, paternità che adesso vorrebbero disconoscere TUTTI aggregandosi alle crociate dei grillini.

Notare che il 7 novembre 2007 (quindi PRIMA del ROGITO DONETTI e prima della SECONDA DELIBERA CONSILIARE) il presidente del CIV “Galleria delle Palme” Mario Viglietti aveva scritto a Genduso & C che: “La società MILLENNIUM CAPITAL HOLDING ITALIA S.p.A. incaricata di costruire sulle aree della ex Ferrovia, da alcune ricerche effettuate dai commercianti, è una società finanziaria partecipata da un unico socio che è una società Lussemburghese, il cui capitale è frazionato tra diverse fiduciarie. Esaminata la visura camerale…, gli organi amministrativi (amministratore unico, sindaci) sono soci di Eurofiduciaria s.r.l. e Lombarda Consultimg, società esperte in gestione di patrimoni. Da questi documenti pubblici risulta anche che MILLENNIUM CAPITAL HOLDING ITALIA S.p.A. non ha dipendenti e nel proprio oggetto sociale non presenta l’attività di costruzione, ma bensì l’attività di assunzione di partecipazioni.”

Dopo aver letto e sentito i commercianti di Arma ai quali lo scandalo MILLENNIUM ha rubato 400 parcheggi e spostato il mercato del lunedì, nessuno tra i tanti suoi PADRI, si è andato a leggere almeno il rogito Donetti del 28 dicembre 2007 col quale la Convenzione passava di mano, DA AREA 24 A MILLENNIUM CAPITAL HOLDING ITALIA S.p.A.

Nessuno che si sia chiesto:

  1. Ma se davvero “Area 24, al fine di dare attuazione al progetto licenziato ha rivolto alle imprese <<pubblica proposta di manifestazione di interesse>> e tra le offerte ricevute ha ritenuto interessante quella della società “Millennium Capital S.p.a.” che qui in sintesi può così riassumersi…” (Pagina 6 punto III) come mai non si è resa conto che non si trattava di una impresa come Viglietti aveva scritto da due mesi con raccomandata con avviso di ricevimento? Se l’invito alle imprese era pubblico dove, come e quando è stato pubblicato?
  2. Ma se sono opere pubbliche comunali e su aree comunali “il raddoppio e la prosecuzione di Via Lido, l’abbattimento del vecchio pontino ferroviario, il raddoppio della viabilità, i parcheggi interrati” (Albanese) come mai non sono state appaltate con gara pubblica?

 

Confermo quello che ho scritto: I TANTI PADRI ANAGRAFICI, NATURALI, MORGANATICI, ADULTERINI E PUTATIVI della scandalosa voragine aperta alla cieca e senza appalto nel cuore di Arma di Taggia adesso vogliono rifarsi una VERGINITÀ accodandosi ai grillini sul Lotto 6 e su Colli.

Con una differenza di carattere FINANZIARIO ed ECONOMICO: qui il conto salato lo stanno pagando di tasca loro, i creditori fallimentari, le banche creditrici ipotecarie, i promissari dei box che hanno anticipato il prezzo di acquisto, i subappaltatori e fornitori dei lavori interrotti e non pagati, i proprietari di immobili circostanti il cui valore si è deprezzato, i commercianti, gli esercenti e gli albergatori armesi.

In collina invece il conto lo paghiamo tutti noi contribuenti dei 67 Comuni della Provincia di Imperia, dopo una regolare gara d’appalto europea e all’esito di una istruttoria accurata e approfondita a livello di ATO, Provincia e Regione.

Intanto Grillo continua ad avere fiducia nella Procura della Repubblica, nel frattempo traslocata a Imperia, e nel dottor Cavallone, sostituto.

 

 

 

 

 

 

 

 

un borghese piccolo piccolo

 

Oggi venerdì 15 maggio 2015 il Secolo XIX titola “Sinistra, lo scontro di Genova” con Civati che annuncia: “Nascerà in Liguria la nuova Cosa. Alleati? Più vicini a Grillo che a Paita”.

Se si guardano i sondaggi l’eretico partorirà una cosuccia, decadente testimonianza di un amore mai sbocciato, un po’ come la rosa di Guido Gozzano.

Ma in politica certe cose non si misurano, si pesano e alle volte il loro peso diventa zavorra che secondo i casi ti tiene a galla oppure ti affonda.

Ormai a sinistra quasi tutti hanno capito che l’integralismo ha fatto il suo tempo e che le sue bandiere sono rimaste tropp0 a lungo ripiegate nei cassetti dell’inciucio genovese dei due Claudi per tornare ad essere credibili come ai tempi di Carossino e Magliotto.

Ma sempre a sinistra hanno capito tutti che è finito un ciclo, quello dei capelli lunghi e fluenti che scorrono tra i denti di un pettine ben saldo nelle mani del “Partito”.

Sono anni che i nodi arrivano a quel pettine e nemmeno uno è stato sciolto, da quello del dissesto idrogeologico a quello delle grandi infrastrutture stradali e ferroviarie, da quello della riconversione produttiva a quello della sanità, e via elencando.

Civati approda a Genova per parlare a una sinistra contemplativa e nostalgica prima che si rifugi nell’astensione ma trascura un piccolo dettaglio sui veri destinatari del suo appello elettorale che non si identificano certo con lo “zoccoletto duro” vetero-comunista in via di estinzione generazionale.

Si tratta del ventre molle opportunista, intellettuale, affarista ed epicureo, fatto più di velleità insoddisfatte che di traguardi sociali raggiunti.

Una umanità che mi ricorda tanto il borghese piccolo, piccolo di Cerami e quel passaggio del film di Monicelli che andrebbe scolpito su una lapide in Regione Liguria.

«Pensa a te, Mario, pensa solo a te! Ricordati che in questo mondo basta fare sì con gli occhi e no con la testa, che c'è sempre uno pronto che ti pugnala nella schiena. D'altronde io e tua madre siamo soddisfatti: abbiamo un figlio ragioniere, che vogliamo di più? Per noi gli altri non esistono. Tu ormai sei sistemato, noi siamo vecchi: non c'abbiamo altre ambizioni. Tutto quello che vogliamo è morire in pace, con la coscienza a posto. »

Oggi il no con la testa viene a dirlo Pippo per mettere a posto la coscienza di chi cel’ha e possiamo essere ben certi che quelli che applaudono lui e Pastorino faranno la coda per affondare il coltello tra le sue scapole non appena passerà il carro del vincitore.

Invece di progettare “Cose” il giovane-vecchio dovrebbe scrivere un instant book alla Mario Capanna su quella epica alla rovescia sul tradimento dei chierici liguri che per vent’anni hanno banchettato con pii trafficoni, audaci avventurieri e spericolati personaggi in odore di mafia.

Avrei un titolo per quel libro: “Imperdonabili quegli anni” e i liguri sono gente che non perdona.

 

 

Concordato

 

Con Piero Parise ieri a Sanremo se ne è andato un altro Uomo della Provvidenza, per usare l’espressione di Papa Ratti su Mussolini all’indomani della firma dei Patti Lateranensi.

Allora ai professori e agli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Pio XI aveva spiegato che il Duce, abbattendo i feticci dell’anticlericalismo liberale aveva “ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio.”

Qui da noi, invece, tutte le volte arriva un Messia a restituire i sanremaschi a Sanremo e Sanremo ai sanremaschi.

Devo dire che con la Provvidenza Piero aveva un feeling anche se molti preferirebbero definirla Fortuna o anche peggio.

Penso alla promozione giovanile da contabile a padrone dello scagno di via Nino Bixio adottato come un figlio dai titolari, penso alla Signora Edda, la “Number One” delle ragazze da marito, delle mogli e madri esemplari, delle infaticabili lavoratrici e delle teste pensanti all’epoca disponibili, penso alla decadenza giudiziaria di Guido Pancotti senza la quale a lui sarebbe toccata la panchina tutta la vita.

Anche quando sembrava avergli voltato le spalle la Provvidenza lo ha assistito risparmiandogli la sorte del predestinato alle manette che la “guerra dei casinò” avrebbe fatalmente riservato a chiunque gli fosse subentrato dopo la fugace tregua di Peppino Rovere.

Ma anche come amministratore la Provvidenza gli è venuta in soccorso alzando scogli e facendogli prendere anguille sotto forma di nastri da tagliare o prime pietre da posare e facendogli raccogliete i frutti maturi di tante semine politico-amministrative delle precedenti generazioni.

Memorabile la vicenda in quattro tempi del porto turistico privato col testa-croce urbanistico al primo tempo tra i siti della stazione e del lungomare Trento e Trieste, conclusa con la vittoria del re del tubo Duina, futuro presidente del Milan, contro il Gruppo Valmarina.

Seguì un travagliato secondo tempo edilizio con interruzione delle opere a mare ormai in fase di completamento a seguito dell’abbandono dello sponsor finanziario.

Infine al terzo tempo la Divina Provvidenza prese le sembianze di Gianni Cozzi con le due stampelle di Bartolomeo Suria e di Giovanni Lanteri a evitare che l’incompiuta a terra lo fosse anche a mare, tipo porto di Imperia.

In attesa del quarto e ultimo tempo da 25 anni in Comune proiettano le comiche finali, però questo è tutto un altro discorso.

Ma tanti altri sono stati gli appuntamenti al crocevia della piccola o grande Storia locale per il discolo insubordinato che la Provvidenza ha voluto uomo d’ordine.

Uno di questi il timbro che da transitoria rendeva definitiva la gestione pubblica che nei decenni successivi porterà la Casa da gioco a un inesorabile declino qualitativo e quantitativo di clientela, alla contrazione degli incassi fino ai limiti dell’autosufficienza e alla scoperta di una ragnatela malavitosa all’interno e al di fuori dell’azienda che indurrà il Viminale a imporre al Comune la condizione risolutiva del ritorno alla gestione privata foriera di ancor più drammatici eventi, pena il diniego del rinnovo della concessione.

Altri appuntamenti, vado a memoria, ci sono stati con la costituzione il 22 dicembre 1973 dell’U.C. Flor. per il nuovo mercato dell’Armea, con l’inaugurazione del Palazzo di Giustizia, fortemente voluto dal Guardasigilli Gonella, spinto dagli imperiesi Lucifredi e Zaccari, e poi con l’ultima tratta dell’Autofiori, creatura del Presidente della Provincia Manfredi, e poi ancora con la soppressione della finanza locale che priverà il Comune di ogni autonomia impositiva, con la nascita dell’ente regionale, con la scadenza dell’appalto decennale dei rifiuti e l’apertura della stagione di Collette Ozotto, con la sistemazione del mercato fiori di corso Garibaldi e la creazione di quello all’ingrosso ortofrutticolo di via Volta.

Un quadriennio paragonabile al fondo di un imbuto nel quale è entrato vino e uscito aceto.

Nel mondo dei sottaceti altri si accrediteranno come Uomini della Provvidenza e gli elettori ogni volta ci cascheranno ma dopo Piero a non caderci più sarà proprio lei, la Provvidenza, che volterà le spalle a Sanremo e subito dopo alla Provincia di Imperia.

Da vecchio irriducibile democristiano non riesco a togliermi dalla testa il dubbio che in realtà la Provvidenza non sia stata divina ma terrena e qui da noi ce la costruissimo giorno dopo giorno in via Argine Sinistro a Imperia e in piazza Bresca a Sanremo, discutendo, confrontandoci e spesso scontrandoci anche duramente, ma con la testa e il cuore al bene comune.

Certo, pecore nere ce ne sono state e parecchie, un gregge, ma alla fine il metodo democristiano vinceva su tutto e su tutti perché oltre che cristiano era soprattutto democratico.

Oggi che se ne va un eretico ribelle che su quel metodo ha creduto di far prevalere lo spirito “renziano” dell’Uomo della Provvidenza, del Grande Timoniere e dell’Uomo solo al comando, mi piace ricordarne il canto del cigno.

Quello che il comm. Giovanni Parodi segretario provinciale D.C. il 18 febbraio 1975 ci ha fatto ascoltare in Direzione su carta intestata del comune di Sanremo e col n. 97 di protocollo: “Caro Parodi, desidero darti conferma della mia decisione, già pubblicamente manifestata nelle scorse settimane, di non prendere parte, in qualità di candidato, alla prossime competizione elettorale amministrativa.”

Noi tutti lo definimmo un suicidio e tale si rivelò perché al crocevia della Storia lui sceglierà di passare col semaforo rosso di Gino Napolitano.

Questo sul piano politico-amministrativo.

Su quello umano se ne è andato un Uomo, con la “U” maiuscola, un personaggio, come oggi si usa dire, con le palle.

Di uomini come questi Sanremo e il Ponente ligure avrebbe disperato bisogno.

Uomini che però non si montino la testa non appena si ritrovano una fascia tricolore qualche palmo al di sopra della sacca scrotale.

Perché anche a Sanremo vale il monito di Brecht sulla beatitudine dei popoli che non hanno bisogno di eroi, con un’aggiunta, che volentieri dedico al sindaco Biancheri: “ma neppure di ombre”.