La notizia di oggi è che il Tribunale di Siena ha rinviato a giudizio per corruzione in atti giudiziari l’ex Cavaliere sospettato di essersi comprato il pianista Mariani, colonna sonora del “bunga-bunga” ad Arcore.

 

 Laureato in diritto penale a Torino a 23 anni col professor Marcello Gallo nell’infornata di Grosso, Witzel e Agnelli, e poi procuratore legale, avvocato e docente di diritto, economia e finanza, non ho seguito il consiglio di Fiasconaro, presidente dell’Ordine, e nella vita ho percorso altre strade.

 

Però ogni tanto mi scappa di mettermi nei panni, anzi sotto la toga, di qualche “patrono” riverito, strapagato e supponente per toccare con mano l’ingenuità dell’assistito di turno nell’affidarsi alle sue cure.

 

Berlusconi è da sempre il mio cliente preferito, fin da quando il suo tributarista di fiducia gli ha consigliato di snobbare il condono tombale di Tremonti e ha spalancato sotto i suoi piedi la botola della frode fiscale che lo farà espellere dal Senato in applicazione di una legge di 10 anni dopo, la 190 “Severino” da lui votata e fatta votare dal suo gregge parlamentare.

 

Anche lì siamo nel paradosso, perché chi gliela ha fatta approvare adesso lo assiste a Strasburgo davanti alla Corte Europea perché quella legge violava il diritto dell’imputato a rispondere unicamente di fatti-reato successivi e non precedenti la sua entrata in vigore.

 

Tornando al “bunga-bunga” lì nessuno, proprio nessuno del suo folto e “nutrito” collegio di difesa e di consulenza, ha avvertito l’anfitrione delle tradizionali cene eleganti di Arcore che Mara, di ritorno dalle Canarie, stava scrivendo il nuovo articolo 600 bis del Codice Penale che lo avrebbe inchiappettato con Ruby, e adesso a Siena siamo al terzo atto del film.

 

A Lanzarote, è vero, il 25 ottobre 2007 avevamo firmato anche noi la Convenzione internazionale anti-pedofilia per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, ma la prosperosa nipote di Mubarak, molti anni dopo, non era più bambina quando intrattenne il “premier” il che, retrospettivamente visto il vizietto del capo, lasciava ampio spazio sopra il sedicesimo anno di età per togliere quanto meno l’automatismo “iuris et de iure” della presunzione legale.

 

Invece esattamente un anno dopo, il 6 ottobre 2008, la ministra per le pari opportunità, con Angelino alla giustizia e con Roberto al Viminale ha aggiunto alla famigerata e stramaledetta «Legge Merlin» del 20 febbraio 1958 (chi se la dimentica?) la previsione generica del compimento di atti sessuali con “minore di età compresa tra i quattordici ed i diciotto anni,” documentata anagraficamente e perciò, in caso di stranieri, spesso difficile da controllare in via preventiva.

 

Peccati giovanili e goliardici a parte, commessi sotto spinta ormonale, mi trovo personalmente agli antipodi di queste cose oscene, però ogni tanto leggo passi della scolastica di San Tommaso e tra questi uno dove il “Doctor Angelicus” dà un consiglio ai peccatori come il Nostro: “Nisi caste saltem caute”, se non castità almeno prudenza e girarglielo, anche se non era un parere “pro veritate”, era compito dei suoi avvocati e consulenti riveriti, strapagati e supponenti.