Il tema odierno è quello dei social media, che Eco definiva “legione di imbecilli” senza immaginare che gli algoritmi avrebbero peggiorato le cose.

 

L’imbecillità ha forme diverse e quando si manifesta sotto quella del deliquio ubiquitario le persone credono di trovarsi nell’ombelico del mondo mentre invece sono quattro mosche sotto un bicchiere capovolto che maghi come Mark Zuckerberg hanno rovesciato su di loro a beneficio delle campagne commerciali o elettorali a pagamento (coi Partiti-azienda non fa grande differenza).

 

Una forma attenuata del fenomeno è molto diffusa in politica quando le quattro mosche si mettono insieme per dar corso alla palingenesi planetaria, e poi, a scendere, a quella continentale, nazionale, regionale e comunale e talvolta anche condominiale.

 

L’illusionismo digitale offre alle mezze calzette formidabili strumenti di masturbazione visiva, dal selfie al graphics interchange format, dallo smatphone all’iPad, è tutta una gara a dotarsi di quello più appagante.

 

Sanremo non si sottrae alla moda e così il popolo matuziano osserva divertito i vari bicchieri sotto i quali quel deliquio è vissuto da un pugno di mosche in forme diverse, i “Cento” all’insegna del numero che è un decimo dei “Mille” di Garibaldi, o quelli di “Prospettive” che tradisce intenti chiaramente visionari, non saprei se in termini di sogno o di allucinazione etilica.

 

Una volta, almeno, noi democristiani ci misuravamo con gente che pisciava più corto, che so, il “Campanile”, “Sole e Fiori”, “Nuova Sanremo”, tutte etichette naïves e alla mano.

 

Nei prossimi mesi, c’è da scommettere, spunteranno come i funghi altri manipoli, grazie all’umidità lasciata dai Partiti che si sono sciolti come neve al sole.

 

Così, nel vuoto spinto nel quale il flirt tra Burlando e Scajola ha lasciato il PD e Forza Italia, molti altri bicchieri si riempiranno attratti da quell’ideale che tutti unisce: salvare Sanremo da una minaccia ad personam.

 

Ognuno ha la sua, per il ciabattino la città è minacciata dai ciabattini abusivi, per il floricoltore la minaccia proviene dallo Sportello Unico dell’edilizia che non gli lascia costruire un bel palazzo al posto delle serre, mentre per il pizzaiolo l’economia cittadina è sotto attacco dei “kebabbari”.

 

Poi ci sono quelli che “la Città ha bisogno di me, sono indispensabile”, quelli che invece sono loro ad aver bisogno di evadere dal menage domestico, quelli che “gliela faccio vedere io a quel pugno di ingrati” e quelli che “sono stati tirati per la giacca” mentre avevano lo studio o la bottega o l’ambulatorio desolatamente deserti.

 

Pensare che i grillini ameno una cosa di buono in Italia l’avevano introdotta con Casaleggio e anche a Sanremo col meetup locale aveva attecchito molti anni fa, l’uso dei social media come alternativa agli elefantiaci e costosi apparati e alle rigide nomenklature dei Partiti strutturati e spalmati burocraticamente sul territorio.

 

Poi a Sanremo si sono chiusi sotto un bicchiere e il deliquio ubiquitario ha colpito anche loro che sono diventati uno stato maggiore senza truppa, come gli ultimi deludenti risultati elettorali hanno ampiamente confermato.