Sostiene Sempronio, impegnato in prima fila -per ragioni anagrafiche- in una questione che è virale di nome e di fatto, che bisogna sollevare il periscopio al di sopra del polverone che da un paio di mesi la macchina dell’informazione spande su di noi in modalità igienico-sanitaria e con finalità sedative.

 

Sostiene Sempronio che il periscopio è l’unico strumento efficace per poter guardare in faccia chi è veramente il nostro nemico e geo-localizzare davvero la sua posizione per poterlo silurare e affondare.

 

Ricorda Sempronio che agli inizi il nemico era un virus misterioso che già all’apparire sul pianeta Cina era stato salutato con un polverone a causa del ritardo nel comunicare all’OMS solo a gennaio 2020 i 41 casi di "polmonite virale dalle cause sconosciute" accertati a dicembre 2019 e a causa delle modalità poliziesche per far fronte all’emergenza che l’Autorità del Distretto di Wuhan, nella Cina orientale, stava applicando.

 

Aggiunge Sempronio che poco dopo il virus era planato su questa Terra e che era arrivato in Italia tenuto per mano da una coppia di turisti extraterrestri la cui cartella clinica era diventata il metronomo della mancata epidemia quando due volte al giorno nei telegiornali il primario dello Spallanzani in tunica candida recitava il “Deo gratias” e l’anamnesi aggiornata dei due cinesi.

 

Sospetta Sempronio che le dimensioni del fenomeno in Cina dove tutto è “kolossal”, l’osmosi con i Paesi asiatici limitrofi e l’immancabile transatlantico sbagliato nel posto sbagliato e nel momento sbagliato abbiano spinto “Giggino ‘o Dipplommatico” a dare significato e senso alla propria presenza alla Farnesina aggiornando una prima volta la “Dottrina dell’Accoglienza” dei provenienti dall’Estero.

 

Spiega Sempronio che le regole per gli europei sono quelle del Trattato di Schengen con documenti di identità comunitari ai confini nazionali e mentre per tutti gli altri occorreva avere il permesso di soggiorno o un suo surrogato in base al “Decreto Sicurezza” nato Salvini, corretto Mattarella, interpretato Cassazione, applicato Lamorgese, benedetto Bergoglio, sfruttato Soros e in attesa di abrogazione su iniziativa extraparlamentare del pesce azzurro d’alto mare.

 

Chiarisce Sempronio che la novità agli inizi consisteva nell’invertire il “becco d’anatra” attraverso il quale il sommozzatore espira aria nell’acqua e che, chiudendosi, gli impedisce di aspirare acqua nei polmoni ma che alla fine quando il timone lo ha preso Giuseppi è intervenuta la sua pensata geniale di aggiornarsi una seconda volta  ingoiando l’acqua, e di farlo  non solo dall’Africa con i porti spalancati ma anche dal resto del mondo conosciuto, eliminando del tutto il boccaglio sotto pressione della Cina che aveva protestato per il blocco dei voli al rientro dal suo Capodanno.

 

Ricorda Sempronio i toni lirici e ispirati con i quali all’epoca il Governo aveva cantato la prima volta al mondo dell’isolamento del virus avvenuto nel Laboratorio dello Spallanzani coltivando il tampone dei due ospiti extraterrestri con solenne benvenuto nell’Olimpo della biologia e biotecnologia molecolare all’indirizzo di una pattuglia di loquaci Madame Curie e Levi Montalcini.

 

Sostiene Sempronio che la sbornia autocelebrativa e l’illusione dello scampato pericolo avevano nascosto il virus che nuotava nell’enorme volume d’acqua che arrivando da ogni dove e viaggiando su strada e ferrovia o con rotte aeree e navali stava riempendo i polmoni dell’Italia, con l’aggravante dell’effetto moltiplicatorio della sua prolificità coperto dall’ingannevole periodo di incubazione tutt’altro che certo e dalla sua trasmissione asintomatica ancora oggi sottovalutata.

 

Ricorda Sempronio che in quel clima assurdo alla Titanic le mascherine anticipavano il Carnevale e che con tutti i tamponi del mondo tutti i Laboratori attivi h/24 in Italia a un ritmo frenetico alla Ridolini di 1000 al giorno sarebbero riusciti al massimo a assorbire e intercettare qualche goccia di virus nell’oceano.      

 

Sostiene Sempronio che adesso i buoi sono usciti dalla stalla e che Giuseppi li sta rincorrendo con la penna stilografica in mano a firmare grida, decreti e ordinanze e con le telecamere davanti ad abbaiare alla luna, mentre il S.S.N., autentica eccellenza italiana nel mondo, attende impotente che gli aghi escano da soli dal pagliaio e al primo colpo di tosse o linea di febbre si mettano in coda per il tampone.

 

Sostiene Sempronio che i buoi sono troppi e che Borrelli, Giuseppi e Lamorgese di conseguenza cercano di mettersi al riparo da responsabilità con il terzo aggiornamento della “Dottrina dell’Accoglienza” e questa volta in mare e “self service”, imponendo quattordici giorni di isolamento negli hotspot a terra alle ONG “Sos Mediterranee” e “Medici senza frontiere” ogni volta che approdano in un porto sicuro, come per esempio sta succedendo adesso con le   274 persone 63 delle quali minorenni arrivate dalla Libia sulla “Ocean Viking” sei giorni fa a Pozzallo.

 

Conclude Sempronio che il nemico non è il virus dal quale si guarisce, e infatti nel mondo, dati ufficiali OMS, dei 78.766 infettati (132 dei quali italiani) ne sono già guariti e negativizzati 23.313, ma che bisogna silurare e affondare quelli che hanno bollato di razzismo il controllo e l’eventuale quarantena di tutti indistintamente quelli che provenivano in treno, auto, nave o aereo da zone a rischio, “unico modo per circoscrivere il problema” per l’OMS e per l’unanimità degli esperti della materia perché il virus è come Pollicino, lascia le tracce del suo percorso e la tracciabilità a ritroso è il tallone d’Achille per vincerlo.

 

Chi è Sempronio? Io, oppure chiunque altro sia arrivato a leggere fino in fondo e abbia controllato le versioni di Tizio e di Caio prima di quella scritta al periscopio da Sempronio mentre con il sommergibile sta navigando in un mare di lacrime e Giuseppi spiega in tv che è tutto colpa di Salvini.