Grillipedia alla voce “CAZZIMMA” ai diversi significati che gli studiosi della lingua napoletana, del suo dialetto e dei tanti gerghi attribuiscono al lemma femminile ne aggiunge uno nuovo che si traduce nell’impulso irrefrenabile “a dare una patta al lume e a ribaltare il tavolo” nella interpretazione di un comico e grazie all’uso di luoghi comuni paradossali e dissacranti.

Trasferito in politica il target della “cazzimma” è cambiato, e non solo perché non si trattava più di uno spettacolo a pagamento ma soprattutto perché la fiction diventava realtà e aveva bisogno di una storia realmente vissuta e di un protagonista reale al quale ispirarsi.

Chi nell’immaginario collettivo poteva rispondere a tutto questo meglio del venezuelano Chavez e del suo “duende” eversivo e rivoluzionario?

Nel firmamento latino-americano la sua era una stella romantica, quella di un campione del socialismo terzomondista, di un profeta di un marxismo umanizzato e benedetto dai teologi della liberazione e di un eroe del nazionalismo di sinistra alla Simone Bolivar, e proprio lui era l’ultimo “ad aver dato una patta al lume e ad aver ribaltato il tavolo”.

Molti altri, è vero, brillavano in quel cielo, ex-sindacalisti, militari golpisti o guerriglieri, come Lula e Dilma in Brasile, Evo Morales in Bolivia, Rafael Correa in Ecuador, Néstor Kirchner e Cristina Fernandez in Argentina, Tabaré Vasquez e Pepe Mujica in Uruguay, però erano meteore.

A Cuba la troika Obama, Bergoglio e Raul Castro, poi, aprendo l’isola al turismo miliardario americano aveva ucciso la “cazzimma” del Chè e con lui anche quella boliviano esorcizzando i demoni delle FARC con i mercenari “contractors” pagati dai narcos e sottobanco dagli USA.   

Sul tavolo da ribaltare per la “cazzimma” di Chavez c’erano state l’abolizione della povertà, il blocco del carovita, e tre liberazioni, dall’imperialismo economico nordamericano, dallo strozzinaggio del Fondo Monetario Internazionale e dalle sanzioni internazionali per i diritti umani e contro il narcotraffico.

Su quello italiano, invece, agli inizi c’erano l’acqua pubblica, l’ambiente, i trasporti, la connettività e lo sviluppo da realizzare al posto dello strozzinaggio degli acquedotti privati, dell’inquinamento industriale, dell’inadeguatezza dei trasporti, e delle due arretratezze, quella della tecnologia digitale e quella del Meridione.

Ma erano bersagli velleitari, scontati e assurdi per una “cazzimma” verace e rivoluzionaria e così nel 2018 il comico, i suoi evangelisti, gli apostoli e i discepoli hanno predicato alle folle povere e inferocite le cinque stelle venezuelane in salsa italiana.

Reddito di cittadinanza, calmiere autarchico, no Europa, no MES, BCE e moneta unica, riscatto nazionalistico e vendetta meridionale, ecco la risposta pentastellata al fallimento della “cazzimma” neo-liberale berlusconiana del 1994 e alla “cazzimma” riformistica renziana del 2014, cioè una “cazzimma” bolivariana all’italiana che il 4 marzo 2018 incanterà un terzo degli elettori.

In questi 30 mesi lo “Show che divenne Politica” ha svuotato il magazzino di costosissimi e inutili gadget, lecca-lecca, coriandoli e popcorn e il botto finale sarà il referendum sul taglio dei parlamentari che vuol far credere che i problemi economici e sociali degli italiani si risolveranno con l’equivalente di un caffè all’anno per ciascuno di loro.

Tutto questo per concludere che un Attore tragico o comico può rappresentarla sul palcoscenico, un Partito può cavalcarla in Parlamento, uno Scrittore può raccontarla in un libro, però la “cazzimma” o è del Popolo o non è una vera “cazzimma” come dalla presa della Bastiglia in poi tutte le rivoluzioni insegnano.