Non so se la scelta di Gettysburg sia stata casuale o voluta, ma resta il fatto che l’altro ieri 25 novembre qui c’è stata finalmente una semi discovery delle tesi di Trump sulle elezioni 2020.

Questa è la città del “Gettysburg Address” di Abramo Lincoln, non dimentichiamolo, dove il 16° Presidente ha pronunciato sul campo di battaglia il famoso auspicio che tutti gli americani studiano a scuola affinchè il “Governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a scomparire dalla faccia della terra.”

L’altro ieri doveva essere della compagnia al Wyndham Hotel anche il 45° Presidente ma la cautela anti-COVID lo ha sconsigliato quando era già sulla scaletta dell’aereo e così da remoto e per interposta persona Trump ha consacrato le sue tesi e fatto sbirciare i suoi jolly.

Si tratta di una serie di argomenti raccolti dalle abili mani del suo “Legal Team” ufficiale, una squadra che non va confusa con gli altri “team” paralleli che marciano anche loro nella stessa direzione ma con strategie e argomenti “ad adiuvandum” piuttosto differenti.

Mai scoprire in anticipo le carte”, è la regola n. 1 e a prima vista si direbbe che in questo caso Giuliani & Co. l’hanno violata.

Non vale sempre, però, perchè quando al tavolo del poker un “osso duro” fa trapelare qualcosa sulla sua prossima mossa, magari soltanto con un impercettibile cenno delle palpebre, tutti capiscono che non è bluff e parte un avvertimento che in napoletano suona: “stateve accuorte!”.

Come immaginavo nei due precedenti capitoli, l’hastag è quello della #Foreign Interference e da ieri sappiamo da parte di “chi”, e anche “come” e “quando” l’indebita intrusione è avvenuta.

I nomi di “chi” sono quelli dei Governi di Venezuela, Cuba e Cina in combutta con il DNC (Comitato Nazionale Democratico) degli Stati Uniti.

Il “come” è mediante elaboratori per lo svolgimento dei servizi elettorali gestiti in appalto da imprese private straniere e in particolare da Dominion, Smartmatic e Scytl e/o loro annessi che hanno “manipolato” il flusso dei dati elettorali sotto la regìa della catena di comando di un Biden perfettamente consapevole e addirittura compiaciuto. 

Nella pratica la manipolazione è consistita, in generale, nell’accesso sequenziale al flusso dei dati elettorali operato attraverso impulsi -secondo i casi- o simultanei o differenziati ma sempre coordinati, che hanno raggiunto le periferiche I/O (Input/Output) e impartito ordini di sequenziamento difformi da quelli programmati.

In qualche caso l’input è stato digitale e da remoto, in molti altri invece è stato manuale e diretto.

Nel primo caso rientra, ad esempio, l’interruzione “sincronizzata” del conteggio dei voti che si è registrata in diversi Stati nella notte del 3 novembre, quando tutti si sono fermati nel medesimo istante e poco dopo il flusso dei dati è ripreso simultaneamente ma con capovolgimento dei totali parziali a favore di Biden e non più di Trump.

Nel secondo caso la manipolazione è avvenuta a valle, prima del conteggio generale e riassuntivo di tutti i seggi di ogni singolo Stato e l’input tal volta precede o è contestuale a ogni singolo voto, tal altra, invece, inverte il totale parziale del singolo elaboratore ed è direttamente impartito alla macchina all’esito della riparazione di un suo presunto “glitch”, cioè di un malfunzionamento che ne ha interrotto il flusso.

Il campionario di questa seconda tipologia di manipolazione del voto è vastissimo, al Capitolo 2 ne elencavo soltanto una parte presa dai casi direttamente contestati sul campo dagli interessati e ripresa anche dai media, ma il “Legal Team” di Giuliani l’ha integrata e arricchita con una ulteriore ampia casistica sorretta da “Affidavit”, da analisi matematiche dell’andamento dei flussi di votazione e dai “timestamp” di ogni capovolgimento e commutazione, aggiunta e rimozione.

Nihil novi sub sole”, per carità! tutte cose viste e riviste all’Estero con i medesimi gestori e gli stessi elaboratori e che le Forze dell'ordine federali e le Agenzie di intelligence (FBI, See Eye A, NSA, ecc.) conoscono bene, però la notizia è assistere nel 2020 al remake di un film finito nel repertorio dei cinema popolari nelle periferie venezolane, filippine e bengalesi.

La rubrica dell’atto di accusa come volume cartaceo è paragonabile all’Enciclopedia Treccani ma l’elenco dei titoli è riassumibile pressappoco nei termini che seguono.

A.   Divieto opposto ai rappresentanti di lista repubblicani di presenziare al riscontro dell’autenticità della firma che l’elettore deve apporre sull’esterno del plico postale, alla successiva apertura del plico, al riscontro della corrispondenza della firma esterna con quella sulla busta interna segreta e infine agli annullamenti per evitare il riconteggio manuale.

B.   Nello Stato della Pennsylvania difformità di trattamento di casi uguali, come accade per il voto da assente del quale nelle contee democratiche è ammessa la correzione in deroga alla legge mentre in quelle repubblicane viene esclusa in applicazione della medesima legge e poi sempre lì, nella contea di Allegheny a Pittsburgh, casi di compilazione con voto democratico di schede per assenti i cui titolari hanno scoperto al seggio che qualcun altro aveva già votato per loro.

C.   Ordine impartito ai funzionari elettorali di accettare schede invalide e di retrodatare al 3 novembre 2020 le schede pervenute dopo quella data per eludere il divieto di conteggiarle impartito dalla Corte Suprema.

D.   Nello Stato di Michigan produzione rapida di schede con voto a Biden reiterato due o tre volte e questo in quantità compresa tra le 60.000 e le100.000 unità.

E.    Nel Wisconsin, dove è in vigore una legge molto più severa rispetto a tutti gli altri Stati, accettazione di schede elettorali per assente senza essere state prima formalmente richieste, e questo in numero rilevante che nella contea di Milwaukee è di 60.000 schede e a Madison, contea di Dane e capitale è di 40.000 schede.

Situazioni di “over vote” cioè di un numero di elettori superiore a quello dei residenti nel distretto, come si è registrato in Michigan, in Wisconsin e anche in Georgia.

 

F.    Anomalie statistiche inspiegabili se non con la manipolazione del software, come ad esempio il timing dell’enorme quantità di voti assegnati in blocco unico a Biden alle prime luci dell’alba mentre gli addetti dormivano e il conteggio dei voti era stato sospeso.

A questo punto non resta che vedere “quando” l’interferenza straniera si è verificata e non solo in occasione delle elezioni 2020 anche se l’altro ieri a Gettysburg l’analisi si è focalizzata su di loro.

Il “Legal Team” di Giuliani su questo punto ha risposto con brevi cenni sull’Universo, a loro volta soggetti a revisione nei minuti dettagli, un po’ come se il “casus belli” nella Storia umana fosse la causa della guerra e non un pretesto per scatenarla.

Sicuramente non si tratta di ingenuità conoscendo quel branco di volponi, credo piuttosto a un segnalibro alla pagina dove si parla della posta in gioco in una partita che non è di Trump contro Biden ma del “Governo del popolo, dal popolo, per il popolo” di Abramo Lincoln contro “malicious cyber-enabled actions against the United States and its people” come recita l’Executive Order 13959 of November 12, 2020, che ha un titolo eloquente: “From Securities Investments That Finance Communist Chinese Military Companies”.

Vale la pena parlarne al prossimo capitolo in un’ottica più ampia di quella elettorale.