Leggo e trascrivo testualmente il colpo di teatro di “don Flavio”, il leghista carbonaro candidato podestà di Ventimiglia.

È un evento che riporta alla mia mente le adunate nella “nostra” Torino in piazza Vittorio, con il podestà Sartirana e il prefetto Giovara sotto le ali di “Piero” Gazzotti, il potente segretario Federale del Partito con un lungo codazzo di gerarchi.

Eccolo.

“Si terrà domani in piazza Falcone e Borsellino a Ventimiglia, dalle 18 alle 23.30, l’evento di chiusura della campagna elettorale della coalizione di centrodestra che sostiene la candidatura a sindaco di Flavio Di Muro.

In programma dj set, musica dal vivo, buffet e intrattenimento per i più piccoli.

Prevista inoltre la presenza e l’intervento del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, del viceministro alle Infrastrutture On. Edoardo Rixi, del Sen. Berrino, dell’On. Rosso, dell’On. Bagnasco, di assessori e consiglieri regionali della Liguria.”

 

Adesso lo chiamano “evento”, il Partito unico e nazionale adesso è plurimo e diffuso, però nella versione di centrodestra è “coeso e unito”, l’orbace, il fez, gli stivaloni e la camicia nera adesso sono sostituiti da una mise borghese e casual.

Però lo spirito “Partitocratico” è sempre quello, non cambia mai.

Ricorda, “mutatis mutandis in Civitate Intemelia” il clima “dopo-Marcia” quando dal Viminale la telescrivente di Finzi faceva arrivare al Prefetto Palmieri il telegramma del Duce del 30 maggio 1923: “Non ho particolari tenerezze per amministrazione comunale Torino [recte: Ventimiglia] stop V. S. deve decidere come e quando debba essere demolita”.