In un post precedente ho scritto che Ventimiglia è un laboratorio politico straordinario dove, all’insaputa dei ventimigliesi, arrivano puntualmente sotto il suo microscopio i campioni della contemporaneità politica di ogni genere e a tutti i livelli.

Oggi tocca all’autorizzazione di un bidone quando incappa nel codice penale.

Cioè all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, "abuso d'ufficio", una cosa che al solo nominarla provoca tra gli indigeni una ondata di “Che cazzo c'entra?” con diagnosi a mio carico di demenza senile conclamata.

Mentre mi fanculizzano però i ventimigliesi non possono non sapere di trovarsi proprio “loro” in questo momento nel bel mezzo di un bidone, non sta a me dire di che natura: se è un qualcosa di illegale oppure una semplice “marchetta” politica e qualora fosse una illegalità stabilire se sia di carattere amministrativo o penale.

Però che sia un bidone è certo e che bisogna farglielo sapere è opportuno.

È sicuro infatti che nel ritorno alla normalità dopo lo strappo di un anno fa qualcosa è andato storto nel piano della Lega per mettere le mani sul Comune e questo a partire dal 14 aprile 2023 al momento della chiusura delle candidature.

Pensare che dal 23 giugno 2022, quando i tre leghisti carbonari sono andati dal Notaio a firmare e fino a quel maledetto giorno tutto era filato liscio come l’olio!

Il prefetto Nanei che a fine anno va in pensione e già il 22 dicembre il “Changez la Dame!” di Piantedosi che trasferisce a Firenze Francesca Ferrandino, la dirigente del dipartimento che con Nanei e Scullino era in procinto di aprire il punto di transito per migranti alla Sorba.

E poi nella stessa infornata la “Quadrille” di prefetti con Vardè da Trieste alla P.S. a Roma e Signoriello che prende il suo posto e lascia libera Vicenza aprendo la strada alla promozione di due vice-prefetti “jolly in disponibilità”, Caccamo a Vicenza e Romeo che slitta a Imperia.

Qui, a Imperia il “Benvenuto!” di un vice-Ministro leghista non è cosa di tutti i giorni e sicuramente una parola buona per Di Muro, il candidato sindaco leghista di Ventimiglia che per 13 anni ha lavorato alle sue dipendenze Rixi l’avrà spesa il 13 gennaio 2023 nella sua visita in Prefettura.

Il resto è risaputo, il 3 marzo Piantedosi firma il decreto dei comizi, il 10 Romeo firma il decreto di sua spettanza e partono le operazioni elettorali con la raccolta delle firme dei candidati e dei loro presentatori e il 13 aprile scende in campo la Sottocommissione che dovrà esaminarle.

L’abuso comincia il giorno dopo quel maledetto 14 aprile 2023 quando col deposito delle 16 liste si scopre che due dei tre membri “eletti dal Consiglio provinciale” sono candidati e dunque incompatibili e che automaticamente decadono dalla carica e che lo stesso vale per due dei tre loro supplenti.

Il vice-prefetto presidente della commissione avrebbe dovuto prenderne atto e aveva 15 giorni davanti per far convocare con procedura d’urgenza il Consiglio provinciale che doveva sostituire i quattro membri decaduti e soltanto qualche minuto per ottenere via PEC dal Presidente della Corte d’Appello di Genova il decreto con la nuova composizione della commissione.

Invece il vice-prefetto ha preso un’altra strada e nel prenderla anche se fosse stata quella giusta e non quella sbagliata, l’ha presa contromano.

Infatti a formare il numero legale (tre, compreso il presidente) i membri elettivi devono sempre essere la maggioranza dei presenti e non il contrario, come è accaduto nei fatti con due prefettizi e un solo elettivo.

A imporlo a pena di nullità degli atti è la Legge.

E a ricordarlo non sono io ma il Consiglio di Stato.

E non il Consiglio di Stato con una sentenza superata e contraddetta ma con una pronuncia del 2022, dell’anno scorso.

E addirittura una sentenza che proprio il TAR Liguria ha preso a modello e proprio con riferimento alle elezioni di Ventimiglia e proprio in uno specifico procedimento, quello incidentale promosso dal gruppo di liste “Scullino Sindaco” contro la loro ricusazione.

Ditemi voi, se questo non è un bidone ……

Personalmente sono convinto che è un illecito “amministrativo” per a-competenza e violazione di legge che comporta la nullità del procedimento elettorale e per rendermi utile ho anche pubblicato sul mio sito internet “miacatemiu.it” la bozza di ricorso al T.A.R. Liguria solo da riempire e firmare e che il Consiglio di Stato non potrà non accogliere.

Ma è come lo yogurt, scade al 30° giorno dalla proclamazione degli eletti, dopo di che il bidone diventa “legale”.

Però potrebbe esserci dell’altro e allora ecco scendere in campo il Guardasigilli Nordio a spiegarci che il solo sospettarlo “intasa le Procure”, un pò come se il Papa per consolare i cornuti abrogasse il nono Comandamento perché gli adulteri ingolfano i confessionali.

Ma quale Pater, Ave e Gloria! tout comprendre et tout pardonner!